Cultura e Spettacoli

Siamo ancora vivi, parola di fotofinish

Nell’ultimo fine settimana è stato in cartellone al Kismet l’ultima novità della compagnia Rezza/Mastrella : ‘Fotofinish’. Titolo migliore Antonio Rezza non poteva trovare. Come è noto il fotofinish è un dispositivo impiegato nelle gare di ciclismo, ippica e atletica leggera per determinare l’ordine di arrivo con l’approssimazione di qualche millesimo di secondo. In una società sempre più prossima ad implodere il margine di sicurezza si assottiglia giorno dopo giorno. Solo un ideale fotofinish può confortarci : Non siamo ancora morti, non siamo ancora del tutto impazziti. Ma manca poco. Antonio Rezza è un sensore di questo stato di cose. Se le sue performance hanno a stento un capo e una coda è perché questo mondo non è clinicamente morto. Domani nel suo teatro non solo non ci saranno più capo e coda, non ci sarà più corpo. Trenta anni fa la comicità del cinquantenne artista novarese sarebbe stata rassicurante. Se oggi inquieta, fra alcuni anni – e speriamo in un futuro a due cifre – non avrà più ragione d’essere (cosa vuoi biasimare, cosa vuoi prenderti beffe di un mondo che ha smesso d’esistere e al cui posto lancia i primi vagiti un mondo nuovo e facilmente migliore?). Questa sensazione di irrecuperabilità, questo sentore di binario morto è percepibile nel finale di ‘Fotofinish’, quando l’interazione col pubblico tocca il massimo : Spettatori a decine carpiti dalla platea e portati dietro le quinte, da cui (previo suono di un colpo d’arma da fuoco) escono trascinati a braccia come appena giustiziati e deposti sul palcoscenico. E sul palcoscenico ridotto a un campo di battaglia, Rezza si aggira scavalcando corpi mentre consuma l’ultima frazione della sua performance…. Quanto allo spettacolo in sé, ‘Fotofinish’ parte dalla storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo e grazie alla moltiplicazione della propria immagine arriva a credersi ora questo, ora quel personaggio. Ogni delirio ne partorisce un altro. Si va avanti così sino all’apoteosi conclusiva. Sostenuto dal bravo Ivan Bellavista, l’inesauribile e imprendibile Rezza si avvoltola nel  felice allestimento scenico di Flavia Mastrella strappando risate in media ogni dieci secondi. ‘Fotofinish’ è l’ennesimo monumento al non senso, è liturgia dello sberleffo, è epica resa dinanzi all’impossibilità di correggere con un sorriso costumi incancreniti. Con l’acuto del più estroso fra i cavalli pazzi del teatro italiano, questo straordinario professionista al quale mai va dato dell’attore, egli ritenendosi un ‘performer’, si è chiusa ‘Corpo a corpo’, una delle più belle stagioni viste all’Opificio delle Arti di Strada San Giorgio in questi ultimi dieci anni.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Aprile 2015

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