Cronaca

Schittulli gioca d’anticipo: “Per il Petruzzelli meglio un sovrintendente legato al territorio”

Il presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, è intervenuto con una lettera aperta per auspicare alla Fondazione Teatro Petruzzelli la nomina di un sovrintendente legato al territorio ed alla sua storia. Infatti, a seguito del rincorrersi di numerose voci che riferiscono dell’imminente nomina di un nuovo sovrintendente artistico di gradimento del ministro dei Beni ed attività culturali, Massimo Bray (Pd), il capo dell’ente di via Spalato ha giocato d’anticipo, intervenendo sulla questione con un suo appello pubblico, affinché il prossimo sovrintendente della Fondazione teatrale barese non sia una delle tante personalità calate dall’alto, ma sia innanzitutto un professionista radicato sul territorio pugliese e con la propria storia artistica e culturale. Il presidente Schittulli, in qualità di rappresentante di uno degli enti territoriali partecipi della gestione della Fondazione Petruzzelli, ha inteso evidentemente rendere noto così il punto di vista dell’Amministrazione provinciale su una delle più importanti scelte per la conduzione dell’attività teatrale della Fondazione, qual è quella dell’individuazione del sovrintendente. Un punto di vista che il presidente Schittulli avrebbe forse voluto rappresentare personalmente al ministro Bray prima che questo decida il nome da designare per quel ruolo e per tale ragione, a detta di qualche bene informato, Schittulli ha pure chiesto di essere ricevuto, ma finora non è mai stato chiamato dal ministro per conferire sull’argomento. Ed ora che la nomina del sovrintendente, sempre secondo voci, potrebbe essere imminente, il presidente della Provincia ha fatto conoscere pubblicamente i propri auspici per la Fondazione. Infatti, dopo un breve e polemico preambolo iniziale, Schittulli nella sua lettera aperta rileva: “Per la Fondazione Petruzzelli di Bari si deve pensare, non solo al ritorno all’operosa normalità gestionale, ma anche a predisporre un futuro di lavoro che armonizzi la Città, la Provincia, la Regione con il loro Teatro, con l’opera degli artisti, dei tecnici, delle maestranze che eccellenti prove hanno dato in passato e sono ancora più pronti di prima alle eccellenze che la nostra terra merita, vedi l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari”. E, continuando, Schitulli ha ricordato che. “Negli ultimi anni si è riusciti, in questo senso, a percepire segnali virtuosi”. Un virtuosismo che, sempre secondo il presidente della Provincia, bisognerebbe confermare poiché “Per il pubblico e i lavoratori del Teatro è necessario mantenere questa positiva condizione di speranza e incoraggiarla con la presenza alla guida della Fondazione di una personalità legata al nostro territorio e alla sua storia. Una personalità – chiarisce inoltre Schittulli – che conosca la sensibilità della nostra gente e sia in grado di interpretarne speranze, valori e contraddizioni, non ignorando le tare ataviche, senza patirle, ma per risolverle in una narrazione critica. A questa personalità e alle sue specifiche competenze dobbiamo poter chiedere che colmi le lacune della passata programmazione, che rafforzi il collegamento col pubblico rifiutando l’omologazione opaca e, spesso, servile, a strutture analoghe nazionali e internazionali in posizioni di ubbidienza”. E, continuando, rileva lapidariamente ed ironicamente Schittulli: “E’ successo”. Poi, continuando con lo stesso tono, aggiunge: “Troppo spesso sentiamo canticchiare scapigliati retori che lamentano e accusano di provincialismo il Teatro d’Opera come impresa culturale in nome di un cosmopolitismo confuso e pasticcione molto di moda.  E’ successo e, a Bari, temiamo possa ripetersi”. Ma la polemica non si ferma qui, perché Schittulli entra nel merito ed afferma: “Sarebbe colpa grave, abbiamo letto sull’argomento interventi sulla stampa, trascurare l’importanza di una presenza apicale prestigiosa, aperta alla comunicazione in tutte le sue forme e, in queste, esperta, una personalità di riconosciuto prestigio nel mondo della cultura e dello spettacolo. Condividiamo”. E prima di concludere la missiva  il rappresentante della Provincia avanza la sua proposta: “Si deve pensare a un talento artistico in grado di collegarsi con esperienze di tutto il mondo, con ariosa curiosità e sicurezza, non con spirito di sudditanza, questo, si, provinciale. Infine, si deve pensare ad una personalità in grado di leggere ed interpretare la comunicazione artistica globale misurandola nella dialettica bella del rapporto con la nostra terra per il pubblico di oggi e preparando, così, quello di domani”. Una proposta in cui si indicano i requisiti, ma forse anche i profili delle personalità che Schittulli auspica per la scelta del nuovo sovrintendente della Fondazione Petruzzelli. Però, nel concludere, il presidente della Provincia non si limita solo agli auspicati attributi professionali ed artistici del nuovo sovrintendente, ma va oltre e chiarisce il senso dei legami territoriali e storico-culturali che si aspetta dalla scelta: “La Puglia, Bari, gli artisti che qui vivono e studiano, i cittadini tutti possono produrre teatro e musica e non esserne solo fruitori”. Ed a chiusura della lettera aperta arriva l’affondo di Schittulli, apparentemente rivolto al ministro Bray, ma verosimilmente indirizzato a tutti i rappresentanti delle altre istituzioni presenti nel Cda della Fondazione, ovvero Regione, Comune e Camera di commercio di Bari, ai quali fa presente che: “Troppo si è trascurato, nel recente passato, di lavorare su questo e siamo impensieriti nell’apprendere che il conclusosi commissariamento, come constatavamo in principio di queste riflessioni, avrebbe potuto lasciare addirittura eredi, quasi a perpetuare una sorveglianza paternalistica, imponendo una tutela e asseverando un patronato motivato da interessi sui quali dovremmo riflettere e, anche, congetturare”. Evidentemente, per Schittulli, il timore che il nuovo cda della Fondazione Petruzzelli possa subire l’influsso tutelare del ministro pugliese dei Beni ed attività cultuali è effettivamente fondato, visto la maggioranza dei suoi componenti sono  espressione di aree politiche affini. Infatti, non è del tutto da esclude che ciò possa verificarsi. E per questo, forse, che Schittulli termina la lettera aperta affermando che “Comunque, non credo, non abbiamo bisogno di tutele”. Come dire, chi vuole e deve intendere, intenda.      

 

Giuseppe Palella

  


Pubblicato il 8 Gennaio 2014

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