Cronaca

“Signor Ministro, ecco che fine fanno i fondi alla sanità in Puglia…”

 

Si rivolge direttamente al Ministero della Sanità affidato alla Grillo, in difesa del diritto alla Salute e chiede la nomina d’una commissione d’indagine per verificare le liste di attesa presenti anche per la prevenzione sanitaria, il comitato delle donne del Movimento politico “Riprendiamoci il Futuro” di Bari. Che la sanità in Puglia sia allo sbando più totale, purtroppo, non è una novità, tanto che il Comitato del quartiere Libertà – mosso ovviamente dall’intento di arginare una sanità pubblica sempre più improponibile e inaccettabile –  ha promosso finanche una petizione popolare. Allegata in copia all’esposto/denuncia già trasmessa, come detto, al Ministro Gillo. Un esposto in cui, tanto per essere più chiari e con riferimento alla Regione Puglia, si evidenzia prima di tutto che per i pazienti affetti da gravi patologie, i tempi per la liquidazione dell’assegno di cura sono diventati impossibili, mentre per quelli affetti da patologie “tumorali” (cod. 048) non esiste l’immediato accesso alle prestazioni diagnostiche. E per questo il paziente stesso, nonostante la grave patologia accertata, è considerato “…alla stregua di chi è affetto da un semplice stato influenzale”, si legge ancora nel lungo e puntiglioso esposto partito da Bari alla volta dei ministeri romani. Ma entriamo nei dettagli, per comprendere quanto sia “semplicemente assurdo” ciò che è stato denunciato dal comitato barese. Relativamente a una donna in stato di gravidanza che deve eseguire una ecografia morfologica entro un periodo circoscritto, tra il 5° mese+2a settimana e il 6° mese, i Centri di Prenotazione Sanitari Pugliesi non sono dotati di un programma che garantisca loro il rispetto dei tempi sopra precisati. Tanto che la prenotazione, in molti casi, riporta la disponibilità dopo il parto! Come risolvere il problema? Semplice, a pagamento, come oramai hanno capito tutti, pur sapendo altrettanto bene che tutto ciò è al di fuori di ogni logica e si commenta da solo. Per l’attività intramoenia (a pagamento), il Comitato rosa del Libertà chiede di voler verificare se sia operativo o meno un preposto specifico organismo di controllo circa la predetta attività e non certo controlli solo a mere parole. E cosa dire del “famoso” progetto “Abbattimento Liste di Attesa” (di TAC e Risonanze Magnetiche), costato (vedi delibera Regionale…..)alle casse pubbliche oltre 11 milioni di euro, senza aver giammai dato i risultati per cui lo stesso era stato finanziato? <<Oggi siamo arrivati al punto che l’utenza, in più circostanze, proprio a causa delle lungaggini dei tempi di attesa, è “costretta” a rinunciare alle prenotazioni con intuibili problemi a cui vanno incontro le famiglie che non possono permettersi tali esami diagnostici in “regime intramoenia” (anche in questo caso a pagamento)>>, si legge infine nell’esposto denuncia trasmesso al Ministero alla Tutela della Salute, proprio nei giorni in cui si parla di ‘regionalizzare’ le risorse lasciando somme ingenti a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni più ricche del Settentrione d’Italia. Ecco allora spiegato il motivo per il quale, il comitato delle donne “Riprendiamoci il Futuro” ha richiesto a Silvia Grillo e al suo Ministero di <<…valutare la possibilità di nominare una commissione d’indagine al fine di verificare i motivi per cui tali disagi si aggravano sempre più tanto da costringere i cittadini pugliesi a dover far ricorso a privati o attività intramoenia>>, lasciando senza tutela pezzi sempre più grossi della popolazione pugliese, soprattutto quella più debole, anziana ed indifesa…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 16 Febbraio 2019

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