Sempre peggio: buco da 51 milioni nella spesa sanitaria
Non arretra lo spettro degli sperperi e delle voragini nel sistema sanità in Puglia: ne è convinto il consigliere pugliese M5S Mario Conca sempre più critico nei confronti del presidente/assessore Michele Emiliano, il quale “…continua a non far niente per ridurre gli sprechi, ignorando tutte le nostre proposte. Proposte che avrebbero potuto davvero far risparmiare i pugliesi”. L’ultimo dato che ha convinto Conca a tornare sull’argomento? La spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale che ha sforato il tetto massimo per oltre 51 milioni di euro. “In Puglia non ci si preoccupa, anzi si continua a sprecare a più non posso. Eppure, per uscire dal piano di rientro la regione dovrà dimostrare di avere sotto controllo la spesa per il 2019, siamo curiosi di sapere in che modo. Se si ripercorrono – continua Conca – le orme dell’anno scorso, certo non possiamo fare sonni tranquilli: infatti, nulla è stato fatto per rientrare, quando sarebbe bastato applicare, per esempio, l’articolo 8 lettera c della Legge 405/2001 che prevede le dimissioni protette con l’erogazione diretta del primo ciclo di cura e che avrebbe portato un risparmio di oltre 50 milioni. Non solo: nulla, o pochissimo, è stato fatto per limitare i furti, magari rendendo obbligatori armadietti e carrelli elettronici”. Ma zero assoluto anche per quello che riguarda l’erogazione di cannabinoidi: da anni Conca e i suoi colleghi consiglieri Cinquestelle chiedono di aprire i laboratori galenici all’interno delle farmacie territoriali che permetterebbe di risparmiare più di 2 milioni l’anno, ma ancora non è stato fatto nulla. Per non parlare delle gare centralizzate sui farmaci, tutte al palo per l’incapacità di Innovapuglia e di Emiliano, che ora chiede aiuto al Piemonte. Nulla è stato fatto per evitare la potenziale “collusione” tra alcuni medici di medicina generale, alcuni pediatri di libera scelta e alcune farmacie, che varrebbe svariati milioni di euro l’anno. Eppure le proposte per convincere Emiliano a cambiare le carte in tavola, nel campo della pesa sanitaria, non sono mancate. Per esempio proprio al governatore e al suo manager Ruscitti, nel febbraio 2017, è stata proposta l’introduzione dell’obbligatorietà della lettura congiunta della tessera sanitaria e della ricetta dematerializzata per l’erogazione dei farmaci, al fine di evitare prescrizioni all’insaputa degli assistiti e a danno della collettività. Ma sono cadute nel vuoto le mozioni tese a contenere la spesa sanitaria e le proposte di legge per la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza che da sola, molto probabilmente, farebbe risparmiare a regime 100 milioni di euro alla Regione Puglia. Ma è stata presentata anche un’altra proposta di legge, al fine di avviare un progetto-pilota per la sterilizzazione on-site dei rifiuti speciali sanitari ospedalieri, un modello, già in uso da anni all’ospedale “Panico” di Tricase, che se esteso a tutte le aziende sanitarie, farebbe risparmiare circa 10 milioni di euro all’anno, oltre a contenere infezioni. Denaro che, evidentemente, potrebbe essere utilizzato per abbattere il superticket. Eppure nulla è stato accolto: meglio continuare negli sprechi senza fine della sanità, sperando sempre che l’atavico “Stellone” salvi come sempre accaduto i pugliesi da decisioni e provvedimenti a firma Emiliano ed esperti vari…
Francesco De Martino
Pubblicato il 11 Giugno 2019