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Sempre più probabile il commissariamento del Pd pugliese

Probabile accelerata verso il commissariamento del Pd in Puglia da parte della segreteria nazionale, dopo un recente colloquio del segretario regionale, Marco Lacarra, con Enrico Letta.  Infatti, a lasciarlo intendere è stato lo stesso Lacarra che, nel pomeriggio di ieri dopo aver incontrato il segretario nazionale, Letta, ha rilasciato, tra le altre, anche la seguente dichiarazione: “ In tale occasione ho dato la mia piena disponibilità a rimettere nelle sue mani il mio mandato di segretario regionale, sperando che un passo indietro sia utile a favorire un percorso chiaro verso la celebrazione dei congressi e affinché questi possano svolgersi in un clima di sano e sereno confronto e di ampia partecipazione”. Ma a dare un input decisivo all’ormai quasi certo commissariamento dovrebbe essere stato il disatteso invito romano della scorsa settimana a Lacarra di non procedere all’ufficializzazione a Barletta di una candidatura a sindaco di una coalizione di centrosinistra che non avesse al proprio interno anche Sinistra italiana, il M5S e tutte le altre possibili sigle progressiste (+Europa, Italia Viva, Azione, etc.) del panorama politico nazionale. Invece, il 19 marzo scorso – come abbia già riferito in altri nostri precedenti servizi – il segretario Lacarra (assieme al presidente della Regione, Michele Emiliano, alla senatrice e sottosegretaria barlettana del Pd, Assuntela Messina, e alla segretaria cittadina del Pd, Rosa Cascella) ha comunque proceduto ad ufficializzare la candidatura a sindaco di Barletta di Santa Scommegna per una coalizione formata dal Pd ed un coacervo di liste civiche di emanazione emilianiana. Quindi, non comprensiva delle altre sigle nazionali del centrosinistra largo teorizzato da Letta. Infatti, tale candidatura è stata subito stoppata dal Pd nazionale che, con una nota quasi immediata (a firma del coordinatore della segreteria Pd di piazza del Nazzareno, Marco Meloni) ha ribadito che il partito “è impegnato in tutta Italia nella costruzione di una coalizione assieme a Movimento 5 Stelle, partiti e movimenti della sinistra, Verdi, soggetti del centro riformista”. Nota a cui il segretario Lacarra, però, ha replicato definendo “ingenerose” le affermazioni dei vertici nazionali del Pd nei confronti della dirigenza locale, che invece da 15 ha sempre vinte in Puglia tutte le più importanti competizioni locali con una strategia sulla quale “indietro non si torna”. Ora però, dopo il colloquio di ieri con Letta, a voler fare un passo indietro pare che sia proprio lo stesso Lacarra che, a conclusione della nota con cui ha comunicato la sua disponibilità a rimettere il mandato di segretario regionale nelle mani di Letta, ha affermato: “Ringrazio il segretario Letta per la fiducia che ha riposto in me in questi mesi e offro la mia totale disponibilità per continuare a lavorare, sempre al suo fianco, per un partito sempre più forte in Puglia e nel Paese”. In altri termini, in politichese, Lacarra non si è dimesso, ma nel dare la disponibilità a farlo, e quindi lasciando al segretario nazionale la patata bollette della decisione ad un eventuale commissariamento del Pd in Puglia, ha anche lasciato intendere di essere disponibile a continuare a lavorare al fianco di Letta e cioè a rientrare verosimilmente nei ranghi dettati dallo stesso Letta sulla linea da seguire nella formazione delle coalizioni per le prossime amministrative, qualora non fosse rimosso. Insomma, se fosse questo l’effettivo senso della dichiarazione di Lacarra, significherebbe che sul “caso Barletta” in Puglia ha “obbedito” ad Emiliano, a Roma invece si è “consegnato” a Letta. Ma se cosi fosse, è possibile che nelle prossime ore il già paventato commissariamento del Pd pugliese possa anche subire un rallentamento, soprattutto se da Barletta, in attesa di un chiarimento politico di livello nazionale, dovesse giungere la notizia di un eventuale ritiro della candidatura da parte della designata Scommegna. Oppure potrebbe accade che per placare gli animi faccia da parafulmine la segretaria del Pd barlettano, Cascella, e che sia quest’ultima a sacrificarsi dimettendosi, in modo da consentire una riapertura della partita nella composizione della coalizione di centrosinistra e, conseguentemente, anche di una riapertura della scelta da indicare come candidato sindaco. Infatti, a tentare di sventare il commissariamento dovrebbe essere soprattutto il governatore Emiliano che – da ciò che è dato sapere – dovrebbe essere stato sia il regista che il principale artefice della sfida lanciata sabato scorso al Pd nazionale su Barletta. Questa volta, però, i margini per una frenata da Roma sul commissariamento del Pd pugliese sembrano davvero molto stretti, soprattutto se si considera che ad essere stato disatteso è stato l’invito effettuato dal responsabile nazionale degli enti locali, l’on. biscegliese Francesco Boccia, che prima di scrivere sicuramente deve aver agito in stretta sintonia con Letta. Infatti, non a caso, il nome più probabile ed atteso per il commissariamento del Pd in Puglia è proprio lo stesso Boccia che, qualora dovesse diventare commissario adesso, verosimilmente lo rimarrebbe fino alle prossime politiche del 2023. Ed in tal caso a “non tornare” davvero “indietro” sarebbe Letta che, così facendo, dimostrerebbe di voler seriamente riprendere le redini di un partito, il Pd l’appunto, che in Puglia (come forse altrove!) sembrerebbe una sorta di “repubblica” a se, dove a tira realmente le fila non sia gli organi interni, ma figure istituzionali, come Emiliano e Decaro,  che invece dovrebbero occuparsi di gestire al meglio le istituzioni di cui sono rispettivamente a capo e non anche il partito che ha maggiormente contribuito a farli eleggere.

 

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 24 Marzo 2022

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