Cronaca

Schittulli: “Sono solo i sindaci della provincia ad essere i protagonisti del loro futuro amministrativo”

E’ utile la nuova città metropolitana? E se è utile, che statuto e che regole si dovrà dare? Di questo se ne è discusso in una riunione allargata nella sala consiliare dell’Ente di via Spalato, dove erano presenti 33 sindaci su 41 della Provincia di Bari. All’incontro sono intervenuti il Presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, l’assessore del Comune di Bari alla Città Metropolitana, Filippo Barattolo, il Presidente dell’ANCI Puglia, Luigi Perrone e la responsabile POS Città metropolitana e Decentramento del Comune di Bari, Maria Cristina Di Pierro. In apertura della seduta plenaria, il Presidente Francesco Schittulli, ha ribadito ai sindaci la necessità di “giungere, quanto prima, all’elaborazione di una bozza di Statuto per sottoporla all’attenzione del Ministro Patroni Griffi”. E poi ha aggiunto: “Non esiste un orientamento forte del Presidente della Provincia di Bari o del Sindaco di Bari che debba prevalere perché, in questo percorso di riordino, sono solo i sindaci della provincia di Bari ad essere i protagonisti del loro futuro amministrativo. A questi deve essere riconosciuto ampio mandato sul da farsi. Ovvero, si deve tener conto di quelle che rappresentano le loro aspirazioni od esigenze, ed anche delle loro riflessioni sull’opportunità o meno di entrare a far parte della Città Metropolitana. Per questi motivi, invito i sindaci dei comuni a convocare i Consigli provinciali per operare una scelta importante sul loro futuro”.La riunione è stata preceduta da un incontro tra i Sindaci di Alberobello, Bitonto, Gioia del Colle, Turi, Polignano a Mare, Putignano e Sannicandro, durante il quale sono stati condivisi alcuni punti chiave, necessari all’elaborazione del nuovo statuto della nascente città metropolitana. Innanzitutto è da chiarire l’elezione del futuro sindaco metropolitano; in secondo luogo, il mantenimento dell’autonomia delle funzioni dei Comuni e degli organi comunali presenti: Sindaco, Giunta e consiglio comunale. Ma l’aspetto più rilevante di cui si è discusso, è stato senza dubbio quello riguardate le deleghe delle funzioni da attribuire al nuovo Ente: le funzioni sovracomunali (ad eccezione della viabilità e dei trasporti) in capo alla città metropolitana, saranno affidate alle macroaree metropolitane, ovvero la Conca barese, l’Area murgiana, Valle d’Itria e Terra di Bari. Le funzioni attualmente svolte dalla Provincia saranno assegnate ai Comuni, come la gestione delle scuole superiori di secondo grado presenti sul territorio comunale; la polizia provinciale e specificatamente ambientale, distribuita in proporzione alla popolazione locale; le attività culturali e turistiche e i servizi sociali. Durante la riunione, sono state sollevate dai rappresentanti dei Comuni delle problematiche relative all’adesione alla città metropolitana. A questi dubbi interpretativi ha risposto Maria Cristina Di Pierro: “I Comuni che si trovano all’interno del territorio metropolitano, avranno due opzioni. Potranno decidere di aderire alla città metropolitana oppure lasciare che il Governo decida se rientrano o meno nei suoi confini. Mentre i Comuni che si trovano ai margini avranno la possibilità di spostarsi in un’altra provincia, ma lo dovranno fare con delibera comunale. In assenza di questa – ha proseguito la Di Pierro – il Governo interverrà sulla base dell’attuale situazione”. La conferenza metropolitana dovrà  preparare e approvare lo statuto provvisorio della Città metropolitana entro il 1° novembre del 2013. La nuova istituzione dovrà essere avviata il 1° gennaio 2014, contestualmente alla soppressione della Provincia, anche se la riduzione delle province pugliesi sta provocando “mal di pancia” tra i politici, soprattutto per quanto riguarda la sopravvivenza della Bat. Qualcuno vorrebbe tentare nuovi accorpamenti di Comuni per raggiungere un territorio di almeno 2.500 chilometri quadrati, come impongono la legge e le deliberazioni del Consiglio dei ministri. Ma sarebbe sufficiente leggere le direttive ministeriali per capire che i requisiti minimi, superficie e popolazione di almeno 350mila abitanti residenti, dovevano essere presenti al momento della delibera, cioè il 20 luglio scorso. Tra le voci più autorevoli presenti al dibattito, quella dell’Onorevole Antonio Azzolini, sindaco di Molfetta nonché Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei deputati: “Il 5 ottobre presenterò in consiglio comunale la proposta di non aderire alla città metropolitana, poiché secondo me non ha alcun senso. La suddetta istituzione ha purtroppo tre vertici: Monopoli, Altamura e Molfetta. Realtà troppo diverse fra di loro e quindi troppo distanti. Credo, dunque, che i problemi aumenterebbero in modo esponenziale e non si risolverebbero. Inoltre, i costi reali del nuovo Ente sono tuttora sconosciuti e non quantificabili. Sarebbe, al contrario, più utile un ritorno alla semplicità, mantenendo intatto l’attuale assetto istituzionale”. La Città metropolitana, dunque, è per alcuni una grande occasione per quei Comuni che decideranno di farne parte e sarà ben più importante delle Province, in quanto avrà più poteri e maggiori risorse finanziarie. Mentre per altri, sarà solo l’ennesimo spreco di denaro pubblico.

Nicole Cascione


Pubblicato il 25 Settembre 2012

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