Cultura e Spettacoli

Serse Coppi, anche lui bicicletta e vita breve

Malgrado la maschera di fango è riconoscibile nell’immagine uno dei più grandi campioni del ciclismo italiano, Fausto Coppi. Siamo all’arrivo della Parigi-Roubaix del 1949, la regina delle classiche per gli infernali tratti in pavé. Il Campionissimo viene qui baciato da un compagno di squadra. Coppi ha appena aggiunto un altro trofeo al suo enorme palmarès? Affatto. A baciarlo è proprio il vincitore, suo fratello Serse Coppi… E’ poco noto che all’ombra del campionissimo visse (e pedalò) suo fratello minore, Serse. Due uomini accomunati dallo stesso destino : la bicicletta e una vita breve. Se Fausto si spense a soli 41 anni, Serse morì molto più giovane. Nato il 19 marzo 1923 a Castellania, nell’alessandrino, e cresciuto ciclisticamente insieme al fratello, Serse ne fu gregario nella squadra della Bianchi. Nel 1946 si classificò 24esimo nel Giro d’Italia vinto da Bartali. Al Giro successivo non completò la competizione a causa di una frattura ad una gamba. La sua prima grande affermazione fu, come detto la Parigi-Roubaix del 1949. Quella vittoria è legata ad un caso curioso : Erano in fuga Mahé, Moujica e Leenen. A poca distanza dal velodromo di Roubaix, dove aveva termine la gara, il terzetto venne indirizzato nella direzione sbagliata da un giudice di percorso. I tre riuscirono comunque ad entrare nel velodromo da una porta secondaria. Mahé batté Leenen in volata e cominciò a festeggiare la vittoria, mentre Moujica arrivava leggermente attardato a causa di una caduta. Di lì a poco sopraggiungeva il grosso regolato in volata da Serse Coppi. Saputo della irregolarità dei fuggitivi, i fratelli Coppi protestarono e chiesero la squalifica dei primi arrivati. La protesta venne accolta e Serse fu riconosciuto vincitore (mesi dopo l’organizzazione della corsa decise comunque di assegnare a Mahé, Leenen e Moujica dei premi speciali equivalenti a quelli per i primi tre classificati). Due anni dopo la vita e la carriera di questo sfortunato atleta si concludevano. Il 29 giugno del 1951, al Giro del Piemonte, durante lo sprint finale, in Corso Casale a Torino a poche centinaia di metri dall’arrivo al Motovelodromo, Serse Coppi infilò con la ruota un binario del tram, cadde e picchiò la testa a terra. Le conseguenze dell’incidente non sembrarono in un primo momento gravi, ma dopo il rientro in albergo le condizioni del ciclista peggiorarono improvvisamente. Serse Coppi morì di lì a poco per emorragia cerebrale. Aveva appena 28 anni, la stessa età (i casi della vita) di Giulio Bartali, fratello del celebre Gino, anch’egli morto in seguito a un incidente in gara nel 1936, durante una corsa per dilettanti nei pressi di Firenze. Serse Coppi riposa accanto al fratello Fausto nel paese natale di Castellania. Una lapide gli è stata eretta nel giardino antistante il Motovelodromo di Torino.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 19 Marzo 2016

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