Cultura e Spettacoli

Se il piccione ‘marcava cassetta’…

C’era una volta il tiro al piccione. Questo ‘sport’, poiché come tale classificato, toccò l’apice in occasione dei Giochi di Parigi del 1900, nell’occasione rientrando tra le discipline olimpioniche. Poi, lentamente, tale gara cominciò ad essere eliminata prima dai giochi olimpici, poi dal panorama sportivo di questo e quell’altro paese. Al momento, il tiro al piccione è praticato solo in Spagna, dove – fra non poche contestazioni – si disputano i campionati europei e mondiali di categoria. In Italia la disciplina ha smesso d’essere praticata alla fine degli anni settanta. Il tiro al piccione ha origini relativamente remote, essendo legato all’introduzione delle armi da fuoco (che il suo antenato prevedesse l’arco ?). Poiché i primi fucili accettabilmente precisi apparvero solo a metà Settecento, a quel periodo si può assegnare l’inizio della crudele pratica. Inizialmente a lanciare a mano le bestiole erano ‘serventi’ pronti a stendersi a terra per evitare d’essere colpiti. Questo sistema, che dovette considerare qualche morto, venne più avanti sostituito da quello che prevedeva la presenza di una gabbietta posta a terra. Azionata elettricamente, la gabbietta poteva aprirsi ad un comando del giudice di gara. Contestualmente, lo stesso comando imprimeva anche una leggera scossa all’intera gabbia, che era in metallo, allo scopo di spaventare la vittima e spingerla senza indugio verso l’unica via di fuga. Una volta che il piccione, libero ma dolorosamente ignaro, si alzava in volo, il concorrente faceva fuoco.Immagini il lettore l’aspetto del terreno di gioco a fine gara : una poltiglia di penne e carne. Ma ogni tanto qualche volatile la faceva franca. Oltre che impreciso, il tiratore poteva anche essere sfortunato. Succedeva infatti che i piccioni ‘marcassero cassetta’, cioè non si alzassero in volo o, al più, dopo essersi appena librati, tornassero a terra dopo un breve svolazzo ; e in basso, ad altezza d’uomo, per ragioni di sicurezza non era consentito tirare. Oppure poteva succedere che invece di piccioni, di fagiani o quaglie (tutta ‘merce’ d’allevamento) venissero utilizzati esemplari di palomas zuritos, una specie di piccione che scattava dalla cassetta con velocità fulminea e con varianti di volo talmente imprevedibili da mettere in difficoltà anche un ‘campione’ di tiro. A Bari si tirava al piccione nel poligono, successivamente adattato alla più civile disciplina del tiro al piattello, che trovava posto in un angolo dello Stabilimento Balneare Militare ‘Tiro a Volo’, posto tra lo sbocco di Lama Balice e Palese. Il tiro al piccione è stato sostituito da quello finalmente incruento ‘all’elica’ ; in sostanza, con le stesse modalità, si tira a un elica in plastica che, lanciata da un apposito strumento, si avvita in aria riproducendo lo stesso movimento di un volatile. Un gesto di civiltà che risale al 1968 e che proviene dal Belgio.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 15 Gennaio 2022

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