Sempre più contorte le strade percorse quando bisogna nominare i dirigenti al timone dell’Ente
Fa ancora parecchio discutere l’ordinanza del Tar Puglia che ha censurato le scelte della Regione Puglia per quanto concerne l’assunzione di figure apicali, prelevate quasi sempre dall’esterno senza tenere nel debito conto professionalità e graduatorie dei vincitori di concorso interni. Entrando più nei dettagli, anche se la materia non è delle più malleabili, bisogna dire che la normativa in vigore prevede che le amministrazioni pubbliche – e anche la Regione Puglia dovrebbe esserlo… – prima di bandire un concorso pubblico dovrebbe necessariamente espletare il tentativo di reperire le figure professionali necessarie attraverso la mobilità volontaria di dipendenti di ruolo di altre amministrazioni pubbliche. Oltretutto, le selezioni per la mobilità volontaria, essendo procedure più snelle rispetto a quella prevista per i bandi e concorsi pubblici, permettono di arrivare all’assunzione di nuovi dipendenti in tempi più brevi e con minori costi. E di poter disporre di personale già formato presso altre amministrazioni pubbliche e con esperienze lavorative, spesso, di tutto rispetto. Ma, per i vertici della Regione Puglia, il rispetto della legge, il risparmio di risorse pubbliche e l’utilità dell’ente non sembrano proprio priorità: la precedenza va ai fini elettoralistici ed alla possibilità di gestire clientele. Quindi, come si supera lo scoglio “mobilità volontaria” che rischia – potendo reperire tutti o quasi i funzionari presso altre amministrazioni pubbliche – di mandare a monte il “concorsone” che si sbandiera già da oltre un anno prima che venisse bandito? Semplice, si rende la mobilità volontaria così difficile da renderla impossibile. E qui entra in gioco quel Servizio Personale della Regione abilissimo nell’eludere la normativa statale e il regolamento regionale adottato nel 2009, sicchè vengono – a fine 2012 – emanati due avvisi di selezione per mobilità volontaria (per 130 funzionari amministrativi e 70 funzionari tecnici) tutti tesi all’obiettivo finale di far andare a vuoto la mobilità stessa e permettere di bandire, in vista delle elezioni regionali del 2015, un bel concorso per 200 funzionari. Nei due avvisi, venivano dettati dei criteri per la presentazione della candidatura, per la valutazione dei titoli e, soprattutto, per l’ammissione al colloquio tali da restringere radicalmente la platea dei possibili candidati sino quasi ad azzerarla. E ciò, come detto, sarebbe avvenuto in aperta violazione del Regolamento Regionale del 26 ottobre 2009, n. 26 che disciplina i criteri per la mobilità per passaggio diretto di personale presso la Regione Puglia”, pur richiamato nella premessa dei due avvisi. Conclusione? Nei corridoi dell’Ente governato dal poeta gentile, già finito nel tritacarne mediatico per le sue valutazioni circa le capacità dei vari candidati ai concorsi da primario medico banditi dalla Regione Puglia, non mancava chi ritenesse che un candidato al premio Nobel sarebbe stato giudicato non idoneo, a fare il funzionario nella Regione Puglia! Ed e’ quello che devono aver pensato le migliaia di funzionari pubblici pugliesi sparsi nel nord Italia: infatti, le domande piovute via Internet sono state relativamente poche – un centinaio circa – e dei pochi coraggiosi che la domanda l’hanno presentata, solo un decina sono stati ammessi al colloquio. Dunque, si sono posto tanti ostacoli e paletti da far diventare la mobilità volontaria una farsa: sono stati richiesti a funzionari pubblici – già, quindi, vincitori di concorso – requisiti che vanno ben oltre a quelli richiesti dai concorsi pubblici. Si è preferito fare a meno di personale formato e con ottimi titoli e curricula, per poter bandire un concorso – e spendere soldi pubblici! – che serve, nella migliore delle ipotesi, a far bello, alternativo e diverso dagli altri amministratori Vendola, in vista delle prossime elezioni. E, sempre per fini elettoralistici, anches e sulle sentenze e ordinanze adottate da tribunali amministrativi e consigli di stato non si può scrivere, si è preferito far andare a vuoto la mobilità facendo pesare le assunzioni dei nuovi funzionari sul turnover e, di conseguenza, precludendo possibili, ulteriori assunzioni o la soluzione di altre questioni, relative – senza andar troppo lontano – alla stabilizzazione dei precari.
Francesco De Martino
Pubblicato il 20 Giugno 2014