Cronaca

Sede unica della giustizia, il Ministero pubblica il suo bando

“Ho incontrato il ministro della Giustizia Orlando e il direttore generale delle risorse materiali e tecnologie per informarli delle legittime richieste dell’avvocatura della provincia di Bari di preservare l’attuale ubicazione della sezione lavoro affinché, nei limiti delle competenze che il ministero ha, e rispettando ovviamente le prerogative dei vertici degli uffici baresi, siano informati e possano seguire con attenzione una vicenda che crea da tempo disagi sul territorio”, attacca la deputata del Partito Democratico Liliana Ventricelli, toccando la corda sempre tesa della sede unica della giustizia nel capoluogo pugliese. Infatti il Ministero della Giustizia ha pubblicato ieri il bando per ricercare sul mercato immobili ove allocare uffici della sezione penale del Tribunale di Bari e gli Uffici della Procura della Repubblica. Nello specifico si ricerca per Procura della Repubblica uno spazio di 7.600 mq da destinare ad Uffici e agli Archivi di uso corrente e uno spazio di 1.200 mq da destinare agli Archivi storici; e per le Sezioni penali del Tribunale di Bari uno spazio di mq. 4.000 da destinare ad Uffici e agli Archivi di uso corrente e uno spazio di mq 2.000 da destinare a 17 Aule di Udienza, di cui una per l’ascolto protetto di minori o soggetti vulnerabili, al deposito dei Corpi di reato e a otto camere di sicurezza e relativi servizi igienici ad uso esclusivo dei detenuti, locali che dovranno essere facilmente raggiungibili dall’esterno dell’immobile, da un ingresso autonomo, dagli automezzi in dotazione alla Polizia Penitenziaria. Elemento preferenziale sarà la vicinanza alla attuale sede del Tribunale di Bari. Con la pubblicazione del bando si conferma nei fatti l’intenzione del ministro della Giustizia di ribadire che la sede degli uffici giudiziari baresi è la città di Bari, e che le soluzioni alla grave condizione dell’edilizia giudiziaria va risolta nel medio termine riorganizzando gli uffici in città e in prospettiva celere con la realizzazione della cittadella della giustizia.  “Mi auguro quindi che in attesa di una definizione più chiara e efficiente dell’edilizia giudiziaria anche le articolazioni sul territorio di Altamura e Rutigliano possano restare in funzione sino alla loro naturale scadenza”, spiega ancora la parlamentare del Pd. Dunque, si riparte quasi da zero, per trovare la sede unica degli uffici giudiziari sparpagliati per la Città di Bari, dopo quasi trent’anni di contenziosi, liti e progetti falliti. L’ultima amministrazione guidata da Antonio Decaro l’anno scorso ha puntato il mirino sull’utilizzo delle ex casermette dismesse in fondo a Via Fanelli, dopo aver gettato alle ortiche la proposta della precedente giunta di resuscitare l’ex Ospedale Militare, sempre dalle parti di Carrassi. Ma quante sono state le proposte sgorgate da Palazzo di Città, tra improbabili “arcipelaghi” e progetti pagati a peso d’oro e ancora non utilizzati? Utile, invece, sarebbe forse ricordare che, circa una dozzina di anni fa, esisteva un progetto complessivo (in seguito a una ricerca di mercato pubblicata alla vigilia di ferragosto da una precedente giunta di centrodestra) che prevedeva la realizzazione di nuovi uffici e verde in una zona ritenuta non edificabile, senza contare tutti gli altri dettagli della nuova proposta economica. Con una Cittadella della Giustizia che stava prendendo forma smagliante, nonostante le critiche di molti ambientalisti e partiti di Maggioranza, all’epoca guidati da Michele Emiliano. Infatti, come sanno bene a Bari e Parma, Sindaco e Giunta non hanno mai avuto alcuna intenzione di accettare la proposta, anche quella delineata con tutti i particolari dall’impresa Pizzarotti. “Dispiace che nonostante siano passati diversi giorni dalla notifica dell’ultima lettera di diffida, dal Comune nessuno si sia degnato di rispondere”, spiegava agli albori del Duemila chi aveva compreso subito che la battaglia per l’edilizia giudiziaria si era combattuta su troppi fronti, a Bari. E alla fine ha prevalso la linea del , se a lavorare non sono sempre le solite imprese locali. Ma di questo nessuno ha mai inteso parlarne a fondo a livello politico, in questa Città/Regione, nonostante gli ‘ultimatum’ notificati gran in quantità al Comune di Bari. Almeno fin quando l’ente comunale aveva per legge l’obbligo di decidere i luoghi della giustizia….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 9 Febbraio 2017

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