Cronaca

“Si faccia una valutazione di impatto ambientale per la nuova colmata”

L’ampliamento della colmata dell’ansa di Marisabella di ulteriori 300mila metri quadrati preoccupa alcuni baresi che si sono costituiti in comitato, avviando una petizione popolare, per chiedere che l’opera, già appaltata, venga sottoposta al “Via”, la speciale Valutazione d’impatto ambientale prevista per determinate categorie di interventi, che possono comportare danni irreversibili al territorio e, quindi, all’ambiente in cui si collocano. L’apposito comitato, denominato “Fronte del porto”, ha predisposto i moduli per la raccolta firme da inviare al Comune ed alla Regione, affinché questo ulteriore intervento di riempimento dell’ansa di Marisabella, in corrispondenza della sede del Cus, il centro universitario sportivo presente sul Lungomare Starita, venga anche assoggettata alla procedura amministrativa di supporto del “Via”, oltre alle autorizzazioni già concesse per tale progetto. L’Amministrazione comunale barese né gli altri Uffici, che per competenza hanno esaminato il progetto, hanno ritenuto di chiedere una “Valutazione d’impatto ambientale” prima di concedere al soggetto proponente il progetto ed attuatore dell’opera, l’Autorità portuale barese, le relative concessioni. Infatti, come è noto, il “Via” è uno strumento di supporto alle decisioni tecnico-amministrative su progetti particolarmente impegnativi sotto l’aspetto urbanistico, ma soprattutto ambientale. La procedura di valutazione è svolta dalla Regione sulla base sia dei dati di progetto, sia sui pareri forniti da altre competenti strutture amministrative. Ma nell’iter procedurale del “Via”  possono intromettersi con osservazioni ed obiezioni non solo di natura tecnica, ma anche sociale gruppi organizzati di cittadini o singoli interessati dalle ricadute negative del progetto in esame. Infatti, il comitato “Fronte del porto” nel documento di accompagno alla petizione popolare, rivolgendosi a coloro che sono sensibili al destino di Bari, spiega le finalità dell’iniziativa: “Per contrastare  un’opera scellerata da realizzare nella storica ansa di Marisabella,  preziosa perla paesaggistica e  ambientale della città”. E nel documento, continuando, si rileva che la ulteriore cementificazione di questo specchio di mare ha ottenuto il  placet  degli  amministratori locali, senza che una sola delle loro voci si sia levata in difesa della salvaguardia del territorio, in considerazione  del fatto che l’opera verrà realizzata senza alcuna Valutazione di impatto ambientale. Il comitato, infatti, lancia l’appello ai baresi a firmare la petizione di richiesta del “Via” e ricorda in tre punti cosa comporterà, in termini di impatto ambientale, questa nuova colmata a Marisabella. Il primo punto evidenza la cementificazione del mare, come innanzi detto, per ulteriori 300mila metri quadrati. Il secondo, poi, fa presente che tale area è interessata dalla più grande confluenza di falde sotterranee del territorio e che il suo riempimento ne impedirà il naturale deflusso in mare. E da ultimo, ma sicuramente primo per importanza, si evidenzia che la colmata inevitabilmente “Altererà inesorabilmente il già fragile assetto idro-geologico di un territorio visibilmente devastato da pesanti interventi edilizi ostruttivi di lame e canaloni”. A tali richiamati rischi il comitato aggiunge poi due considerazioni. Quella del sistema obsoleto della rete fognaria e dei  depuratori in avaria, che causa conseguenze già note in occasione di  rilevanti  eventi atmosferici e climatici (piogge, inondazioni, allagamenti, riversamento di liquami per strada e in mare  balneabile, fetore persistente nelle aree urbane  di  Japigia e  San Paolo) e quella sull’ inarrestabile incremento del traffico pesante dei Tir, che già rendono invivibile interi tratti urbani, come viale di Maratona, quello delle piscine comunali per meglio intendere, che in prospettiva registrerà il passaggio giornaliero di migliaia di altri automezzi. E tali considerazioni si concludono con un rilievo finale: “Il tutto senza neanche l’ombra  di una strada camionale (via Caracciolo) da anni promessa che, nei fatti però, resta solo virtuale e per di  più prevista in un’area già  interessata da  lottizzazioni”. Il comitato con lo stesso documento, inoltre, polemizza con la sezione barese dell’associazione “Legambiente” che, pur

avvertendo i rischi di emergenza ambientale provocati dalla nuova colmata di Marisabella, finora – secondo lo stesso comitato – si sarebbe comportata in maniera “pilatesca” sul problema. Ancor più insensibile alla questione – sempre secondo il comitato – si è dimostrata la dirigenza del Cus di Bari, che si sarebbe mostrata sempre “sorda” alle sollecitazioni degli atleti di canottaggio che rischiano di perdere quasi completamente il bacino d’acqua dove si svolgono gli allenamenti. Ed, in fine, il comitato promotore della petizione si chiede: “Dove sono i nostri amministratori che dovrebbero tutelare il territorio, la salute e la qualità della vita dei cittadini  alla vigilia dei riti parolai del valzer elettorale?” Il documento termina con un generico appello rivolto alle altre associazioni baresi sensibili ai problemi del nostro territorio, affinché il silenzio si trasformi in partecipazione responsabile. Per la cronaca, riferiamo pure che firmano il documento, a nome del comitato “Fronte del porto”, due portavoce Matteo Magnisi e Silvana Grilli, mentre il presidente pugliese del Fai, Dino Borri, lo sottoscrive per adesione. Ora si tratterà di vedere che effetti sortirà l’iniziativa, tenuto conto che, senza o con il “Via”, quando in gioco ci sono appalti milionari, a Bari ed in Puglia, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. E peggior cieco di chi non vuol vedere. 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Luglio 2013

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