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Schittulli in corsa per le regionali, con o senza le primarie del centrodestra

Il presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, con o senza le primarie del centrodestra, è in corsa per fare il candidato presidente della Regione Puglia alle elezioni del 2015. Infatti, i dirigenti del Movimento civico-politico che si richiama al noto oncologo barese, dopo un serrato confronto interno finalizzato a delineare il percorso da intraprendere per la competizione elettorale regionale della prossima primavera, hanno unanimemente riaffermato la necessità che il professor Schittulli, espressione della società civile e da cinque anni a capo dell’ente di via Spalato e dell’Unione delle sei Province pugliesi, accetti la sfida della competizione elettorale. E ciò sia attraverso lo strumento delle primarie, sia con altra soluzione che unisca i partiti della coalizione e le forze politiche e civiche di ispirazione cristiano-popolare. Un impegno politico, quello richiesto a gran voce a Schittulli dai dirigenti regionali e provinciali del suo omonimo Movimento, che a detta degli stessi dirigenti è indispensabile ad una regione come la Puglia, che “necessita di un radicale cambiamento, a garanzia di uno sviluppo certo in termini soprattutto di lavoro e di politiche socio-sanitarie”. In sostanza l’oncologo barese, che passerà alla storia come l’ultimo presidente della Provincia di Bari eletto a suffragio universale prima della trasformazione in Città metropolitana, nonché presidente nazionale della Lilt, la Lega italiana per la lotta ai tumori, potrebbe essere la figura a cui la coalizione pugliese di centrodestra si affiderebbe per sconfessare i pronostici che al momento la danno perdente nel 2015 per la terza volta consecutiva alle regionali, come si è già verificato alle amministrative baresi dello scorso fine maggio. Infatti, come è noto, secondo le risultanze di un recente sondaggio, reso noto attraverso le pagine del maggior quotidiano locale, le intenzioni di voto della maggioranza dei pugliesi vedrebbero in testa la coalizione di centrosinistra, a prescindere dal nome che la guiderebbe. Il vantaggio del centrosinistra, emerso dallo stesso sondaggio, sarebbe compreso in una forbice tra 5 e 7 punti percentuali rispetto al risultato conseguibile dal centrodestra. Differenza, questa, che non sarebbe difficile né insormontabile da recuperare e superare, se si considera che mancano ancora sei o sette mesi alla consultazione regionale e che il centrosinistra pugliese di fatto ha già avviato la propria campagna elettorale con i preparativi per le primarie del 30 novembre prossimo, quando sceglierà definitivamente il nome da candidare alla guida della coalizione, mentre i partiti di centrodestra sono ancora praticamente fermi, perché alle prese con le note controversie interne legate sia al criterio con cui individuare il nome da candidare alla presidenza della Regione, sia alla composizione politica della stessa. Infatti, la principale questione interna al centrodestra è di carattere nazionale e riguarda l’eventuale possibile alleanza tra Forza Italia e l’altra forza politica partorita dalla scissione del Pdl, ossia il partito di Angelino Alfano (Ncd). Accordo che, se andrà in porto, interesserà quasi sicuramente anche altri due partiti nazionali di area centrista, l’Udc e Scelta civica, che alle prossime regionali dovrebbero seguire Ncd nell’alleanza con Fi. Per cui, in caso di un patto nazionale tra i partiti  innanzi citati, anche la Puglia rientrerà sicuramente nell’accordo ed il nome da presentare alla guida della coalizione sarà indicato dal tavolo romano dei predetti partiti. Tale soluzione, oltre a mettere fine ai contrasti locali al centrodestra sul criterio di scelta del nome da candidare a presidente della Regione, sarebbe anche una garanzia per la coalizione locale, in quanto il nome indicato sarebbe sicuramente quello con maggiori possibilità di vittoria. Da non dimenticare, infatti, che in passato, quando tale indicazione è stata demandata ad una decisione locale in contrasto con le indicazioni nazionali, come nel 2010, il centrodestra alla fine è uscito sconfitto alle elezioni. Quindi, difficilmente questa volta nel centrodestra la decisione sarà affidata unicamente alla dirigenza locale dei partiti che formeranno la coalizione, come vorrebbe invece il leader forzista pugliese, Raffaele Fitto, che ha proposto, per il 23 novembre prossimo, le primarie di coalizione come metodo di scelta del candidato governatore. Ma l’indicazione romana del nome impegnerebbe al massimo anche i responsabili locali di tutte le forze che comporranno la coalizione di centrodestra, perché sarebbero chiamati a mettere in campo tutte le energie possibili per far vincere il candidato indicato. Ed in caso di scarso impegno, o defezioni, gli stessi sarebbero chiamati a risponderne direttamente ai vertici dei rispettivi partiti. Infatti, se si verificassero da parte di qualcuno “giochetti” che agevolino la coalizione opposta, le conseguenze sul piano politico personale potrebbero non essere senza conseguenze. In definitiva, il presidente della Provincia di Bari, Schitulli, potrebbe aver avuto notizie attendibili sull’evoluzione delle trattative romane in corso tra le forze del centrodestra e contestuali rassicurazioni sul suo nome, per cui il suo Movimento non ha perso tempo nel fargli da sponda, invitandolo a scendere subito e comunque in campo. Tanto, stando così i fatti, è l’unico che può tentare la sfida con concrete possibilità di vittoria contro il candidato del centrosinistra alle prossime regionali. Sia che si tratterà di Davide che di Golia.      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Settembre 2014

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