Cultura e Spettacoli

“Siamo nel rovescio di una partita …”

Alle 18:00, a Le Veronique, v.le Einaudi 93, Mauro De Pasquale e Sandro Marano presentano l’ultima silloge di Maria Pia Latorre

Insegnante, poeta e animatrice culturale, Maria Pia Latorre ha all’attivo una trentina di pubblicazioni. La più recente, edita da Tabula Fati, s’intitola ‘E’ stato per caos’. Fratto in due sezioni, ‘Viaggio Clandestino’ e ‘E’ stato per caos’, il libro raccoglie cinquantatré liriche. Acuta contemplatrice, Maria Latorre s’incanta prima dinanzi alle zolle “d’ossa aguzze” della “ardente Murgia”, poi al cospetto dei “fiumi di grano” della Daunia – che “tiene in pugno l’ondeggiante silenzio” e che ispirano “stagioni di basilico e menta / intrecciate ai capelli”. Allo stesso modo si commuove in presenza delle “periferie di stelle” con le quali “sciamano i poeti”, consapevoli “che la bellezza non ha / copie di salvataggio.” E’ caos ovunque, in cielo, in terra. Ha un ‘perimetro’ il caos ? … Forse sì, forse no. E’ “in controluce l’intuizione del mondo”, dato che materialmente “ciò che ci resta / è misero mistero” (“dietro le nubi è avvolto il mio cuore”). No, se “non sempre si può essere poeti”, non sempre si può raccontare tanta contraddizione. Allora “di notte faccio a pezzi le parole del giorno / e di giorno raccolgo le parole della notte.” Ancora caos. Lo smarrimento suggerisce il rifugio “nella culla della notte / protetti da un abbraccio”. E le carezze che la tenerezza e l’eros muovono sprigionano la magia : “Sui miei  palmi / la tua carezza… custodirò in silenzio / e lì nei miei palmi / cresceranno roseti”. Ma anche la “fragile immensità” dell’amore è fugace : perciò “ti scrivo dell’amore /quando la barriera del tempo / non avrà pietà di noi”. E il dolore ? Il dolore appendiamolo “ad asciugare”. Non si può far altro :  “Siamo nel rovescio di una partita / che nessuno potrà mai giocare”. Né possono venirci in aiuto cose come il metaverso o “l’orrida perfezione che attanaglia” dell’IA. Restano piccole consolazioni : ‘l’ipnotismo’ del girasole, ‘l’incanto vero di primavera” che solo il papavero sa sprigionare, “le stelle negli occhi” di un neonato estratto vivo dalle macerie, la “sostanza” di un padre che appare “in un torpore molle”, “gli occhi di un gatto in amore”, “il richiamo dell’erba”… Tuttavia, una speranza ostinata si fa luce come alba : “Un nuovo sguardo vorrei per il mondo / un nuovo sguardo che mastichi / l’infinito.” Con queste parole si chiude una silloge bellissima, cosparsa di acuti vitali che, dardi disperati, forano qualcosa come una volta soffocante e ragione di un sentire cupo. Una raccolta cui sopratutto è trasversale il senso della resilienza. Opportunamente, in quarta di copertina, annota Paolo Polvani (il quale cura anche la presentazione) : ‘La comune tensione vitale che ci investe è resistere. Resistere a tutto ciò che di disumano ci è intorno … per compiere così il necessario salto verso l’autenticità del vivere’.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Giugno 2025

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