Cultura e Spettacoli

Sculture da spiaggia

Ovunque abbondino le distese di sabbia, si gareggia. Si gareggia, persino a livello internazionale, a Jesolo, Cervia, Baia Domizia, Marina di Pisticci, Grado, Alassio…. In Puglia no, e tutto per colpa della carenza di arenili. Da noi basta un ettaro di spiaggia perché gli imprenditori calino come rapaci per accaparrarselo in concessione. Una volta spuntata la fungaia degli ombrelloni, che vuoi più trovare spazio per le sculture in sabbia. Peccato, perché sono cose, queste, che attraggono turisti e promuovono il gusto del bello senza danneggiare l’ambiente (mica poco).  Cose davanti a cui si resta basiti. Si stenta a credere che un semplice miscuglio di acqua e sabbia possa essere modellato come fosse argilla. E ancora di più fa meraviglia che queste creazioni possano per giorni resistere al sole, il quale  asciugando la sabbia dovrebbe produrne la sfaldatura. Ma c’è il trucco : è consentito nebulizzare sul lavoro finito una soluzione di acqua e colla vinilica. Questa operazione rende la superficie impermeabile e quindi trattiene l’umidità all’interno della scultura impedendo che questa si asciughi e quindi che crolli. Questo spiega come sculture che si presentano bianche e completamente disidratate non crollino. Quanto agli utensili impiegati, se ne trovano alcuni che sono in uso fra muratori. Ciò non toglie che molti manipolatori della sabbia, i quali operano anche in squadra quando la scultura è di grandi dimensioni (vedi immagine), preferiscano utilizzare mezzi che non si possono classificare come ’strumenti’. Parliamo di mezzi ‘impropri’, cioè cose di comune reperimento in cucina : mestoli, cucchiai, forchette… Altri scultori si affidano a strumenti, tutti realizzati in proprio e con materiali poveri, ciascuno destinato a produrre un ben determinato effetto. Quanto alle tecniche di costruzione se ne possono individuare tre. La prima, di più facile attuazione bastando un secchiello e una paletta, consiste nell’ammucchiare una sull’altra ‘frittelle’ di sabbia (che gli statunitensi amano chiamare ‘polpette’). La seconda, più laboriosa, tuttavia in grado di dare vita ad opere imponenti, prevede l’impiego di piccole casseforme di legno o in plastica (tecnica derivata dall’edilizia). Con entrambi i metodi è possibile ottenere la quantità di sabbia compatta da cui ricavare la scultura. La terza tecnica è di supplemento alle precedenti poiché consente di lavorare per montaggio. Ovvero, i dettagli (decori in prevalenza) vengono modellati a parte e in un secondo momento aggiunti alla scultura. Il campionato del mondo di sculture e castelli di sabbia si disputa ogni anno a settembre a Harrison Hot Springs, Vancouver, Canada.

Italo Interesse


Pubblicato il 3 Luglio 2019

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