Cronaca

Scattano i controlli sui fondi europei. E potrebbero essere dolori

“”Un anno è andato via, già vedo danzar l’altro, che passerà. Cantare il tempo andato sarà il mio tema, perché negli anni uguale, sempre è il problema. E dirò sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi…”” cantava Francesco Guccini tanti e tanti anni fa. Ma il suo tema non erano certo finanziamenti e fondi europei spesi o persi per strada e tanto meno controlli e verifiche di rigorosi ispettori dell’Unione Europea che tra non molto, una volta chiusi i rendiconti dei piani pluriennali 2007/2013, caleranno negli uffici della Regione Puglia per verificare, appunto, gli investimenti a buon fine da queste parti. Controllo ferreo, quello dei funzionari UE che, però, non pare preoccupare – almeno a parole – l’algido assessore pugliese all’Agricoltura Leo Di Gioia che, proprio qualche giorno fa, ha proclamato di aver “”raggiunto l’obiettivo previsto”” per la chiusura del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, prolungato fino alla fine del 2015. Parliamo di una quota di risorse finanziarie spedite da Bruxelles in Puglia per ben 927.827.000 euro, di cui è stata spesa al 31 dicembre un totale di 926.109.759, pari al 99,9 per cento. Di Gioia, non contento, ci ha tenuto a precisare che gli investimenti riguardavano l’insediamento di 2.500 nuovi giovani in agricoltura, finanziando circa 500 aziende di trasformazione agroalimentare e oltre 3mila imprese agricole con addirittura un’ottantina di comuni che hanno ricevuto fondi per il rifacimento delle strade rurali, compresi quelli colpiti dalle alluvioni in provincia di Foggia e di Taranto. Prima di sparare tutte questo sensazionalismo, non sarebbe stato meglio aspettare i risultati delle verifiche Ue? Perfino i Gruppi di Azione Locale (GAL) pugliesi, finiti spesso nel mirino di appalti facili e conflitti di interesse, per il trionfalista assessore pugliese hanno svolto la loro parte, utilizzando quasi 300 milioni nella realizzazione dei Programmi di Sviluppo “”…rivolti alla diversificazione, all’inclusione sociale e alla realizzazione di progetti di cooperazione che hanno permesso di agganciare le nostre realtà locali con il resto del mondo””. Sarà dopo i controlli, che vedremo veramente cosa è stato creato di buono con tutti quei soldi pubblici. Quando, cioè, si andrà a verificare che in Puglia con una semplicissima ‘autocertificazione’ imprenditori del settore agricolo si sono messi in tasca decine e decine di migliaia di euro, grazie alla manica larga di dirigenti ora promossi commissari sempre nel settore agricolo. Ebbene, una cosa significa “erogare”, ben altro spenderli, quei fondi, come sanno bene quei funzionari regionali pugliesi che stanno per iniziare a richiedere conti e fatture vidimate entro e non oltre il 31 dicembre scorso, a quegli imprenditori che ora dovranno fare i conti con…l’oste. Sicchè, già entro la fine del mese, nel settore agricolo come negli altri finanziati dall’Unione Europea, potrebbero essere attivate le procedure di recupero – in caso di irregolarità accertate – per centinaia di milioni di euro. Con l’aggravante che, se i fondi non dovessero essere riconosciuti regolari dagli esperti contabili, sarebbero immediatamente girati e scaricati sul Bilancio autonomo della Regione Puglia. Che provvederà, comunque, a coprirli come forse pochi sanno: una eredità senza nemmeno beneficio d’inventario scaricata automaticamente da Vendola al suo successore. Il quale potrà solo onorare il prezzo di errori e irregolarità, stando bene attento, se ci riesce, a non ripeterli. Ma Emiliano può consolarsi: conflitti di interesse, sbagli, cantonate e scelte discutibili non riguardano certo solo i milioni pubblici sperperati con la scusa del rilancio di territori penalizzati da malattie fastidiose o di costosissimi stand Expo, sagre delle ciliegie o del pane dop. Sempre da Vendola, per esempio, alla Regione fu deciso di spezzare in due il settore Formazione Professionale, per cui il servizio Fp fu affidato alla dott.ssa Lobosco e per la gestione dei fondi europei fu prescelta a contratto un’esterna, la dott.ssa Campaniello, con retribuzione a carico degli stessi fondi europei. Un’operazione come minimo discutibile che potrebbe costare cara ai contribuenti pugliesi, come detto, allorquando l’Unione Europea e i suoi ‘scherlok holmes’ andranno a eseguire i loro… doverosi controlli finali.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 15 Gennaio 2016

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