Segnali di “fumo” negativi per Emiliano dalla Commissione bilancio
Segnali di “fumo” al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), dalla sua stessa maggioranza in Commissione Bilancio, che ha bocciato il rendiconto di gestione dello scorso anno dell’Ente con appena quattro voti contrari dei rappresentanti delle opposizioni (Mario Conca ed Antonella Laricchia del M5S, Francesca Franzoso di Fi e Ignazio Zullo di Dit-Nci), in contrapposizione ai soli tre voti favorevoli giunti dai commissari di maggioranza Donato Pentassuglia e Sergio Blasi, entrambi del Pd, e Napoleone Cera della civica “Puglia per Emiliano” e dall’astensione di Cosimo Borraccino di Si che, pur essendo dichiaratamente da alcuni mesi fuori dalla maggioranza, non ha ritenuto di unire il proprio voto alla stregua di quello dei colleghi pentastellati e del centrodestra. Astenuto, come per prassi consolidata, anche il presidente della Commissione, Fabiano Amati del Pd. Però, determinante alla bocciatura del rendiconto è stata l’assenza in Commissione, al momento del voto, di un altro esponente di maggioranza, Ruggero Mennea del Pd. Quindi, per Emiliano si tratta di un “fumo” tutto politico emanato da una parte significativa della maggioranza che lo sostiene nell’Aula di via Capruzzi e, in particolare, del suo stesso partito, il Pd per l’appunto. Sullo sfondo, infatti, ci sono verosimilmente ancora una volta le questioni relative agli equilibri politici all’interno della Giunta, dove l’area renziana del Pd, pur contando più di un terzo dei consiglieri del gruppo del Pd, non ha ottenuto alcun assessore, nonostante da mesi siano rimasti scoperti i posti occupati dai consiglieri Filippo Caracciolo e Michele Mazzarano (entrambi del Pd), che ricoprivano rispettivamente il ruolo di assessore all’Ambiente il primo ed assessore allo Sviluppo economico il secondo. Usciti – come è noto – di scena lo scorso inverno, dopo le loro dimissioni provocate per Caracciolo da un’inchiesta giudiziaria che lo riguarda e tuttora in corso, invece per Mazzarano a seguito di un’inchiesta giornalistica che lo accusava di un presunto voto di scambio consumato alle ultime regionali del 2015. Il governatore pugliese, commentando la bocciatura del rendiconto in Commissione Bilancio, ne ha comunque minimizzato la porta, sostenendo che “ è un atto da parte della minoranza senza alcun significato politico” ed ha spiegato l’accaduto con “l’assenza giustificata e momentanea di membri della maggioranza che avrebbero consentito l’agevole approvazione del rendiconto già parificato dalla Corte dei conti”.Infatti, per Emiliano, “quello di oggi (ndr – ieri, per chi legge venerdì) davanti alla Commissione Bilancio era solo un passaggio formale in attesa della discussione in Consiglio regionale”, poiché “il pieno conseguimento degli equilibri di bilancio e della gestione corrente sono stati solennemente dichiarati appena sei giorni fa dalla Sezione regionale di controllo per la Puglia della Corte di conti nel giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Puglia” per l’esercizio finanziario chiusosi lo scorso 31 dicembre. Di diverso avviso, invece, è il capogruppo di Dit-Nci in Consiglio regionale, Ignazio Zullo, che, dopo aver con una nota attribuito la bocciatura del rendiconto in Commissione ad evidenti “mal di pancia” interni alla maggioranza di governo della Regione Puglia, ha replicato seccamente al governatore affermando: “quello in Commissione Bilancio non è un ‘passaggio formale’ è un passaggio politico che al contrario della Corte dei Conti non vuole essere tecnico, per intenderci”. Infatti, ha chiarito Zullo, “i conti possono anche essere in ordine, ma questo non vuol dire che le spese sostenute abbiano migliorato la vita dei pugliesi e che la nostra regione abbia avuto un reale beneficio. In matematica 2 + 2 fa 4, in politica il 4 può essere di crescita o di stagnazione perché le risorse sono state spese male”.Quindi, rivolgendosi sempre ad Emiliano, il presidente del gruppo dei “fittiani” di via Capruzzi ha poi ironizzato: “Se, poi, lei ritiene le Commissioni siano inutili, fra le tante ‘originali’ riforme che propone, ne faccia una che le abolisca”. E, proseguendo, ha aggiunto: “L’approvazione del rendiconto della propria Giunta dovrebbe essere per ogni consigliere di maggioranza una sorta di fiore all’occhiello!” e, quindi, “approvarlo sia in Commissione sia in Aula dovrebbe essere un impegno inderogabile”. Infine Zullo, rivolgendosi ancora una volta espressamente al governatore Emiliano, lo ha invitato a farsi qualche domanda sul fatto che “della sua maggioranza due consiglieri si sono astenuti, due erano assenti in quel momento, tre hanno votato a favore”. E ciò, ha concluso Zullo, di certo “non si tratta solo di matematica, ma anche di politica e di molti mal di pancia”all’interno della coalizione che sostiene il governatore. Però, a negare che l’assenza di Mennea all’atto della votazione del rendiconto in Commissione sia sintomo di un “mal di pancia” politico all’interno della maggioranza, è stato lo stesso consigliere Pd della Bat che con una sua nota ha dichiarato: “La bocciatura del rendiconto in Prima Commissione è semplicemente frutto di un disguido, dal momento che sarebbe bastato solo il mio voto per approvarlo. Ciò non è avvenuto perché ho dovuto allontanarmi per motivi istituzionali”.“Ma – si chiedono molti addetti a lavori della politica regionale – è davvero così?” Allora, perché dubitare dell’ affermazione del diretto responsabile, tra la fila dei commissari di maggioranza, per la mancata approvazione in Commissione del rendiconto di gestione? D’altronde, il consigliere renziano Mennea è fino a prova contraria, come Bruto, “uomo d’onore”. Ma, nonostante ciò, su questa vicenda forse non sono in molti a credergli neppure nel suo partito. Per cui, in seguito, vedremo come si evolveranno i fatti regionali, qualora Emiliano persisterà nel lasciare fuori dell’esecutivo pugliese una parte significativa della sua maggioranza, oltre che del suo stesso partito. Di certo altri episodi, nelle Commissioni o in Consiglio, identici a quello accaduto in Commissione Bilancio sul rendiconto non sarebbero più credibili, se analogamente giustificati.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 20 Luglio 2018