Cronaca

Scoppia la violenza: San Nicola in mano agli abusivi delle ‘fornacelle’

Scene di violenza così, forse, a Bari non se ne vedevano da quasi quaranta anni e cioè da quando fu ucciso Benedetto Petrone, in una fredda notte di novembre del 1978 e così anche la festa del Santo Patrono di ieri e l’altro ieri sarà ricordata a lungo per le urla di chi, pur infrangendo la legge, ha dovuto piegare la testa davanti alle divise, per il traffico deviato, per la polizia in assetto antisommossa e –insomma- per la protesta dei venditori abusivi. Una protesta tanto violenta quanto inaspettata, dopo che nei giorni precedenti alla sagra di San Nicola, il Comune del sindaco Decaro e del comandante della Polizia Municipale Nicola Marzulli avevano già promesso di adottare la linea dura contro gli ambulanti senza licenze che vendevano carni, panini e bevande senza permessi. E così è stato, ma i venditori abusivi ieri hanno deciso di reagire con una forza e una violenza che, appunto, pochi avevano messo in conto. Una violenza non si sa se studiata a tavolino, ma certamente con qualche stratagemma dettato dal caso, come avviene sempre in questi casi. Ma cos’è accaduto soprattutto nella giornata di ieri, sul lungomare di Bari durante la sagra di San Nicola? Un centinaio ambulanti –raccoltisi a poco e sbucati da ogni parte, mano a mano che i vigili fermavano i venditori di bevande e carni senza licenza – hanno messo in atto una protesta senza precedenti, sul lungomare tra piazza Diaz e il molo San Nicola. Gli stessi posti dove già nei giorni scorsi c’erano state le prime avvisaglie, con qualche scontro e diatriba con gli stessi poliziotti municipali. Ma nessuno, ripetiamo, avrebbe mai potuto prevedere la reazione dei commercianti ambulanti, aizzati nuovamente e con reazioni senza precedenti (sul Sindaco Decaro sono piovute addirittura minacce di morte) quando la polizia municipale ha fermato i gruppetti che provavano a posizionare le celle – frigorifero e le classiche ‘fornacelle’ –come le chiamano a Bari – su cui arrostire involtini e carni varie, pur senza avere licenze. A metà mattinata, poi, la miccia che ha fatto esplodere la polveriera, con i vigili impegnati a sequestrare una dozzina di vasche – frigorifero e alcune braci, per cui sono arrivati anche un paio di automezzi dell’Azienda municipalizzata alla Nettezza Urbana, per il successivo sequestro. Mai l’avessero fatto: sparite le chiavi dei due furgoni, sicuramente sottratte con la forza dai più facinorosi, c’è stato bisogno di attendere i rinforzi e soprattutto i doppioni delle chiavette di accensione, mentre i due camioncini erano stati messi di traverso sulla strada e i tavolini gettati sull’asfalto. Una ventina di ambulanti abusivi, che volevano continuare a vendere bibite e carne arrostita senza autorizzazione, sul lungomare Di Crollalanza, hanno minacciato gli autisti, salendo sui camionicini e si sono impadroniti delle chiavi. Poi, all’arrivo di carabinieri e polizia, si sono spostati in piazza Diaz, dove c’era il Villaggio del Gusto, per impedire di aprire le attività regolari: lungomare chiuso al traffico e forze dell’ordine a identificare gli ambulanti che protestavano. Alla fine tutto il tratto del lungomare interessato dalla protesta e’ stato chiuso al traffico, presidiato dalle forze dell’ordine, in un’aria che non rassomiglia certo a un’allegra sagra paesana, anche se la situazione appare progressivamente avviarsi verso la normalita’. Anche se da piazza Diaz ieri in molti abusivi si erano fatti in quattro per convincere –senza troppi giri di parole – gli altri ambulanti, compresi quelli in regola, a sgombrare la loro mercanzia. “Se non lavoriamo noi, qua non lavora nessuno”, il motto molto chiaro e convincente, che ha convinto tutti a chiudere in anticipo la festa. Alla fine degli scontri, a parte qualche piccola contusione, solo una giovane ha fatto ricorso alle cure dei sanitari, e quasi sicuramente sporgerà denuncia contro l’uomo che ha lanciato una bottiglia di birra, subito identificato dalle forze dell’ordine. Conclusione? A Bari quando si fanno valere regolamenti, leggi ed ordinanze sindacali si scatena la guerriglia, segno evidente che le belle parole del sindaco, prefetto e di un questore appena arrivato, servono a poco e niente, contro i capiclan che si nascondono dietro i picciotti delle loro famiglie, addestrati a spadroneggiare perché…se non lavorano (abusivamente e illegalmente) loro, a Bari non lavora nessuno. E così è stato e sarà. Ma oggi è un altro giorno, la squadra lotterà per la promozione in Serie A e i soliti intellettuali, su ciò che è accaduto alla festa patronale, scriveranno sulle pagine colte dei giornali per ricordare che a Bari ci vuole l’Esercito (come se già non ci fosse…) e che bisogna aspettare il prossimo incontro del Comitato Pubblico di Sicurezza, per vedere rispettata la legge. Massì, con quegli incontri nel Palazzo del Governo cui partecipava sempre Emiliano e adesso anche Decaro si potrà rivedere ordine e disciplina in Città, anche nei vicoli di Bari Vecchia o di San Pasquale, Libertà o Carrassi dove ogni tanto si spara. Ma loro, sindaci, prefetti, qualche assessore più ciarliero e questori, ne approfitteranno nuovamente per ripetere che non hanno paura. Annunciando la linea dura nei confronti dei venditori ambulanti irregolari e dei pistoleri da Far West. E loro, gli abusivi delle ‘fornacelle’? Già stasera e sicuramente nei prossimi fine-settimana, quando farà più caldo, birre, aranciate, coca/cola e ‘gnumiridd’ riappariranno come e più di prima, tanto le acque si saranno calmate. Però, magari un po’ più in là, verso Fesca e San Girolamo, così i vigili girano al largo….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 10 Maggio 2016

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