Seconda accoglienza, 135 mila euro l’anno per chi gestisce la disperazione…
Si tenne a dicembre 2009, nella sala Consiliare del Comune, la conferenza per la presentazione della prima “Cena degli abbracci”, patrocinata dallo stesso Comune per senza tetto e senza dimora in città, in programma ovviamente per il 31 dicembre successivo al Palamartino (palestra ex Gil). Nel programma patrocinato da una lunga serie di facce tagliate fuori dalle ultime elezioni, dall’ex presidente della Commissione Politiche Sociali Carlo Paolini, all’ex Capo Gabinetto Antonella Rinella, al già presidente dell’azienda cittadina ai trasporti Antonio di Matteo, c’era il responsabile ‘Grandi Relazioni P.A. di BNL Paribas’ Vito Colaprico con gli ex assessori al Welfare Ludovico Abbaticchio ed all’ Accoglienza, Fabio Losito. L’evento reale da presentare cinque anni fa era l’allestimento della tendopoli nell’area compresa tra via Pola, via Verdi e via Maratona, di fronte all’ingresso autorità della Fiera del Levante. La tendopoli che inizialmente doveva essere operativa per circa tre mesi –ma a a Bari, si sa, non c’è nulla di più definitivo del provvisorio- voleva essere un tentativo del Comune di fornire agli immigrati e senza-dimora della città, un posto al caldo dove trascorrere l’inverno. E dopo il solito sopralluogo presso la tendopoli da parte di Abbaticchio, Losito e Paolini c’era stato anche il piano che prevedeva la trasformazione dell’Ospedale Militare “L. Bonomo” in una struttura di seconda accoglienza definitiva per gli immigrati richiedenti asilo: sembrano quindi confermate a pieno le voci che prospettavano l’uso dell’ex Ospedale Militare come centro di seconda accoglienza.
Il ‘no’ degli immigrati – “No! Noi da qui non ci muoviamo” era stata alla fine di cinque anni or sono la risposta degli immigrati africani che vivevano in condizioni igieniche spaventose nell’ex liceo Socrate, agli emissari comunali che avevano cercato di persuaderli ad abbandonare la costruzione. Dopo una lunga serata di riunioni, gli extracomunitari sembravano decisi a non rinunciare alla lotta per i propri diritti mantenendo l’occupazione dello stabile in via Fanelli. Non intendevano rinunciare nemmeno di fronte alla possibilità di passare l’inverno nella tendopoli allestita da Comune e Croce Rossa ritenuta, molto probabilmente, dai profughi come un “contentino” da parte delle Amministrazioni comunali, e non come una risposta adeguata alla situazione di emergenza abitativa che li attanaglia. Nel frattempo continuano le trattative, coadiuvate anche dall’intervento degli assistenti sociali, che avevano registrato i nominativi dei bambini presenti, e del delegato dell’ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), che da circa tre giorni era a Bari per seguire la situazione. Tuttavia l’ impegno a dare continuita’ all’ accoglienza degli immigrati per altri nove mesi nella tendopoli della Croce Rossa italiana e’ stato assunto qualche settimana fa dall’ex sindaco di Bari Emiliano e dal presidente della Provincia Schittulli, attraverso un’ intesa siglata nell’ ufficio del sindaco, in attesa che si proceda alla realizzazione di un Piano per assicurare interventi di seconda accoglienza destinati agli immigrati. Si tratta, appunto, di questa tendopoli allestita a metà dicembre 2009, in conseguenza dell’ emergenza freddo. Un impegno economico da 135mila euro per Comune (110mila) e Provincia (25mila). Sono una dozzina le tende allestite dalla Cri in viale Maratona di cui una riservata solo a donne e bambini. Sono state 250 le persone ospitate dal 16 dicembre 2009. Cosa è cambiato da allora in tema di accoglienza a Bari? L’ex Liceo Socrate rientra in un progetto globale per entrare nel pieno e definitivo godimento degli extracomunitari, mentre quell’ex tendopoli gestita dalla Croce Rossa Italiana e spese del Comune -che doveva rappresentare una soluzione transitoria – rimarrà aperta fino a fine anno. Poi non si sa…
Antonio De Luigi
Pubblicato il 15 Luglio 2014