Cronaca

Si assottiglia il patrimonio forestale pugliese

Ha fatto scalpore, in località Terre Nuove a Mottola, il sequestro ad opera della Forestale di circa dieci ettari di area protetta che prima era stata ‘liberata’ di decine di alberi secolari di fragno e roverella d’alto fusto e poi dissodata per impiantarvi filari di piante da frutto. Ciò che indigna non è solo il danno ambientale e nemmeno l’irregolarità dei permessi con cui qualcuno si è mosso. A fare scandalo è che tanto plateale agire sia passato inosservato. Dieci ettari equivalgono a circa diciotto campi di calcio messi assieme. E disboscare dieci ettari non è cosa di ascia e buona volontà, vuol dire squadre di operai all’opera col supporto di bulldozer in mezzo al chiasso delle motoseghe e un andirivieni di tir. Un’operazione ‘vistosa’, di quelle che non si esauriscono nell’arco di una giornata e che per il fatto di coinvolgere a vario titolo centinaia di persone si prestano ad essere notate. Ebbene, nel tarantino, non solo si è dormito per tutta la durata del disboscamento, ma si è lasciato che le ruspe completassero lo scempio livellando il terreno (si pensi alla polvere sollevata per portare a termine quest’altra fase). Insomma, l’Autorità competente è intervenuta solo per impedire che l’abuso venisse completato con la messa a dimore delle specie fruttifere. Un’inerzia che non si giustifica solo con la modestia degli organici. Lassismo e miopia sono correi eccellenti alla disonestà di imprenditori d’assalto. A nulla è servita la lezione dell’ecomostro di Punta Perotti? Almeno mille persone escluse dall’affare sapevano che i relativi permessi erano frutto di manfrine ignobili. Ciononostante si lasciò che di quell’obbrobrio venisse completato il rustico prima di porre i sigilli a quel cantiere. Si sa come andò a finire : Un danno paesaggistico durato anni, spese ingentissime di rimozione macerie e contenziosi a non finire, col Comune di Bari costretto a rifondere i Matarrese. Chi ci guadagnò? Tornando a Mottola, chissà quanto ci vorrà per ripristinare l’originale stato delle cose. Perché se l’affaire Punta Perotti, volendo, poteva risolversi nei pochissimi secondi di cui può avere bisogno la dinamite e nelle poche settimane necessarie a squadre di operai per sgomberare ruderi, lo scempio di località Terre Nuove non è di quelli che si sanano dall’oggi al domani. Chi abbia pratica di forestazione sa che ripristinare un querceto serve prima impiantare un pineta. Solo una volta che l’azione chimica messa in moto dalla presenza del pino abbia predisposto il terreno, si può passare alla piantumazione di rovere, leccio, farnia ed altri sottogeneri di quercia. Ciò significa che a Mottola possono andar via anche quarant’anni per chiudere quella ferita. Non solo piromani e palazzinari assottigliano il patrimonio forestale pugliese. Altrettanto possono organi di controllo pigri.

Italo Interesse


Pubblicato il 8 Ottobre 2013

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