Cronaca

Sempre più complicato venire al mondo al ‘Di Venere’

Sempre peggio nei reparti e corsie dell’Ospedale ‘Di Venere’ di Bari-Carbonara. “Non fai in tempo a gioire per aver contribuito a salvare il reparto di Neurochirurgia e l’Emodinamica del Di Venere dalla scure del piano di riordino ospedaliero, che ti ritrovi a ricevere segnalazioni da donne che non hanno potuto prenotare visite ginecologiche ambulatoriali presso lo stesso nosocomio”, attacca a testa bassa il consigliere regionale pentastellato Mario Conca. Infatti, per mancanza di medici, diversi servizi del reparto di Ostetricia e Ginecologia, compresi quelli per il controllo delle gravidanze a rischio, da domani non saranno più assicurati, informa senza giri di parole il consigliere Conca. Che da tempo, infatti, si sta occupando del lento, ma continuo smantellamento dell’ospedale alle porte a sud del capoluogo. Dove, peraltro, bisogna anche sapere che da tempo tante giovani donne che accedono per lesioni cancerose iniziali del collo dell’utero all’ospedale, sono costrette a rinunciare all’ambulatorio di secondo livello. “Oramai venire alla luce, una cosa tanto naturale, sta diventando sempre più rischioso nella azienda sanitaria locale più grande della Puglia e cioè all’interno dell’Asl di Bari, per la cronica penuria di risorse umane. Si trasferisce ad Interim un medico prossimo alla pensione da Monopoli ad Altamura svilendo le professionalità interne e mettendo, così, a rischio la tranquillità dell’intero reparto. Si ricorre a prestazioni extra di medici impiegati nel territorio –continua il consigliere pugliese Mario Conca – che non vivendo il reparto non potranno mai prendere in carico il paziente in maniera adeguata, per assicurare l’essenziale negli ospedali della Murgia e del San Paolo. Il parto indolore e quello in acqua rimangono un lusso praticabile non si sa bene dove, il DRG del parto cesareo è certamente più appetibile per il prossimo piano di rientro”. Insomma, è continuo lo stillicidio di tagli e sprechi nel campo della sanità pugliese, una sanità che come lo stesso consigliere Conca ha già avuto modo di chiarire “…non è fatta di solo ospedali, bensì la percezione di prestazioni sanitarie da parte degli utenti, che hanno portato la Puglia ad essere l’ultima regione italiana per gradimento. Sono tantissime, troppe le cose che non vanno nel piano di riordino perchè si è partiti dall’ultimo step, quello della chiusura degli ospedali. “Bisognava prendersi il tempo e poi arrivare a riconversione e chiusura, perché noi in Italia abbiamo una media di 331 posti letto ogni centomila abitanti, in Puglia siamo a 270, la media europea supera abbondantemente i 550, e non avevamo bisogno di tagliare ulteriori posti letto. Il sentore che si vada ad agevolare il privato dunque è più che lecito”. Conca torna in argomento ancora una volta specificando gli sbandamenti attorno a un piano che, come ha giustamente osservato anche il capo della giunta Emiliano, non sono riusciti ad approvare da vent’anni presidenti, assessori e politici di destra e di sinistra, guidati prima da Fitto e poi da Vendola. Ma certo non ne passerà uno che prevede il taglio di centinaia di posti letti anche a Bari, mentre s’alza il termometro per la carenza di medici e infermieri, nei reparti dei maggiori ospedali baresi. Tra gli ospedali del capoluogo maggiormente colpito dai tagli, appunto, fin dai tempi della giunta Vendola l´ospedale “Di Venere” di Carbonara, dove sono andati a farsi benedire almeno una settantina di posti letto, forse di più. A far saltare i nervi di medici e primari gli accorpamenti della Dermatologia e della Nefrologia, della Chirurgia generale e d´urgenza, della Ginecologia e dell´Otorino, una situazione difficile che non ha risparmiato il non molto lontano Ospedale  San Paolo, sempre a Bari, dove i posti letto in meno saranno quasi ottanta divisi tra i reparti di Ortopedia, Pneumologia, Medicina e Riabilitazione. E da oggi anche nascere “bene” diventerà difficile, se non impossibile, al ‘Di Venere’ di Bari-Carbonara…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 7 Febbraio 2017

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