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Scoppia la pace nella maggioranza di Emiliano, ma forse è più una “tregua”

La pesante sconfitta elettorale del centrosinistra anche in Puglia alle recenti elezioni politiche del 4 marzo scorso e la contestuale avanzata del M5S e Lega hanno fatto scoppiare la pace nella coalizione che sostiene il governatore Michele Emiliano (Pd) nell’aula barese di via Capruzzi del consiglio regionale. Infatti, come rilevato in una nota anche da Nino Marmo, capogruppo di Forza Italia alla Regione, i consiglieri pugliesi di centrosinistra da mesi “hanno litigato sulla stampa e nei corridoi per nomine e incarichi assessorili” ed ora stranamente “senza che sia cambiato nulla di rilevante, apprendiamo che la maggioranza di Emiliano si sarebbe ricompattata”. Ed è per questo che l’esponente forzista della Bat, come forse anche tanti cittadini pugliesi, vorrebbero chiedere ai tanti autorevoli esponenti del centrosinistra regionale che siedono nell’aula di via Capruzzi “cosa mai gli abbia detto Emiliano durante il vertice di ieri (ndr – mercoledì 4 aprile) per riuscire a sedare i conflitti senza dar soddisfazione, nei fatti, a nessuno, e mettendoli probabilmente sotto incantesimo”. Un incantesimo che probabilmente non potrà durare a lungo, perché se le ragioni della pace attuale all’interno della coalizione sono dovute unicamente agli effetti dell’esito elettorale disastroso per il centrosinistra pugliese, e in particolar modo per il Pd, alle recenti politiche e non anche ad una ritrovata armonia tra le diverse fazioni politiche che lo compongono, oltre che all’interno del principale partito della coalizione, ossia il Pd, allora la situazione è verosimilmente destinata a mutare ulteriormente. Quando? E’ presto per dirlo. Di certo non a breve, perché tra un paio di mesi in Puglia ci sarà un nuovo testo elettorale, con la chiamata al voto delle amministrative per poco più di una cinquantina di Comuni. Vale a dire circa un quinto dei centri comunali della regione. Nel frattempo, a fine aprile, si conosceranno anche gli esiti di due importanti consultazioni regionali (il Molise ed il Friuli-Venezia Giulia), per cui, se la “pace” ritrovata da Emiliano ieri in consiglio regionale è dovuta a fattori politici di opportunità contingente, non è detto che in seguito le fibrillazioni verificatesi in precedenza all’interno del centrosinistra regionale cessino definitivamente. E ciò soprattutto se le scelte del governatore per i nomi del rimpasto di giunta non dovessero corrispondere alle aspettative ed al rispetto degli equilibri interni ed esterni ai partiti della maggioranza. Ma forse non è solo questo il nodo da sciogliere per una “pax” duratura nel centrosinistra pugliese, perché – a detta di qualche bene informato sulla situazione politica regionale – ai “nomi” nuovi da portare nell’esecutivo deve corrispondere anche un nuovo modo di agire del governatore pugliese e, quindi, ad un’inversione di rotta nella guida della Regione fino alla fine della legislatura. Ed un segnale importante in tal senso potrebbe venire dalla nomina di un assessore alla Sanità, cosa che – come è noto – Emiliano non ha fatto da quando, nel 2015, si è insediato, tenendo per se la delega più importante e politicamente qualificante per una Regione. Ma proprio sulla nuova “rotta” del governo regionale, più volte invocata da molti esponenti di maggioranza prima delle politiche di marzo scorso, e sulla designazione di uno specifico assessore alla Sanità non pare che ci siano state novità sostanziali al “conclave” tenuto da Emiliano mercoledì scorso. Anzi, tale vertice – a detta di qualcuno dei partecipante – sarebbe stato più un summit per spiegare ai partecipanti la strategia futura del Pd in Puglia, per gli appuntamenti elettorali dei prossimi due anni, che un confronto per concordare e condividere il da farsi, per meglio governare la Regione. Infatti, che l’atteggiamento del governatore pugliese possa essere stato ancora una volta impositivo piuttosto che collaborativo con i consiglieri della sua maggioranza, lo ha ipotizzato anche il capogruppo forzista, Marmo, nella nota di commento alla seduta di consiglio regionale svoltasi ieri. “La stranezza – ha affermato Marmo – è che mentre da un lato (ndr – Emiliano) ha detto a tutti gli altri suoi ‘abbassate gli occhi’, falcidiando la propria giunta; dall’altro lo abbiamo ascoltato in Aula, sbilanciandosi in un moto di protezione verso la neo collega Maurodinoia (ndr – subentrata al barese Marco Lacarra del Pd, neo-eletto alla Camera) e invitandola a guardare chiunque dritto negli occhi”. “Un salto imprudente – ha osservato inoltre il, capogruppo di Fi – per un Presidente-magistrato, posto che nei confronti della neo eletta verte un procedimento giudiziario ancora in fase di definizione”. E questo per dire che l’atteggiamento di Emiliano nei confronti dei consiglieri della sua maggioranza, forse, non è sostanzialmente cambiato anche dopo l’ultimo vertice di coalizione. Infatti, i nomi per il rimpasto di giunta sono ancora incerti, la delega alla Sanità resterà verosimilmente ancora nelle sue mani ed la tanto invocata inversione di rotta, alla fine, sarà un tirare dritto sul percorso politico finora adottato. Ed anche per queste ragioni è assai probabile che la “pace” scoppiata nell’ultima seduta di consiglio all’interno della maggioranza regionale sia più che altro una “tregua”, perché gli sviluppi veri del quadro politico pugliese sono ancora tutti da venire.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Aprile 2018

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