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Sforamento Patto stabilità: soluzione sbagliata nei tempi e nei modi

Dopo la decisione della Giunta Vendola di sforare il Patto di stabilità, Rocco Palese, capogruppo del Pdl alla Regione, ha sentito la necessità di esprimere il suo completo dissenso nei confronti della decisione presa con delibera regionale. Un dissenso che trova le sue radici nell’errata tempistica del Presidente della Puglia e che si abbandona ad osservazioni di carattere politico. “Lo sforamento consapevole del Patto di stabilità è uno strumento a cui il Presidente Vendola ricorre sempre alla vigilia delle elezioni. Lo fece a febbraio 2010 e lo ha fatto anche oggi. Non contestiamo alla Giunta il mancato rispetto della legge, ma di averlo fatto secondo modi e tempi completamente errati” ha dichiarato il capogruppo Palese. La contestazione avanzata dal Pdl è legata all’articolo 24 della legge 183 del 2011, in cui si afferma che le Regioni che sforano il Patto per cofinanziare interventi relativi ai finanziamenti europei, possono essere considerate adempienti al suddetto Patto, solo se nell’anno successivo provvedono a ridurre la spesa corrente portandola al minimo dell’ultimo triennio; a non contrarre mutui e a non procedere con assunzioni di personale, “ciò vuol dire che la Puglia non potrà usufruire del decreto Balduzzi, che consente di assumere personale in ambito sanitario” ha dichiarato amareggiato Rocco Palese. Risulta ancora poco chiaro lo scenario sanitario, infatti, se da una parte c’è chi afferma che la sanità non sarà toccata dal divieto di assunzioni, dall’altra c’è chi afferma che dovrebbe essere presente una specifica norma che ne indichi l’esclusione. Quel che è certo è che, secondo l’articolo 7 del decreto 219 del 2011, la Regione Puglia, sforando il Patto di stabilità, è tenuta a versare all’entrata del bilancio statale l’importo corrispondente alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato. In caso di mancato versamento, lo Stato procederà con il recupero della suddetta differenza, prendendola direttamente dalla Tesoreria statale. Un’ulteriore contestazione è di carattere tecnico-finanziario, legata all’articolo 5 sulla Legge di Stabilità 2013, che sostiene che i target del Patto di stabilità interno, debbano essere ridotti per un importo pari a quasi il doppio di quello già previsto dalla legge 135. Tale riduzione sale da 1 a 2 miliardi di euro per il 2013/2014 e da 1.050 a 2.050 miliardi di euro per il 2015, con una riduzione di poco più di 100milioni di euro per il nostro territorio. L’alternativa proposta dal Pdl era quella di ridurre la spesa corrente in maniera graduale, a partire dal 2010, dunque si tratta di un’alternativa vana e inconsistente, poiché a conti fatti, di certo non si può tornare indietro nel tempo. “Questo governo regionale, come sempre, lascia intatta la spesa corrente e sfora il Patto di stabilità. E’ evidente che non siamo di fronte ad un ‘Piano Roosevelt’, ma piuttosto siamo dinanzi ad un chiaro esempio di sciatteria gestionale” ha dichiarato il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri. “Il mancato rispetto di un patto nazionale è una scelta economica di grande portata – ha poi proseguito l’Onorevole Francesco Paolo Sisto – Questa decisione di non rispettare il Patto deriva da proprie mancate responsabilità. Ma l’aspetto senza dubbio peggiore, è che il rimedio che si sta attuando, lascerà agli altri il ravvedimento”. In conclusione, secondo l’opposizione, la decisione della Giunta Vendola di sforare il Patto di stabilità 2012 della Regione si sarebbe potuta evitare procedendo alla riduzione dei capitoli di spesa discrezionali in sede di bilancio di bilancio di previsione 2012.  Inoltre con le disposizioni previste dalla legge di stabilità 2013 in discussione in Parlamento, il rischio concreto è di non riuscire a compensare lo sforamento 2012 con conseguente ulteriore aumento della tassazione a livello regionale.

Nicole Cascione


Pubblicato il 20 Ottobre 2012

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