Primo Piano

Sede della Giustizia alle Casermette: “…sembra come ‘Punta Perotti’”

Il Sindaco incassa il via libera per la conferenza dei servizi anche dal Consiglio Comunale, ma...

Il 3 aprile scorso, dopo una seduta affollata e contestata, l’assemblea cittadina ha approvato la variante al Piano Regolatore vigente, indispensabile per legge, per consentire la costruzione del nuovo palazzo di giustizia nell’ex area militare ai margini di Carrassi, alla periferia sud della nostra Città. In pratica il primo cittadino, sulla base d’una relazione dell’Assessorato all’Urbanistica, ha chiesto mandato al Consiglio Comunale, ponendo a base – tra le altre cose – che anche l’Impresa Paolo Pizzarotti da Parma sia interessata alla costruzione della cittadella della giustizia, a Bari. In aula, ad assistere a quella tribolata seduta, c’era tra il pubblico anche Leonardo Scorza, politico di lungo corso e ora a capo del Comitato di Scopo “Per un parco verde di quartiere alle ex Casermette Capozzi e Milano”, che ha annotato i molti vuoti -diciamo così…- sia nella relazione sindacale e sia nel successivo semaforo verde dell’Aula, senza nemmeno una ‘voce contro’.

Allora, Presidente Scorza, da dove cominciamo?

<<Diciamo subito che il Sindaco ha omesso di riferire che da ormai due anni il Comune è stato diffidato dall’Impresa Pizzarotti con una richiesta risarcitoria e quindi, il suo unico interesse è quello di ottenere il risarcimento e, allo stesso tempo, la rinuncia a costruire la sede della giustizia. Con l’approvazione all’unanimità di quest’ultima delibera, dunque, s’è data via libera in Conferenza dei servizi indetta dal Commissario Ficchì di effettuare quella Variante per la quale le Casermette – per un’estensione di 14 ettari – potrà essere divisa in due parti, di cui poco più di 7 ettari area edificabile senza limiti all’indice di fabbricabilità e il restante a Verde di quartiere. Tutto ciò, però, in spregio al bando di gara che indicava l’intera area di 14 ettari (140.000 mq). Considerato che l’intera volumetria ammonta a 511.907 mq, se la rapportiamo all’area disponibile di 70mila mq, otteniamo un indice fabbricabilità di 7,31 metri cubi/metri quadri che non trova riscontri in Italia ed è forse maggiore di quello di New York ( a Milano è di 0,35 mc/mq). Con quest’indice, gli ‘standard’ da rispettare previsti nel DM 1444/68 prefigurano l’assenza d’un solo metro quadrato disponibile per far posto agli edifici>>.

Possibile che al Comune nessuno se ne sia reso conto?

<<Probabilmente è stata considerata soltanto la valenza finanziaria per circa 530 milioni di euro, mentre Sindaco e Consiglio nulla hanno detto sullo stravolgimento del PRG, men che mai sulla mancanza d’un nuovo PUG, fermo nei cassetti da nove anni. E non una parola sulle violazioni, vere o presunte, della normativa di settore; nessuna valutazione sul fatto che, trattandosi d’una modifica di piano, è necessaria una Valutazione Ambientale Strategica, e per di più totale indifferenza che la vicenda sia ancora ‘sub iudice’; forse la decisione andava rimandata, in attesa dei pronunciamenti dei giudici. E il 3 aprile nessuno dei consiglieri presenti in Aula ha ricordato che, trattandosi di variante al PRG, è obbligatorio il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica>>.

Sembra che stia passando tutto sotto silenzio, che la Città sia disinformata e silente…

<<Con l’arroganza tipica di chi si sente esente da leggi e sentenze – la stessa verificatasi per Punta Perotti – tutti, centrodestra-centrosinistra, liste civiche e Cinquestelle, pur informati da me e dal Comitato con tanto di documenti, hanno votato favorevolmente, omettendo la discussione sul merito della vicenda. Chissà, forse nella speranza – ma questo è un “cattivo” pensiero – di poter gestire una notevole mole di denaro che la Città non ha mai avuto. Se qualcuno pensava che il Consiglio Comunale avrebbe dovuto discutere sull’assetto urbanistico, considerato che la variante proposta è stata ritenuta poco saggia dalla più avveduta scienza urbanistica della nostra Università – mi riferisco al prof. Borri – è rimasto deluso. L’unico interesse manifestato è stata l’assenza di qualsiasi riflessione sull’impatto che il manufatto produrrà sui residenti di Carrassi e sull’intera città. A noi, semplici cittadini, ma non sudditi, non resta altro che prendere atto delle scelte del Sindaco e del Consiglio e continuare con le azioni giudiziarie già intraprese, sperando che…ci sia un Giudice a Berlino>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 27 Aprile 2023

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio