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Sede unica della giustizia sempre lontana, ma i tubi del vecchio tribunale non aspettano

Non c’è pace nei palazzi della giustizia barese, vecchi e cadenti, dichiarati non a norma e fuori legge. Ovvero seminuovi come l’ultimo trovato a Poggiofranco per il penale, completamente fuori luogo per la bisogna giudiziaria. E così l’Associazione nazionale magistrati di Bari è costretta a tornare in campo sui problemi dell’edilizia giudiziaria a Bari chiedendo direttamente al ministero della Giustizia di predisporre ‘’interventi urgenti’’ per il Tribunale di piazza De Nicola (che ospita il Tribunale civile e la Corte d’appello), accelerando le procedure amministrative e tecniche per la realizzazione del nuovo polo giudiziario. La nota – a firma del presidente Anm Lorenzo Gadaleta – sintetizza la preoccupazione dei magistrati baresi per la difficile situazione in cui versa l’edilizia giudiziaria, all’indomani dell’ennesimo problema, verificatosi nel Tribunale di piazza De Nicola, a seguito della rottura di un tubo, che ha causato l’allagamento di alcuni uffici. La giunta Anm ha in sostanza denunciato “lo stato di grave degrado in cui versa il palazzo” e prende atto, “con amarezza e stupore, della fase di completo e prolungato stallo dei lavori di messa in sicurezza del garage, del piazzale esterno e della facciata, interrotti inspiegabilmente e non ripresi nonostante le richieste avanzate dalla dirigenza giudiziaria”. Uno stop burocratico che ha rimesso in allarme le toghe baresi, convinte di poter risolvere i problemi mediante <<…un confronto con magistrati e avvocati per superare le difficolta’ del periodo emergenziale con la ricerca delle migliori soluzioni operative per una trattazione razionale e ordinata degli affari nel pieno rispetto delle prescrizioni di sicurezza sanitaria>>, mette nero su bianco l’Associazione nazionale magistrati di Bari in quella nota, appunto, con si chiede al ministero della Giustizia più attenzione sui temi dell’edilizia giudiziaria e sulle soluzioni messe in campo per affrontare l’emergenza/Covid.  L’Anm rileva pure “che a Bari manca un efficace piano nazionale di contenimento dell’emergenza sanitaria negli ambienti giudiziari e che solo lo sforzo prodotto dalla locale dirigenza con la predisposizione di un protocollo sta scongiurando il rischio del blocco totale dell’attivita’, visto l’aumento interno dei casi di contagio”. In merito alle scelte fatte dal ministero per affrontare il periodo emergenziale, infine, la giunta barese ha dichiarato che gli interventi riguardanti le modifiche delle norme processuali per il periodo di emergenza non possono non nascere da un confronto anche con la magistratura associata, che può offrire ‘’suggerimenti fondamentali’’ per rendere ogni riforma realmente utile a soddisfare le esigenze dei cittadini e degli operatori e per impedire che determinate scelte legislative possano rivelarsi poco vantaggiose, scarsamente praticabili o addirittura dannose in ragione delle scarse dotazioni e del ridotto personale. In attesa che governo, ministero, magistrati e avvocati baresi trovino finalmente l’intesa, sindaci, direttori del demanio, assessori e direttori generali volano e s’incontrano tra Bari e Roma per riallacciare le fila del trasferimento della sede unica giudiziaria a Bari. Nodo intricatissimo, dunque, nonostante gli ultimi sindaci Emiliano e Decaro di idee ne abbiano sempre avute tante. Forse troppe, a partire dal trasferimento degli uffici giudiziari nell’ex Ospedale Bonomo di Corso Alcide De Gasperi. Scordando che servivano una ventina di milioni di euro per ristrutturarlo: chi glieli avrebbe dati mai? Ma al Comune non hanno mai mollato, fino all’ultimo giorno, forti del rapporto comunale che nei minimi particolari spiegava (?) come realizzare un polo giudiziario che avrebbe tolto ogni speranza all’impresa Pizzarotti di edificare il suo progetto. Un progetto in ‘stand.by’ da oltre vent’anni in mezzo a una montagna di ricorsi, richieste risarcitorie milionarie e controricorsi, mentre nei ‘meeting’ romani che hanno visto a turno non pochi primi cittadini baresi a convegno con ministri della Difesa e alla Giustizia spiegare che l’ex Ospedale Militare ‘Lorenzo Bonomo’ avrebbe potuto ospitare la procura, il tribunale per i minorenni, il giudice di pace ma non certamente gli uffici civili di piazza De Nicola. Massì, il caos delle proposte è sempre stato totale, parlando e firmando altre convenzioni, trattati e accordi per la sede unica della giustizia alle ex Casermette, periferia sud della Città, l’ultima trovata per la sospirata sede unica della giustizia barese. Certi che passeranno altri dieci anni tra incontri, chiacchiere, camuffamenti edilizi e soluzioni fantasma. E la soluzione della Cittadella dell’impresa Pizzarotti? Parcheggiata in un garage d’un vecchio Palagiustizia che continua a cadere a pezzi in pieno giorno sulle scale esterne o negli uffici interni. E cioè sulla testa di avvocati, impiegati, operatori di giustizia e magistrati costretti a chiedere incontri ai ministri di turno, quasi col cappello in mano…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 14 Novembre 2020

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