Primo Piano

Scandalo Petruzzelli: la Bari da bere o da digerire?

Il recente scandalo della Fondazione “Teatro Petruzzelli” solleva non pochi dubbi sulla situazione in cui si ritrova la città di Bari a distanza di circa vent’anni dalle note vicende che la interessarono ai tempi della tanto vituperata prima Repubblica. Ma l’interrogativo che oggi più di allora pervade la mente e la coscienza di tanti cittadini baresi e “non” è se la vicenda messa a nudo dal filmato fatto diffondere dalla Procura barese sulle possibili mazzette che giravano negli affidamenti di lavori della nota Fondazione teatrale sono l’emblema di una nuova “Bari da bere” oppure “da digerire”?Il video sulla presunta corruzione di pubblici funzionari che sta girando sul web e sui Tg di molte emittenti televisive locali e nazionali è sicuramente il simbolo del degrado etico e morale in cui versa un settore della Città che nei proclami propagandistici di qualcuno è stata elevata ad emblema della legalità, ma che forse in realtà non è mai uscita dalla palude in cui si era impantanata, se non a parole. Anzi, è probabile pure che la strategia di autocelebrazione, adottata negli ultimi due lustri, assegnandosi patenti di superiorità morale, per accrescere un consenso che difficilmente si sarebbe potuto conseguire, sia stata la causa di un peggioramento della precedente situazione, perché era forse sufficiente stare dalla parte di chi, per definizione, si considera “campione di legalità” per allontanare ogni possibile sospetto. E, quindi, porsi forse più facilmente al di sopra e al di fuori della legge, allontanando ogni sospetto. I fatti stanno dimostrando il contrario. Però, la tecnica di continuare con la strategia della superiorità morale e dell’auto-patentamento di legalità non cessa, né tantomeno si modifica nelle forme e contenuti, ma viene puntualmente rafforzata e riproposta ogni qualvolta spunta un malaffare in città tra coloro che sono quantomeno riconducibili a responsabilità di carattere morale e politico di chi si è sempre fatto vanto, forse sbagliando, di essere il “più puro” dei “puri”. Ed il recente scandalo alla Fondazione Petruzzelli ha innescato una  polemica di non poco conto tra il M5S e l’ex Primo cittadino di Bari, ora neo presidente della Regione, Michele Emiliano. Infatti, i rappresentanti pentastellati alla Regione ed al Comune di Bari, dopo aver invitato il governatore pugliese (che – come è noto – a suo tempo è stato anche presidente della Fondazione) a rispondere ad alcune domande sulla vicenda Petruzzelli, nel pomeriggio di ieri  hanno lanciato sui social l’hashtag  #EmilianoOraCanta. Il riferimento è al fatto che Emiliano, all’epoca sindaco di Bari, fosse Presidente della Fondazione quando uno dei 5 arrestati nella vicenda Petruzzelli, Vito Longo, ottenne l’incarico di direttore amministrativo e che lo stesso Longo fosse il marito della sua ex capo gabinetto. “L’attuale presidente della Regione non può continuare ad eludere le domande –  ha dichiarato il deputato penta stellato barese Giuseppe Brescia – spieghi invece in quali rapporti era con Longo, cosa sapeva delle pratiche poco trasparenti nella gestione del direttore amministrativo e, soprattutto, se c’è qualcosa o qualcuno che andrebbe denunciato lo faccia adesso.” E, proseguendo, Brescia tira anche in causa Francesco Schittulli, all’epoca presidente della Provincia di Bari, e dice: “Le stesse domande le poniamo al suo neoconsigliere alla sanità Schittulli” e si chiede: “Davvero entrambi non sapevano cosa accadeva nella Fondazione o cosa facevano persone che occupavano posizioni amministrative tanto importanti? Si tratta di incapacità gestionale, di poca trasparenza o cosa?” Però, l’hashtag dei grillini ha evidentemente irritato non poco il governatore pugliese che su Twitter, rispondendo a Brescia, ha scritto: “Appena avrò modo ti spiegherò la differenza tra uno che non c’entra nulla e un cretino che si arrampica sugli specchi”. E poi, ha aggiunto il governatore: “Caro Brescia, arrampicandosi sugli specchi si guadagnano anche querele”. “Perché – ha domandato il deputato grillino barese – anziché minacciare querele non rispondi alle nostre domande?”. Ed ancora Emiliano: “Non ha capito, non minaccio di querelarla, io la querelo”. Successivamente, però, il neo governatore pugliese ha diramato una nota per comunicare che “La Regione Puglia si costituirà parte civile nell’instaurando processo penale e chiederà di essere risarcita da tutti gli imputati dei gravissimi danni subiti dal punto di vista materiale e morale”. Nella stessa nota Emiliano ha anche detto agli “arrampicatori sugli specchi del Movimento 5 Stelle, che verranno querelati” di voler precisare tre elementi. Primo, di  non aver mai nominato Longo direttore amministrativo nella fondazione Petruzzelli, bensì di averlo già trovato in quel ruolo quando fu eletto sindaco.”La sua nomina – ha sottolineato Emiliano nella nota – risale a quando presidente era il sindaco di centrodestra Simeone Di Cagno Abbrescia e sovrintendente Angiola Filipponio Tatarella”. Secondo, di essere cessato dalla carica di presidente della Fondazione sin dal 2012 e quindi ben più di tre anni prima della data dei reati accertati, che ricadono sotto gestioni diverse dalla sua. Terzo, che ogni volta che nella vita ha avuto la possibilità di far sbattere in galera qualche ladro lo ha sempre fatto senza pensarci due volte e non esiterà a farlo ancora se dovesse capitargli l’occasione. Nessun cenno di Emiliano, invece, al fatto che il presunto responsabile Longo è coniuge di Antonella Rinella, che è stata prima assessore al Personale e decentramento nella sua prima giunta, dal 2004 al 2009, e poi suo capo di Gabinetto al Comune di Bari nel periodo dal 2009 al 2014. Ma questo è questo un discorso che sicuramente non c’entra affatto nella polemica con il M5S. 

 

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 15 Gennaio 2016

Articoli Correlati

Back to top button