Cultura e Spettacoli

Se il cattivo ladrone entra in chiesa…

Una settimana fa scrivevamo di atti sacrileghi in Puglia. Le ultime imprese dei profanatori risalgono quest’anno al 31 luglio (Sava dei Tirreni) e al 31 agosto (Bisceglie). Dobbiamo aggiungere un’altra data infausta. Tre giorni fa a Presicce, ancora nel Salento, due balordi (due venticinquenni con precedenti penali, arrestati poco dopo) hanno forzato un ingresso secondario della Chiesa Madre per poi penetrare nella sacrestia allo scopo di mettere le mani sul denaro racimolato con le offerte. Nell’idea di chissà quali cifre (ma questi infelici hanno fatto caso a quanto poco rende la questua che si fa durante la messa?), la rovinosa coppia ha messo a soqquadro il locale danneggiando anche una statua. A differenza dei due casi precedenti, qui l’intento blasfemo è assente. Vogliamo trarne motivo di magra consolazione? Il caso di Presicce riaccende i riflettori su due temi scottanti : la vulnerabilità delle chiese e il decadimento del crimine ai livelli più infimi. Vediamo il primo. A parte Cattedrali, Basiliche e Santuari, difesi da sofisticati (e costosi) sistemi di sicurezza, le altre chiese possono fare affidamento soltanto su quanto resta del tradizionale, solido senso del rispetto avvertito dall’uomo della strada verso i luoghi di culto. Restando ben poco di quel sentimento va da sé che qualunque mezza tacca della malavita possa accarezzare l’idea del ‘colpo’ in chiesa. ‘Colpo’, si fa per dire. Quello vero si potrebbe realizzarlo a danno del tesoro di San Nicola o di quello di San Gennaro, se non fosse che il primo è talmente protetto da sfiduciare persino Diabolik e Lupin e che il secondo può essere svaligiato solo al cinema (che spasso ‘Operazione San Gennaro’, il film diretto nel 1966 da Dino Risi). Non restano che i ‘colpetti’, quelli riservati ai rappresentanti del sottobosco del crimine organizzato, quest’orda di falliti e intossicati che non esitano a sporcarsi la faccia uccidendo un benzinaio per qualche centinaio di euro o forzando un distributore automatico di grattini oppure di bevande. Questi relitti disdegnati persino dai professionisti del crimine o al più dagli stessi usati per impieghi marginali, sono espressione di un più generale degrado del tessuto sociale. Potevano in questo diffuso clima di imbarbarimento morale fare eccezione i mascalzoni? Se si derubano ragazzini del cellulare oppure se si alleggerire d’una ruota una bicicletta ancorata a una transenna, perché non puntare alle offerte dei fedeli custodite in una chiesa? Una marea di spiccioli che rallenta la fuga, che nemmeno consente, salvo essere guardati con compatimento,  di pagare il conto in pizzeria. Al più, con quel mezzo chilo di metallo paghi una ‘dose’ di cattiva qualità. Quanto basta a trascinarsi al giorno appresso e ricominciare : borseggiare qualcuno sul bus o scippare un anziano della pensione? Se il cattivo ladrone entra in chiesa, non è per redimersi.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Ottobre 2016

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