Cronaca

Se ne accorge solo adesso dei “disonesti” delle municipalizzate?

La notizia dell’arresto del 54enne barese Giuseppe Bosco,dipendente dell’Amiu,ci è giunta ieri intorno a mezzogiorno in redazione, e si è subito percepita una cosa: non era la solita notizia di cronaca nera. Un altro dipendente delle municipalizzate finito in manette per furto, a questo punto ,dovrebbe porre seri interrogativi sui criteri di assunzione di  una parte del personale dalla fedina penale non certo immacolata. Occorre andare indietro col tempo – decenni – a certe logiche elettorali e clientelari,allorquando nelle municipalizzate baresi si assumevano personaggi legati alla criminalità organizzata che garantivano pacchetti di voti agli amministratori locali. E’ stato, e lo è tutt’ora, Il classico segreto di Pulcinella, tollerato dall’ipocrisia di molti e dal bieco tornaconto di chi sugli scranni comunali si è seduto,nel corso degli anni, non certo per fare gli interessi della città. Dopo il clamoroso arresto del boss del rione Carrassi Francesco Diomede, anch’egli dipendente dell’Amiu Puglia, un altro impiegato della stessa azienda ,conosciuto alle forze dell’ordine , è stato arrestato in flagranza di reato, sorpreso con “le mani nella marmellata” con l’accusa di tentato furto aggravato. Per l’assunzione di Diomede, ricordiamolo, è attualmente indagato dalla Procura barese il presidente dell’Amiu , l’avv. Gianfranco Grandaliano, accusato di falso in atto pubblico e truffa aggravata dall’art 7 (aver favorito un’associazione mafiosa). Sarebbe però ingiusto definire  le municipalizzate baresi, l’Amiu in particolare, ricettacoli di  persone atte a delinquere, una sorta di ufficio di collocamento per pregiudicati. In queste partecipate lavora con professionalità tanta brava gente che  non merita di  essere accumunata ai dipendenti-colleghi malavitosi. In tante occasioni abbiamo polemizzato con i vertici aziendali dell’Amiu per le inadempienze e l’inefficienza del servizio,ai limiti del terzo mondo, offerto alla cittadinanza  nonostante  il corposo balzello ultra rincarato della Tari . In questa circostanza ,invece  ,non intendiamo strumentalizzare l’incresciosa quanto mortificante vicenda   per fare   facile ironia  sull’efficienza dell’azienda e sul quoziente intellettivo di alcuni suoi dipendenti infedeli; finire nei guai con il rischio concreto di licenziamento per circa cento euro di gasolio denota veramente scarso buon senso, per non dire altro. Se poi il 54enne arrestato credeva nella perpetua impunità che dire… Il sindaco Decaro sulla sua pagina di Facebook ,  intriso di indignazione,  tuona così: “basta con i furbetti, non ne possiamo più di questa gente che pensa di “fregare” il presidente dell’azienda o il sindaco e invece sta “fregando” tutti i suoi colleghi onesti. E sta fregando  un’intera città. Ma la Bari per bene adesso reagisce. E quando reagiscono le persone perbene, per i disonesti non c’è più scampo”. Ma che bravo che è il nostro primo cittadino, sempre  attento , scrupoloso e fustigatore , come sempre, delle altrui “inadempienze”. Che gioia averlo come sindaco, e da lui e dalla sua giunta farci massacrare di tasse è un soave supplizio.

 

Piero Ferrarese

 


Pubblicato il 23 Aprile 2016

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