Scritte intimidatorie contro la sede di Casapound
Alla vigilia del 41° anniversario dell’omicidio di Benedetto Petrone, sono apparse delle scritte intimidatorie contro la sede cittadina di Casapound. Durante la notte infatti, ignoti hanno imbrattato la saracinesca del movimento con la scritta “Benny Vive. Voi vigliacchi senza storia e onore verrete cancellati. Fischia il vento”. Un atto intimidatorio in pieno stile anni di piombo, lo stesso periodo in cui venne coinvolto il giovane che il comune di Bari e le associazioni come ANPI e IPSAIC si apprestano a commemorare. Sul sito del comune di Bari è stata pubblicata una nota che elenca le iniziative per il 41 anniversario della morte di Petrone ma nessun accenno di condanna per il vile gesto compiuto ai danni di Casapound. “L’amministrazione comunale -si legge sul portale del comune- in collaborazione con il Comitato XXIV Novembre, il Coordinamento provinciale antifascista, l’ANPI e l’IPSAIC, organizza una serie di eventi, che di seguito si elencano: deposizione di una corona di alloro presso la targa stradale di via Benedetto Petrone, manifestazione del Coordinamento antifascista per le vie della città vecchia, deposizione di una corona di alloro presso la lapide commemorativa in piazza Libertà presentazione a Palazzo di città della pubblicazione degli atti del convegno Seminario di studi “Benedetto Petrone, gli anni ‘70 e la città di Bari con l’intervento del sindaco Antonio Decaro, dell’assessore alle Culture Silvio Maselli, del prof. Luigi Masella, direttore della Fondazione Gramsci di Puglia, del prof. Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (IPSAIC) e i curatori del volume Francesco Altamura, Annabella De Robertis e Lucio Nicola Fiore, ricercatori della Fondazione Gramsci. Il volume -prosegue la nota-raccoglie l’esito del lavoro svolto dai ricercatori della Fondazione Gramsci di Puglia su impulso dell’assessorato alle Culture del Comune di Bari sulle vicende che segnarono la storia della città di Bari negli anni 70 e, in particolare, sul brutale assassinio del giovane Benedetto Petrone. Vi confluiscono gli atti del seminario di studi tenutosi presso l’Università di Bari il 28 novembre del 2017 in occasione del 40° anniversario della morte di Petrone e il catalogo della mostra documentaria realizzata per l’occasione. La ricerca e le attività realizzate sono state suggerite dalla esigenza di conservare traccia del complesso di iniziative posto in essere e ambisce ad essere un contributo alla costruzione di una memoria ampia e plurale di quegli avvenimenti, della vicenda umana e politica di Petrone della diffusa partecipazione democratica che opposta dalla città di Bari alla violenza neofascista può tutt’oggi continuare a parlare alle più giovani generazioni.Nel pomeriggio -conclude la nota- su iniziativa del Coordinamento antifascista si terrà una tavola rotonda presso il circolo Zona Franka sul tema “Dire no al neofascismo e al razzismo: il ruolo delle istituzioni democratiche e della cittadinanza attiva”. Insomma un’intera giornata dedicata dall’amministrazione comunale a ricordare le vicende dell’estrema sinistra guardandosi bene da condannare il clima di odio politico risvegliatosi già in occasione delle visite nel capoluogo pugliese del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, culminato con attacchi vandalici di ogni tipo, dalle scritte sui muri puliti della città alle provocazioni verso militanti di movimenti di opposta fazione. Senza dimenticare il centro sociale nell’ex caserma Rossani “liberata” dove viene tollerato dall’amministrazione comunale qualsiasi comportamento illegale e da dove sono partiti raid e aggressioni antifasciste di ogni tipo. Intanto dalla pagina Facebook di Casapound Bari il movimento si difende e scrive: “All’ombra della scorsa uggiosa notte, ignoti (in realtà i soliti noti),hanno per l’ennesima volta sfogato la loro frustrazione sulla serranda della nostra sezione situata in Via Eritrea, passando per l’ennesima volta (per caso) da quella via. Prendendo atto del fatto che essi vivono in nostra funzione, senza produrre nulla di concreto per la società, ma vivendo all’ombra del nostro lavoro, inviamo un immenso bacione a tutti loro”. In attesa di una condanna unanime (se arriverà) da parte delle istituzioni cittadine sempre pronte a puntare il dito contro fascisti e razzisti del terzo millennio, ci auguriamo di veder quanto prima ripristinato il decoro urbano con la cancellazione delle scritte ingiuriose contro il Vicepremier Salvini e che le zone interessate dalla presenza di sezioni politiche di destra vengano maggiormente presidiate dalle forze dell’ordine per evitare ulteriori danni e atti intimidatori da parte dei vandali.
Maria Giovanna Depalma
Pubblicato il 28 Novembre 2018