Si cercano 5 milioni per iscriversi al prossimo campionato, mentre tutti aspettano chiarezza
Oltre alla beffa, adesso pure l’ultimatum, se il patron Giancaspro entro il prossimo 26 Giugno non dovesse riuscire a ricapitalizzare o reperite 5 milioni di euro che occorrono per l’iscrizione al prossimo campionato, per il Bari ci saranno altri guai giudiziari con il rischio concreto di fallimento. Presto per emettere sentenze, ma si è passati dai sogni di gloria alla speranza di vedere il Bari non scomparire almeno dalla serie cadetta, che le va stretta ma oramai i tifosi hanno fatto l’abitudine. Della serie che dopo il mancato accesso alla semifinale contro l’umile e forse più cattivo Cittadella, in casa Bari c’è aria di smobilitazione dal tecnico che quasi certamente lascerà per accasarsi altrove, in pole l’Hellas Verona, al dicesse Sogliano che con la sua esperienza non avrebbe alcun problema a trovare un altro lido che gli offra più garanzie. Dopo la gestione fallimentare di Paparesta ed appena due stagioni sotto la gestione Giancaspro i Galletti sono al punto di ripartenza, e poco importa se negli ultimi due anni il San Nicola tra abbonati e spettatori paganti è sempre stato tra gli stadi con maggior numero di tifosi presenti, poco conta se siano valorizzati dei giocatori grazie al lavoro svolto egregiamente dal diesse Sogliano, perché se non si rispetteranno le scadenze la gloriosa storia del Bari ne uscirà ancora umiliata. I primi segnali si erano già ravvisati dalle falle della comunicazione con l’inaccettabile ed irrispettosa scelta del tecnico di presentarsi soltanto ai microfoni SkySport, a partire dalle indiscrezioni di alcuni giornalisti che anticipavano il mancato pagamento degli stipendi nei tempi previsti da regolamento, fino alla sentenza della scorsa settimana che ha decretato in via definitiva i due punti di penalizzazione e il ribaltamento di posizioni che ha costretto il Bari a giocare al ‘Tombolato’.
Dal punto di vista tecnico ci sarebbe anche in quel caso da disquisire sulle innumerevoli formazioni schierate dal tecnico quasi quanto le giornate di campionato disputate gara di playoff annessa, ma ancora peggio è il dato che si evince delle espulsioni da inizio campionato sino a concludersi alle 14 giornate di squalifiche inflitte a giocatori ed un dipendente dello staff a causa del parapiglia finale ai danni dei padroni di casa, rei di aver vinto ‘pareggiando’ e sfruttato al 110% una sentenza che a parte inverse sarebbe stata attuata la medesima politica. Non è questione di ‘falsi moralismi’ o voler sparare su chi in questo momento forse non ha neanche il capo di difendersi perché sa anche le sole scuse nei confronti di una città, della stampa spesso bistrattata e fatta oggetto di scherno da parte della stessa tifoseria, sarebbero considerate di facciata e ipocrite. Tutto ciò anche se la società dovesse reperire in extremis tramite plusvalenze veloci o dei prestiti miracolosi o esteri, la figuraccia è stata rimediata e per il futuro il consiglio di essere più chiari dall’inizio è tempestivi è d’obbligo. Lampante è l’esempio dell’altra società barese della Sly United capitanata dal presidente Danilo Quarto, il quale dall’inizio della stagione scorsa ha dichiarato il suo progetto pubblicamente e l’ha perseguito raggiungendolo con il successo, seppur a dovere di cronaca in una categoria nettamente inferiore, ma è stato centrato l’obiettivo con sacrifici, spirito di abnegazione grazie ad un team efficiente e meticoloso su ogni aspetto, efficiente del suo team, con i primi protagonisti quelli sul campo giocatori e tecnico che hanno versato sino all’ultima goccia di sudore. Ciò che è infatti mancata al Bari di Grosso è stata quella ‘garra’ ovvero quella cattiveria da campioni del Mondo che uno come Grosso avrebbe potuto trasmettere e trasferire ai suoi ragazzi, ed invece lui in primis ha pagato con l’inesperienza e spesso accantonando i giocatori di maggiore qualità in panchina, un esempio eclatante è quello di Cristian Galgano miglior marcatore del Bari, in rete anche domenica pomeriggio anche se è stato il primo ad essere sostituito. Sicuramente il tecnico che ha ottenuto risultati di rilievo con il settore giovanile della Juventus ed altri ne otterrà nella sua giovane carriera agli inizi, avrà maggiori abilità ed esperienza rispetto a chi ha visto ed esaminato il tutto dall’esterno, ma per il suo futuro è consigliabile cambiare di meno. Il volto ad una squadra a tal punto da disorientata è non darle un’identità ben precisa. Perciò alla fine dei conti essere usciti seppur con un pareggio contro il Cittadella andrebbe accettato. Il versetto del campo senza andare oltre. Inoltre sarebbe stato interessante ed apprezzato come gesto se lo stesso tecnico, a fine partita domenica, nonostante il risultato, avesse convocato la stampa locale nei giorni a seguire ed avesse spiegato il perché delle sue scelte, tracciato il punto sulla stagione serenamente a prescindere dal suo destino magari chiarendo una volta per tutte il suo silenzio protrattosi per troppe giornate. Capitan Basha, invece, al termine della partita pareggiato domenica ha tirato le sue conclusioni e additato le maggiori colpe alla sentenza del Tribunale e le mancate garanzie da parte della società, il. Giocatore in scadenza di contratto quasi certamente lascerà l’ambiente biancorosso. E’ arrivato, infine nella giornata di ieri 5 giugno, un comunicato dei Seguaci della Nordnel quale si evince chiaramente che non chiederanno alla società alcun rimborso della partita che si sarebbe dovuta disputare al San Nicola.(red.)
Pubblicato il 6 Giugno 2018