Cultura e Spettacoli

Seduti su un barile di polvere da sparo

Passa il tempo e gli archivi si aprono, documenti vengono desecretati, qualche vecchiaccio si decide a parlare e sudari si levano su cose che a conti fatti forse sarebbe stato preferibile continuare a ignorare. Per esempio, solo di recente abbiamo appreso che la nave esplosa nel porto di Bari (la John Harvey) nel corso del bombardamento del dicembre 1943 ad opera della Luftawaffe era carica di bombe all’iprite. Così è stato pure per le polveri venefiche sollevate dalla Fibronit. Restando in tema di veleni legati al capoluogo pugliese, quando verrà detta la verità sui danni procurati alla salute dei baresi dai fumi della Stanic, la raffineria chiusa nel ’76 ? Uscendo da Bari e volgendo lo sguardo attorno ci si accorge che un po’ tutta la Puglia è uno schiudersi di armadi dal contenuto imbarazzante. Prendiamo la Murgia. Chissà da quanto la mafia ne aveva fatto la sua pattumiera. Chissà di quante altre discariche abbandonate avremo notizia negli anni a venire. E la faccenda dei missili? Era il 1959 quando in piena guerra fredda e in tutta segretezza, all’interno di un’area comprensiva dei comuni di Gravina, Laterza, Acquaviva delle Fonti, Altamura, Spinazzola, Irsina, Matera, Mottola e Gioia del Colle, gli USA costruivano dieci basi missilistiche. Di lì dovevano partire trenta Jupiter (tre per postazione) a testata nucleare il cui raggio d’azione toccava i 5500 Km (distanza sufficiente a raggiungere il territorio sovietico). Se la famosa crisi di Cuba del 1962 non si fosse risolta, forse anche dai siti pugliesi – per la prima e ultima volta nella storia dell’umanità – sarebbero partiti colossi lunghi 19 metri, con un diametro di 2,68 e della potenza di 1,45 megatoni (cento volte quella messa in campo a Hiroshima). Poi per fortuna i Sovietici fecero marcia indietro ottenendo in cambio la non invasione di Cuba e lo smantellamento delle basi Nato presenti in Puglia e in Turchia. Così, in capo a tre mesi, l’anno appresso, le basi murgiane vennero smantellate. Uniche tracce sopravvissute, le torrette di controllo e le unità abitative. Per oltre un anno, incredibilmente, questi missili, pronti alla partenza in superficie e collocati verticalmente, perciò visibilissimi anche a distanza di chilometri, non fecero notizia. Eppure queste basi  – che presentavano tutte la stessa plamnimetria, un vastissimo triangolo equilatero dagli angoli smussati – erano dislocate non lontano da centri abitati. Un miracolo ottenuto disinformando e costruendo senza dare nell’occhio tutte le premesse per tenere lontana la gente ; ma mettiamo pure in conto molte bocche cucite, con l’intimidazione o col denaro. Eravamo seduti su un barile di polvere da sparo e le nostre occupazioni quali erano? A Sanremo vincerà Betty Curtis o Domenico Modugno?… E adesso che attendiamo di sapere che passa in testa a Beppe Grillo e compagni, quale altra invisibile ombra grava sul nostro presente?

Italo Interesse 


Pubblicato il 2 Marzo 2013

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