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Sede unica della Regione, la gara fu irregolare

S’è compiuto un altro passo nell’intricata vicenda giudiziaria che ruota attorno alla costruzione della sede unica della Regione Puglia, anche se per arrivarci i giudici della Corte Suprema ci hanno impiegato ben otto anni. A darne notizia gli avvocati Felice Lorusso e Alessandro Dello Russo, componenti del ‘pool’ di legali che ha assistito ed assiste l’ing. Michele Cutolo, progettista che partecipò all’epoca alla gara senza classificarsi in maniera tale da aggiudicarsi l’appalto, dopo la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione – Sez. V venerdì scorso. E così, dopo circa otto anni dall’inizio del processo iniziato a seguito della gara del 2003 per la progettazione della nuova sede della Regione Puglia, la V° Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, pronunziandosi sul ricorso presentato dalla Procura Generale di Bari e dallo stesso ing. Michele Cutolo, parte civile ed autore del progetto classificatosi al secondo posto, ha ribaltato l’esito di due gradi di giudizio che aveva assolto gli imputati dai reati di falso ideologico e turbativa d’asta. La sentenza, nell’annullare la decisione di merito definita “tutt’altro che plausibile e convincente”, se non proprio frutto di “un “macroscopico errore di giudizio” dà espressamente atto del fatto che: la gara “non si è svolta secondo le modalità prescritte dalla vigente normativa”. Per i giudici della Suprema Corte, inoltre, esiste agli atti la “prova eloquente che il confronto a coppie” (procedura espressamente prevista dal bando per assicurare l’autonomia dei giudizi dei commissari di gara) “non era stato effettuato” e si è pertanto “pacificamente” verificato un “falso ideologico” nei verbali di gara che davano, al contrario, atto del rispetto di tali procedure. Ma non è finita. Le “palesi anomalie procedurali” verificatesi nel corso della gara dovranno necessariamente condizionare la valutazione dei giudici che, in sede di rinvio, si pronunzieranno sulla sussistenza del reato di turbativa d’asta contestato ai commissari di gara. Sebbene a distanza di otto anni dai fatti, Per l’ing. Michele Cutolo <…la sentenza della Cassazione conclama indiscutibilmente l’irregolarità dalla gara di aggiudicazione di una delle più importanti opere pubbliche del meridione e dà un segno di speranza per l'imprenditoria abituata a partecipare alle gare pubbliche nel rispetto delle regole, in funzione degli interessi della comunità regionale chiamata a verificare, in concreto, il rispetto dei principi di leale concorrenza e del legittimo esperimento delle procedure di gara>. L’avv. Lorusso, in particolare, ha anche rilevato sotto i profili amministrativi che la sentenza della Cassazione fa emergere finalmente l’illegittimità delle scelte che hanno condotto all’appalto della nuova sede regionale, frutto di una gara falsata, i cui effetti la Regione è ancora in tempo ad impedire, onde offrire una concreta dimostrazione dei percorsi di legalità e trasparenza, valori ai quali la stessa Regione ha costantemente dichiarato di voler ispirare la propria azione amministrativa, tanto almeno per tentare di rimediare all’incomprensibile scelta della giunta regionale di aver svolto la gara di appalto pur in presenza di un cosi significativo procedimento penale in corso. Saranno invece le Sezioni Civili della Corte di Appello di Bari a definire l’ammontare dei danni subiti dall’ing. Michele Cutolo.

Francesco De Martino


Pubblicato il 12 Febbraio 2013

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