Schlein a Bari irremovibile su Leccese, minacce e scambi d’accuse con Conte
Sul palco insieme alla segretaria dem anche Decaro ed Emiliano, che non sono intervenuti. Nessuna spiegazione al veto del Pd su Laforgia, ma disponibilità ad un terzo nome
Le primarie che avrebbero dovuto svolgersi domenica 7 aprile a Bari dovevano servire a cementare l’unità del campo largo dei progressisti, con l’individuazione del nome da sostenere unitariamente alle amministrative di giugno per il dopo Decaro. Invece la mancata celebrazione (come è noto, non si faranno più perché il M5S a 72 ore dal voto ha ritirato la propria adesione) rischia ora addirittura di compromettere la tenuta stessa della coalizione di centrosinistra, per le accuse e contro accuse che stanno scaturendo dall’improvvisa indisponibilità dei pentastellati alle primarie, dovuta alla seconda ondata di arresti per voto di scambio e che, questa volta, ha visto addirittura lambire un’esponente di spicco del Pd, Anita Maurodinoia, che ha contribuito pesantemente alla riconferma sia del sindaco Antonio Decaro nel 2019 che a quella del governatore Michele Emiliano nel 2020. Infatti, dopo i fatti di giovedì scorso che hanno visto coinvolta la consigliera ed ora exassessora regionale dem Maurodinoia e le successive dichiarazioni del leader del M5S, Giuseppe Conte, che ha affermato che “non ci sono più le condizioni per le Primarie di domenica, anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, è venuta nel capoluogo pugliese, per ribadire il sostegno del suo partito alla candidatura a sindaco di Vito Leccese e rintuzzare le affermazioni di giovedì sera del leader dei pentastellati. Schlein è venuta ieri a Bari per la prima volta da quando è divenuta segretaria del Pd e lo ha fatto per venire a sostenere la candidatura di Leccese che, come è noto, non è neppure un candidato identitario dem, ma un civico sostenuto soprattutto dal sindaco uscente Decaro (Pd), di cui lo stesso Leccese è capo di Gabinetto, e dal governatore Emiliano. Invece il M5S, insieme a Sinistra italiana, Socialisti ed Italia Viva, sostiene – come è pure noto – la candidatura dell’avvocato Michele Laforgia. Quindi, questa prima presenza di Schlein nel capoluogo pugliese è capitata nel momento più delicato per la città, sia per le vicende giudiziarie accadute recentemente a Bari (l’ultima di giovedì scorso ha colpito addirittura un’assessora della giunta Emiliano, Maurodinoia per l’appunto, che è indagata nell’inchiesta per presunto voto di scambio, sia per la contestuale rottura nel campo largo con il Movimento 5 Stelle e i partiti che sostengono Laforgia e che propri a causa dei fatti giudiziari ultimi hanno deciso di rigettare le primarie a tre giorni dal voto. Schlein nel corso del suo comizio barese, in piazza Umberto, con il verde Anelo Bonelli ha ribadito che Leccese rimane in corsa per la successione a Decaro, accusando Conte di contribuire, con la sua decisione di abbandonare le Primarie, a rafforzare la destra a Bari. La segretaria dem nel suo intervento si limitata a ribadire ciò che già aveva dichiarato Leccese, che l’ha preceduta, ossia che il Pd è disponibile a ritirare il proprio candidato a condizione che anche Laforgia si ritiri dalla corsa a sindaco, per preservare l’unita del campo largo, ma convergendo su un terzo nome condiviso. Nessuno degli intervenuti, però, ha fatto conoscere le ragioni per cui Laforgia non dovrebbe candidarsi e, soprattutto, quali sono i motivi del “veto” del Pd al civico Laforgia, visto che anche Leccese in fin dei conti non è un iscritto del Pd. Insieme a Schlein, Bonelli e Leccese sul palco erano presenti anche Decaro ed Emiliano, che però non sono intervenuti. Dal comizio in piazza Umberto Schlein non ha dato alcuna risposta al pentastellato Conte, che proprio da Bari in mattinata aveva invitato il Pd “a rispettare le altre forze politiche e a smetterla con atteggiamenti offensivi”. Infatti, il leader dei pentastellati aveva affermato: “Invito i democratici a ritirare le accuse di slealtà nei nostri confronti” anche avvertendo: “Altrimenti ne prenderemo atto e sarà sempre più difficile lavorare con il Pd”. Insomma, il “caso Bari” per la scelta di una candidatura unitaria a sindaco rischia di diventare un “caso nazionale” e, tra l’altro, su un nome (Leccese) che non è neppure di un iscritto al Pd, ma che però sta di fatto creando problemi soprattutto nei rapporti tra Pd ed M5S. Infatti, il “caso Bari”, soprattutto alla luce delle recenti vicende giudiziarie e dello scontro sul nome da candidare a sindaco rischia di far implodere il campo largo progressista anche su scala nazionale. Insomma, Decaro ed Emiliano, che – come è noto – a febbraio del 2023 non ha sostenuto Schlein alla segreteria del Pd, ma – come si ricorderà – Stefano Bonaccini, potrebbero giocare un brutto scherzo alla segretaria dem con il “caso Bari”, spingendola sempre di più in un vicolo cieco, con pesanti ripercussioni in campo nazionale per il Pd. Ed il comizio di ieri a Bari della Schlein potrebbe essere stato, forse, un primo passo in tal senso.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 6 Aprile 2024