Serie D, girone di ferro: i tifosi baresi tra rassegnazione e rabbia
Inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta, dicono e ripetono i saggi, ma nel caso di Bari ‘sbattuto’ nel girone I della serie D c’è poco da stare allegri. Con la squadra ancora in preparazione nell’albergo romano come ha deciso il nuovo patron De Laurentiis, la squadra biancorossa dovrà affrontare autentiche corazzate nelle serie dilettantistica che racchiude compagini sicule, calabro e campane. Svetta la Turris, tra queste ultime, ma ci sono anche compagini tradizionali avversarie dei galletti, come Messina e Acireale. Cosa ne pensano i tifosi? Rassegnati, più che arrabbiati, dopo le amare esperienze in pochi mesi del fallimento prima e della doppia retrocessione, dopo. Mario, pensionato Inps aveva previsto che all’orizzonte c’era poco di buono dopo la penalizzazione che aveva costretto la squadra allenata allora da Fabio Grisso era stata penalizzata, perdendo la possibilità di giocarsi il primo scontro spareggio col Cittadella al S. Nicola, quando molti ancora azzardavano la promozione diretta dei galletti nella massima divisione. <<Con l’avvento di Giancaspro si parlò di progetto e si era in agosto: si prende un direttore sportivo come Sogliano e un mister come Stellone non gradito al medesimo e poi una serie di ‘giocatori da ‘figurine’, di cui alcune di ultra trentacinquenni. Ma l’improvvido e inesperto Giancaspro evidentemente si sentiva come Moratti e parlava di un progetto per la serie A, dai tre ai cinque anni e poi acquista calciatori al tramonto della loro carriera. Ora con De Laurentis tutti dicono che ci sono i soldi, ma davvero questo presidente vuole la squadra del Bari in serie A, o magari servirsene come fanno tanti altri presidenti per altri scopi, magari legati agli interessi del Napoli?>>. Tornando alle ultime sventure della squadra barese, Nicola, tifoso trentenne ricorda che dopo Stellone che venne sostituito da Colantuono ed una “sontuosa” campagna acquisti a gennaio scorso, con quindici calciatori che non giocavano da anni e rotti, siamo oggi al capolinea. Di trenta calciatori non si sapeva neppure bene quant’era la somma investita. Agratìs dicevano in queste lande, senza sapere che il peggio doveva ancora arrivare. E la cessione di Scalera e Castrovilli, unici giovani promesse di un vivaio, purtroppo, alla frutta? Così si programma il futuro? Ma no ! C’erano Brienza (gli andiamo ancora dietro, nonostante abbia quasi 40 anni!!) e Floro Flores. I vecchietti, come li chiamava Giancaspro, ebbero una specie di exploit e poi il primo, guarda caso, si infortunò come il secondo pure, come le ciliegie. Anche Franco, impiegato, 58 anni e una vita dietro al Bari non lascia scampo al futuro della sua squadra: <<In campo abbiamo visto l’anno scorso per molti mesi un Bari scoppiato, senza nerbo, non un affondo deciso in un contrasto; sotto di due gol a Carpi e si smetteva di giocare, lo stesso in casa con allora vicecapolista Verona. Invece a Trapani, a con l’Entella, Spezia si rinunciava al gioco dall’inizio e si risolve il problema dall’inizio. E adesso affrontiamo la serie D dopo una preparazione frettolosa, senza sapere a dieci giorni dall’inizio del campionato chi formerà la prima squadra>>. Possono i tifosi scordare Moras, Basha, Salzano, raddrizzare i piedi di Tonucci, far cambiare mestiere a Daprela o insegnare come si crossa a Sabelli? Aggiunge Leo Damiani, medico: <<Mi dispiace dirlo ma i dirigenti vecchie e nuovi della nostra amata Bari sono complici del disastro calcistico perchè forniscono alibi a chi tiene in piedi una società che nasce sotto i peggiori auspici>>. Ora i nostri giornalisti parlano di calciatori giovani,quasi tutti prelevati dalle giovanili del Napoli, vogliosi di affermarsi, che corrono e che abbraccino “il progetto, ma in quel girone ci saranno corazzate da non prendere sottogamba. E avanti col centro sportivo promesso, subito, per allevare promesse ed imitare Sassuolo e Atalanta che reggono la serie A puntando sui propri giovani.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 31 Agosto 2018