Cronaca

Schifani con Cassano per dare entusiasmo ai candidati pugliesi del partito

 

Tour pugliese del capogruppo di “Area popolare-Ncd” a Palazzo Madama, Renato Schifani, che è sbarcato ieri in Puglia in vista delle amministrative di domenica prossima nei 58 Comuni della nostra regione chiamati ad eleggere il sindaco ed a rinnovare il consiglio comunale. Una presenza, quella del senatore Schifani in Puglia, che si ripete con puntualità alla vigilia di ogni importante appuntamento elettorale, per trasmettere ai candidati della sigla politica che rappresenta l’entusiasmo necessario a combattere la volata finale prima del voto. Infatti, il presidente del Senato ai tempi dell’ultimo governo Berlusconi in precedenza è sempre intervenuto in Puglia (anche quando rappresentava Forza Italia prima ed il Pdl dopo) a dar manforte agli esponenti politici a lui politicamente più vicini, a cominciare dal defunto fondatore del “Baricentro” di Casamassima, il senatore Giuseppe Degennaro scomparso nel novembre del 2004, ed a seguire con il figlio Emanuele, ora rettore della Lum, candidato nel gennaio del 2005 per il centrodestra alle suppletive nell’ex collegio senatoriale di Bitonto, e poi ancora oggi con il genero di Degennaro, il sottosegretario al Lavoro di Ap-Ncd senatore Massimo Cassano. Il presidente dei senatori del gruppo di Ap-Ncd rispondendo a Bari alle domande di chi gli ha chiesto quale sarà l’approdo finale del partito che ora rappresenta, ovvero la costola staccatasi nel novembre del 2013 dal partito di Silvio Berlusconi e capeggiata dal ministro degli Interni Angelino Alfano, ha dichiarato: “Ogni cosa a suo tempo. Per ora mi sto occupando di campagna elettorale e di rafforzare l’area moderata. Dopo le elezioni amministrative, ogni cosa avrà il suo momento di riflessione”. Quanto alle amministrative, Schifani ha sottolineato che il suo partito punta su eletti e sindaci “espressione di quel popolarismo europeo” e di quei valori in cui ci riconoscono come area politica. “Lo vogliamo, ci stiamo provando e siamo consapevoli che occorre lavorare” ha inoltre affermato l’alto esponente di Ap-Ncd a Palazzo Madama. A chi invece gli ha chiesto se fosse giusta la personalizzazione del referendum costituzionale da parte del premier, Matteo Renzi, che  ha detto che se dovesse vincere il no si andrebbe a elezioni, Schifani ha replicato dicendo: “E’ una sua scelta. Lui ritiene che su questa riforma poggia il perno della sua azione di governo. Non sta a me giudicare il comportamento del premier”. Anche se poi, continuando, ha sottolineato: “Noi faremo di tutto per spiegare bene agli italiani in che cosa si cambia. L’abolizione del bicameralismo, una semplificazione normativa”, rilevando che “a volte il bicameralismo è servito a recuperare alcuni errori” di una o “dell’altra Camera”. “Finisce un’era – ha precisato Schifani – quel bicameralismo era figlio dei padri costituenti che venivano dal dopoguerra, che volevano realizzare un sistema di bilanciamenti tra il pericolo dell’uomo forte e un sistema bicamerale che potesse equilibrare questi pericoli con una doppia lettura”. “Oggi i tempi sono cambiati -ha evidenziato Schifani – e comunque penso saranno gli italiani a verificarne la bontà”. In definitiva, il presidente di Ap-Ncd al Senato non si è sbilanciato più di tanto sul referendum costituzionale del prossimo mese di Ottobre. Invece, parlando del nuovo testo di legge sulla prescrizione, in discussione al Senato, i capogruppo di Ap-Ncd ha commentato: “La verità é che noi siamo contro l’imputato a vita. Noi siamo per il rispetto dell’articolo 111 della Costituzione, che prevede la ragionevole durata dei processi, la parità tra accusa e difesa. E siamo per evitare che il cittadino possa, per esempio, essere condannato a espiare una pena dopo trent’anni dal momento in cui ha commesso il fatto”. “Pensate – ha aggiunto Schifani – che gli emendamenti presentati dai relatori, e che noi disconosciamo, prevedono che la decorrenza della prescrizione scatti da quando viene scoperto il reato. Assisteremmo a delle abnormità”. “Noi siamo, come ha detto lo stesso presidente del Consiglio – ha inoltre evidenziato Schifani – perché si facciano i processi veloci. Siamo consapevoli che quasi il 60% dei processi arriva in primo grado in fase di estinzione per la lunghezza delle indagini. Accorciamo le indagini, facciamo in modo che si abbiano tempi perentori da rispettare”. “Siamo solidali con i magistrati che lavorano e si impegnano quotidianamente – ha proseguito l’ex presidente dell’Aula di Palazzo Madama – però è una battaglia di civiltà per tutti”. Infine, Schifani ha ricordato di aver “invitato i colleghi relatori a ritirare gli emendamenti, ma avendo avuto notizia pubblica che uno dei due, il senatore Cucca, ha ritirato la propria firma, mi sono fermato. Volutamente non abbiamo presentato subemendamenti perché, avendoli disconosciuti, non avrebbe avuto senso”. Però, il presidente dei senatori del partito di Alfano ha pure avvertito che: “Sulla prescrizione ci auguriamo fermamente che non si ripeta lo stesso scenario delle unioni civili” perché se in Commissione si verificassero votazioni trasversali tra il Pd e il M5S, “il fatto – ha sottolineato Schifani – avrebbe una rilevanza politica non indifferente, non irrilevante, e non priva di conseguenze sotto il profilo della valutazione politica”. “Noi – ha aggiunto l’alto esponente di Ap-Ncd – ci auguriamo di no. E lavoreremo perché vengano mantenuti i paletti che abbiamo sempre illustrato a tutti. Quindi lavoreremo con il partito di maggioranza perché si rispettino gli impegni. Poi ogni partito é responsabile delle proprie azioni”. “Confido e sono certo – ha proseguito Schifani – che riusciremo a trovare una sintesi, interna alla maggioranza, su un tema estremamente delicato”, annunciando che alla ripresa della pausa elettorale si riuniranno come maggiorana e al di là degli emendamenti presentati (ndr – dai relatori Pd) faranno il punto della situazione. “Il nostro punto – ha concluso Schifani – è partire dal testo esitato dal Consiglio dei ministri e non dal testo alla Camera”, terminando con la dichiarazione secca che per loro di Ap-Ncd “il testo della Camera é invotabile”. Quindi, il premier Renzi su questo tema della prescrizione da Bari è stato avvisato dal presidente dei senatori di Ap-Ncd che, anche se non lo ha dichiarato, implicitamente ha voluto forse dire che in caso contrario il Governo al Senato dovrebbe trovarsi una maggioranza senza Ap-Ncd, se vorrà proseguire fino al 2018. Infatti, diversamente Renzi, con il suo governo, sulla prescrizione potrebbe essere a rischio prima ancora dell’esito del referendum costituzionale. Però, il premier sa pure che spesso “cane che abbaia non morde”. E, quindi, sa già come fare per aggirare il rischio e forzare la mano.

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 

 

            


Pubblicato il 1 Giugno 2016

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