Cronaca

Si paga la Tari pure sul posto auto di proprietà

Incredibile ma vero: dichiariamo apertamente la nostra ignoranza in materia di tassazione, ma quello che abbiamo saputo da un nostro conoscente, in fatto di tasse comunali, ci ha lasciati per certi versi increduli, basiti e giornalisticamente incuriositi. L’oggetto di una, a nostro modesto giudizio, “empirica” imposizione fiscale, riguarderebbe addirittura il pagamento della famigerata Tari su un posto auto, addirittura scoperto. Il predetto spazio, infatti, stando a quanto si legge sul regolamento comunale relativo alla tassa rifiuti, facilmente consultabile sul sito del Comune di Bari, sarebbe suscettibile di produrre rifiuti ad auto parcheggiata… Senza entrare in merito nella ratio del regolamento redatto da qualche fantasioso burocrate, sarebbe interessante sapere come i rifiuti in questione siano prodotti, a meno che le automobili non siano dotate di vita propria. Tutto ciò sarebbe spiegabile, al limite, con un po’ di romantica fantasia, se il proprietario della suddetta vettura e del relativo parcheggio la utilizzasse come alcova, producendo così incartamenti di cioccolatini vari. La predetta tassa, teoricamente commisurata in base ai metri quadri, si aggirerebbe intorno ad una cinquantina di euro l’anno: sarebbe ovviamente irriguardoso parlare di una “tangente” da versare all’erario comunale (non dimentichiamo che Bari, essendo tra le città più tartassate, ha subito un’imposizione di Tasi e Tari tra le più alte d’Italia), ma sarebbe opportuno che qualche illuminato funzionario avesse la cortesia di spiegarci la logica traballante con cui il Comune pretende questo ulteriore balzello Questa “scoperta” sarebbe, a tal proposito, un assist per i partiti dell’opposizione in Consiglio comunale, almeno facessero lo sforzo, una volta tanto, di chiedere lumi ai dirigenti della Ripartizione tributi. Ovviamente il nostro giornale offrirà tutto lo spazio possibile alle spiegazioni del caso. Fortunatamente non siamo nella Roma del I sec. d.C, quando Tito chiese spiegazioni a suo padre, l’imperatore Vespasiano, indignandosi per il lucrare sull’installazione dei gabinetti pubblici: almeno a Bari si tratta solo di posti auto e non di volgari vespasiani, altrimenti mai come in questa occasione sarebbe opportuno ricordare il mitico motto latino <<pecunia non olet>>….

Piero Ferrarese

 


Pubblicato il 14 Marzo 2018

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