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Sede unica dei tribunali: tanti ‘murales’ per una giustizia a metà

Tante autorità per il nuovo muro di cinta al parco di Carrassi, eppure aleggiano ancora i ricorsi ai giudici

E’ stato inaugurato l’altro giorno il ‘murales’ che circonda l’erigendo ‘Parco della Giustizia’ a Bari/Carrassi con l’egida della stazione appaltante/Agenzia del Demanio, in collaborazione con Ministero di Giustizia e Comune, frutto secondo i presentatori d’un percorso che unirebbe arte, ambiente e comunità. Durante l’evento, che si è svolto sabato mattina in via Falcone e Borsellino alla presenza di autorità, scolaresche e associazioni che hanno lavorato al progetto, sono state rese visibili opere belle e coloratissime realizzate dai bambini delle nostre scuole, con un progetto seguito da persone di ogni età (dagli 8 ai 91 anni) che hanno realizzato 375 pannelli ispirandosi ai valori di giustizia, legalità e ambiente. Per niente d’accordo, tuttavia, cittadini e ambientalisti baresi che, anzi, sono stati costretti a invocare giustizia ai magistrati ritenendo che siano stati ignorati -…e anzi calpestati – proprio i valori di legalità e rispetto per l’ambiente, dovendo costruire proprio dove il Piano Regolatore Generale della Città di Bari ha previsto spazi a verde (inalienabili e insostituibili per legge) al servizio del quartiere. E proprio per questo è ancora pendente dinanzi ai giudici del Consiglio di Stato un ricorso con cui è stato chiesto di dichiarare l’illegittimità dell’intero procedimento che ha condotto, appunto, all’aggiudicazione della gara d’appalto. Gara anch’essa finita nelle spire della giustizia amministrativa del Tar/Puglia, coi giudici che devono pronunciarsi nel merito il mese prossimo, senza parlare di altri esposti e denunce anche a livello penale. Insomma, il tempo scorre senza poter dare il sospirato -soprattutto da parte di giudici, avvocati e addetti ai lavori – via libera al progetto della sede unica della giustizia alle ex Casermette, facendo sì che le parti in causa si “convincano” d’una legittimità solo apparente, come ha evidenziato il legale dei ricorrenti del comitato ‘per un vero parco verde’ in una delle ultime domande rivolte al Consiglio di Stato. Intanto continua nemmeno tanto sottotraccia la battaglia tra chi è favorevole/contrario alla costruzione di quel parco/giustizia in un quartiere affogato in traffico, smog e cemento: sui giornali locali -…tanto per dirne una- c’è chi, pur indossando una toga o occupando posti di prestigio nella magistratura locale, afferma con candore che l’attesa per quella sede unica di tribunali e palagiustizia sparpagliati in città, è stata tanta e troppo lunga, per star dietro a leggi, ricorsi, contenziosi e sentenze. Pensieri che rassomigliano tanto alla ‘ragion di Stato’, quindi, e non solo per un’Agenzia-stazione appaltante che -come si legge negli ultimi comunicati- ha  “fortemente voluto” anche la realizzazione di questo progetto di <<street art>> per comunicare alla cittadinanza, con una narrazione originale, il senso dell’opera che si sta realizzando. E cioè un Parco proiettato ai valori della Giustizia che ospiterà la logistica della giustizia a Bari, ma sarà anche un luogo aperto alla cittadinanza, una  connessione  tra le zone più interne della città, e la Bari che si affaccia  al mare, attraverso un corridoio verde”. Almeno così ha detto la direttrice dell’AdD Alessandra dal Verme. Per il primo cittadino barese, invece, il ‘murales’ lungo il perimetro della futura sede unica della giustizia rappresenta <<un segno concreto di condivisione del valore della legalità da parte della città. Quelle pareti, che originariamente dovevano essere abbattute, sono invece diventate tele collettive che raccontano storie di coraggio e di bellezza. I primi due dipinti dedicati alle vittime del lavoro e ai magistrati Falcone e Borsellino -ha concluso Vito Leccese – hanno inaugurato un percorso che si arricchisce di nuove opere e nuovi significati>>. Un percorso che potrebbe portare all’ennesimo ‘scempio edilizio’ in una città che, a tal proposito, ha antiche e purtroppo non dimenticate tradizioni, terminate a suon di reati conclamati e perfino botti con la dinamite, sul lungomare.

Francesco De Martino


Pubblicato il 14 Ottobre 2025

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