Cronaca

Schittulli si lamenta e Cassano fa la difesa d’ufficio del governo Renzi

Il coordinatore pugliese di Ncd, il senatore Massimo Cassano, che è anche sottosegretario al Lavoro nel governo Renzi, non si limita soltanto a lanciare frecciate polemiche contro un noto esponente locale di Forza Italia, l’ex ministro Raffaele Fitto, che negli ultimi dieci anni non è riuscito a far vincere in Puglia la coalizione di centrodestra né al Comune di Bari, né alla Regione, ma non si risparmia note polemiche neppure nei confronti di un altro esponente politico di spicco del centrodestra locale, il presidente della Provincia di Bari e dell’Upi pugliese Francesco Schittulli, leader dell’omonimo Movimento politico. Però, questa volta l’intervento del senatore Cassano rappresenta forse più una difesa d’ufficio del governo Renzi, per i tagli effettuati sui costi delle Province, che un attacco politico all’interno del centrodestra. Infatti il sottosegretario Cassano, in risposta alle preoccupazioni di Schittulli sull’ulteriore taglio di risorse effettuato dal Governo alle Province e future Città Metropolitane, ha dichiarato che “è dal 1970, cioè da quando sono state create le Regioni, che si dice che le Province non hanno più senso ai fini del miglior governo del territorio”. E Cassano, dopo aver ricordato la propria parentesi politica all’interno dell’Ente di via Spalato facendo un resoconto di quell’esperienza, ha dichiarato: “Non posso che sottolineare di aver dovuto constatare il bassissimo impatto prodotto sulla qualità della vita dei cittadini, e non per demeriti dei rappresentanti politici e del personale amministrativo, ma per una evidente inutilità, o per un’inutile sovrapposizione con i compiti spettanti ad altri enti locali, primi fra tutti i Comuni. Di certo resta solo il costo che era e resta elevato per la collettività, a fronte di un periodo socio-economico del Paese che meriterebbe una generale assunzione di senso di responsabilità da parte della classe dirigente”. Cassano, continuando la nota di risposta ai rilievi sollevati precedentemente dal presidente delle Province pugliesi, ha fatto presente che, pur concordando in materia di contenimento dei costi della politica da parte di tutti i livelli istituzionali e di governo, non va tuttavia dimenticato che “La Provincia è l’ente intermedio, tra il Comune e la Regione, che dovrebbe conoscere al meglio le realtà delle varie comunità, ma da qui a tradurne in atti qualitativi le peculiarità ed esigenze, ce ne corre”. Infatti, il noto esponente pugliese di Ncd ha pure rilevato che “Bisognerebbe solo avere il coraggio di ammetterlo, magari nell’ambito di un ampio dibattito democratico, per aprire un fronte di collaborazione tra i cittadini e le Istituzioni territoriali”. Una collaborazione necessaria, secondo Cassano, visto che “Troppo spesso ci siamo trovati di fronte a sprechi ed abusi che il Paese non può più tollerare”. Ed in proposto  ha ricordato che in Italia le Province ‘mantengano’ 4.520 amministratori”. Dato, questo, che un libro di inchiesta, diffuso a livello nazionale, ha messo in mostra  insieme ad un lungo elenco di “avvenimenti” finanziati negli anni passati che – sempre secondo il sottosegretario barese al Lavoro – è imbarazzante ricordare in questa fase di dura crisi. E lo stesso Cassano, alla fine della nota, si chiede:“Ma chi ci pensa ai costi? Ma chi ci pensa agli sprechi? Chi pensa ad un raggio di azione del tutto inutile e sovente capace solo di ingarbugliare ulteriormente – e quindi paralizzare – la già complicata macchina amministrativa e burocratica?” Domande, queste, a cui però Cassano non da alcuna risposta, lasciando così intendere che la scelta del governo Renzi di ridurre ulteriormente le risorse a disposizione delle Province e delle future Città Metropolitane alla fine è una scelta dolorosa, ma forse necessaria. Sta di fatto, però, che Schittulli nel lanciare l’allarme per i tagli del governo alle Province e future Città metropolitane era stato esplicito nell’evidenziare che “Non è decisamente chiaro” come dovrebbe avvenire secondo il decreto Delrio (ossia quello varato lo scorso fine marzo dal governo Renzi) l’avvio delle Città Metropolitane, dopo aver svuotato di funzioni le Province e sottratto ulteriori risorse destinate agli Enti locali. Infatti – aveva spiegato in precedenza il Presidente della Provincia di Bari – “Questo decreto legge prevede tagli ai bilanci delle Province per 444milioni per il 2014, mentre per il prossimo anno opera tagli alle Città Metropolitane di 576 milioni. Anche se parlare di tagli sarebbe improprio, visto che nel decreto, praticamente, si prevede che siano le Province a dover versare allo Stato parte dei tributi riscossi per i servizi resi. Ne deriva non solo la compromissione dei i servizi erogati dalle Province, ma anche una seria ipoteca sull’avvio delle Città metropolitane che, nel frattempo, dalle attuali dieci (più due a Statuto speciale, Trento e Bolzano), saliranno a 17 con il riconoscimento di Città metropolitane alle Province di Messina, Catania, Palermo, Cagliari e Triste da parte delle rispettive Regioni a Statuto speciale”. Considerazioni, queste ultime, che portano Schittulli a dichiarare che le misure previste dal decreto Delrio sono pesantissime, se non del tutto insostenibili per le Province. Infatti, il rappresentante della Provincia di Bari e dell’Upi Puglia conclude, poi, sostenendo che “Queste metteranno a rischio il patto di stabilità e di fatto manderanno automaticamente in dissesto gli enti. Con gravi ripercussioni sui servizi e sui dipendenti. Sotto questi auspici negativi nasceranno poi le Città metropolitane”. Difatti tali perplessità hanno indotto il presidente nazionale dell’Upi, Antonio Saitta, a chiedere un incontro urgente con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per discutere delle misure previste dal decreto legge sulla ‘spending review’  per Province e Città metropolitane. Incontro che sarà preceduto da una riunione di tutti dirigenti di Ragioneria delle Province italiane, convocato per domani a Roma, sempre su iniziativa dell’Upi nazionale, al fine di proporre miglioramenti significativi alla legge n.66/2014, che è quella con cui il governo Renzi ha riformato l’ente Provincia ed istituendo, per gli innanzi ricordati capoluoghi, in sostituzione di esso il nuovo ente della ‘Città metropolitana’ dal primo gennaio 2015. E, come rilevato, tra queste località rientra la provincia barese.           

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 8 Maggio 2014

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