Cultura e Spettacoli

Se le rette parallele s’incontrano…

Valutare gli spettacoli di Antonio Rezza è strada in salita. Quel ch’è peggio, la pendenza cresce a misura che la striscia dei suoi lavori s’allunga. Ma adesso l’interrogativo di fondo che riguarda questo artista (cosa va cercando Rezza dalla vita, da sé e dal prossimo?) si appesantisce di un sospetto : che il nostro eroe stia da tempo rimbalzando contro il muro che si leva in fondo al vicolo cieco nel quale si è infilato? Dopo cose come ‘7-14-21-28’, ‘Fratto_X’ e il recente ‘Anelante’, che fra sabato e domenica scorsi è stato in cartellone al Kismet, è difficile immaginare Antonio Rezza in grado di non ripetersi. Un poco l’artista novarese si è complicato la vita nel momento in cui, di fatto, ha scelto di non deludere le aspettative di un pubblico inizialmente curioso (perciò disposto a ‘lavorare’ scavando sotto la buccia di ogni intemperanza verbale) ma che dopo si è manifestato pigro, disposto ad adagiarsi nel consumo di una comicità questa volta avvertita come superficiale e fine a sé stessa. Ciò non toglie che, pur in mezzo a ripetizioni e forzature di dubbio gusto – non di meno graditissime alla platea – anche ‘Anelante, quest’ultima forma di dissenteria del pensiero sia prodiga di intuizioni brillanti, di dubbi che si accendono come lampi ‘formativi’. In effetti, Freud, questo scienziato implacabile quanto un Pubblico Ministero nell’inchiodare l’Uomo sul banco degli imputati con una morra di sensi di colpa, complessi e pulsioni inconfessabili, è stato davvero d’aiuto all’umanità? E perché la geometria – di cui per esempio gli antichi polinesiani facevano serenamente a meno – deve tormentarci l’esistenza? Dopotutto, “se le parallele s’incontrano all’infinito è un problema loro”. Insomma, certo sapere è dannoso, specie quando rappresentato da libri : Chi legge un libro è o non è costretto al silenzio dall’autore? Ergo, chi scrive compra il silenzio del lettore, il quale a sua volta comprando un libro “fomenta e capovolge l’omertà”… In ‘Anelante’ Rezza si conferma ancora inesauribile ed esagerato giullare di un mondo socialmente incancrenito. Come un profeta in patria, consapevole dell’impellenza di destare uomini immersi nel sonno della ragione, Rezza alza la posta. Lo fa a modo suo, naturalmente, sicché ‘Anelante’, che conferma il colore alienato e inafferrabile delle precedenti produzioni, tocca questa volta il macabro, si decompone in contorcimenti laidi e persino blasfemi. Tanto sforzo, tuttavia, sembra essere divenuto insufficiente a scrostare la glassa idiota in cui la gente si è fatta immergere. Che sia il caso di cambiare strategia? Insieme a Rezza, avvolti dall’efficace scenografia di Flavia Mastrella, che parte da un’idea di gusto espressionista, erano i ben disciplinati Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini ed Enzo Di Norscia.

Italo Interesse


Pubblicato il 4 Maggio 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio