Si decide di non decidere: niente campo accoglienza a Largo Pacha
Niente da fare, è stato solo sfiorata l’anno scorso in Aula Comunale la discussione della variante per spianare la strada ai prefabbricati che dovevano accogliere i migranti a LargoPacha, nei pressi del Villaggio Trieste. La decisione di rinviare la discussione e poi praticamente annullare la discussione l’anno scorso è stata condivisa sia dalla maggioranza che dalla opposizione. Un rinvio scontato anche dopo il volantinaggio dei consiglieri Melchiorre, Carrieri e Romito per decidere – come detto – l’area su cui l’amministrazione comunale intendeva allestire in via temporanea i quaranta moduli abitativi per dare accoglienza ad un centinaio di migranti. A disposizione del Comune ci sono fondi ministeriali per un milione e 600 mila euro, investiti dopo la gara celebrata la primavera di due anni fa e assegnata all’impresa <Ifra Group> di Massafra che doveva fornire i moduli abitativi. Appunto, doveva, visto che adesso l’appalto è stato revocato, per una scelta contestata sin dall’inizio da opposizione e residenti, pronti a protestare ancora più platealmente in aula. Ora si cerca una soluzione alternativa per i migranti che, come precisa il consigliere Filippo Melchiorre, potrebbe essere quella di decidere una o più ‘location’ diverse da Largo Pacha “area già occupata dalla tendopoli della Croce Rossa e dal Villaggio Trieste” d’accordo con la Regione Puglia. Però, scusate, chi paga ora i danni per il mancato appalto alla impresa jonica che s’era aggiudicata la gara dopo la pubblicazione del bando, l’estate di due anni or sono? Non ci sono ancora notizie di richieste risarcitorie da Massafra, ma se gli uffici tecnici del Comune continueranno a stare a braccia conserte, potrebbero presto giungere notizie da qualche legale, con maggiorazione di spese a carico dei… soliti ignoti. Intanto c’è chi gode di indecisioni e ritardi, a cominciare dagli ospiti a spese del Comune a <villa Ata>, a Palese, con un affidamento a favore di un’associazione no-profit dell’avvocata barese Loredana Liso, rinnovato fino a ordini diversi. Un affidamento che sarà prorogato ogni volta visto che, almeno per adesso, l’ipotesi largo Pacha è stata scartata dall’amministrazione civica guidata da Antonio Decaro. Dunque, operazione seconda accoglienza tutto fermo al palo con spese su spese almeno da trentasei mesi e addio cinquantuno prefabbricati dove alloggiare i rifugiati che si trovavano nei capannoni dell’ex Stet: al Comune non sanno più che pesci prendere. Dando semaforo verde alle associazioni come si dice ‘no profit’ o ‘onlus’ che controllano dormitori, pasti e servizi, in Città, non certamente gratuitamente. Eppure prima o poi si dovrà cominciare a lavorare per recinti e allacci, senza perdere altro tempo, che sia a Largo Pacha o altrove, per non arricchire ulteriormente chi aspetta solo altri rinvii e tentennamenti, per la sistemazione dei migranti che ora si trovano a Palese, con una spesa di oltre 6mila euro al mese. Sono scaduti, infatti, i primi mesi concessi all’associazione ‘Help’ per ospitarli in via Pizzillo, a Palese, e le polemiche non sono ancora attizzate, in realtà, attorno al secondo campo di accoglienza a Bari, dopo quello militare ai margini dell’area aeroportuale, a Bari-Palese. Ora, però, sembra più urgente chiedersi cosa accadrà –come detto – e chi pagherà gli eventuali danni dopo la gara aggiudicata a giugno 2016 dalla ripartizione comunale Lavori Pubblici guidata dall’ing. Domenico Tondo, alla ditta “I.F.A. GROUP Srl” da Massafra. Prefabbricati forniti al Comune di Bari per ospitare – almeno inizialmente – ognuna dalle sei alle quattro persone con doccia, letti a castello, scrivanie per pc con sedie. Migranti trattati meglio, sicuramente, di quelli ospitati all’ex Liceo Socrate di via Fanelli, in un immobile dichiarato inagibile e pericolante. Anzi, a rischio crollo, dentro il quale un parlamentare è stato cacciato impedendogli di entrare, pochi giorni fa. Forse perché sarebbe stato davvero troppo vedere anche come ci vivono dentro. Meglio in una ex casa di cura di periferia, lontano da orecchie e occhi indiscreti, naturalmente a pagamento…
Francesco De Martino
Pubblicato il 26 Ottobre 2017