Cultura e Spettacoli

Silvia, lo schiaffo alla timidezza

Audacia, presunzione o temerarietà? Difficile dire cosa è alla base di ‘Regine’, lo spettacolo che Silvia Mezzanotte ha presentato venerdì al Coviello di Bitonto. Perché misurarsi con lingue e repertori diversi e personalità schiaccianti non è cosa di tutti i giorni. Sicuramente a Silvia Mezzanotte vanno riconosciuti ambizione, umiltà d’approccio, rispetto vicino alla venerazione nei confronti dei mostri sacri del canto (pop, rock, jazz, lirico) e cura meticolosa posta nell’operazione. ‘Regine’ si è confermato show gradevole e raffinato. Novanta minuti di spettacolo (bis inclusi) nel corso dei quali la Mezzanotte ha messo in luce notevoli capacità di front-woman, cosa tanto più apprezzabile se si considera la natura timida di questa donna. Novanta minuti che a molti sono apparsi pochi. Ma avrebbero potuto essere di più considerando lo sforzo nervoso e fisico necessario a questo svariare fra registri canori e stilistici lontanissimi? Il successo della cantante bolognese va diviso anche col M° Vittorio Pasquale, autore di un lavoro di arrangiamento poderoso quanto felice, tagliato su misura per le caratteristiche tecniche della Mezzanotte, di conseguenza mai apparsa in difficoltà nei passaggi più difficili. Il resto lo ha fatto la buona Orchestra del Teatro Traetta sotto la direzione di una singolarmente pimpante Teresa Laera. Una ventina le donne-regine messe in vetrina. Qualche perplessità l’ha destata solo la presenza in scaletta della Carrà con ‘Tanti auguri’. Opportuno invece aver dato un posto in passerella all’Antonella Ruggiero di ‘Vacanze romane’, un gesto che omaggia i Matia Bazar, formazione per la quale come è noto sono passate entrambe le vocalist. Grande sorpresa, poi, la presenza in scaletta della… Vergine.  Chiariamo subito : Silvia Mezzanotte ha interpretato (a piedi nudi per rispetto) l’Ave Maria di Gounot. Una versione affatto enfatica, molto raccolta, quasi soft e con un testo riaccomodato dalla stessa interprete secondo ragioni legate al proprio (profondo) sentire religioso. Apprezzabile anche l’astuzia prudente con la quale la Mezzanotte ha affrontato la Habanera dalla Carmen avendo in mente la divina Callas. Infine Anna Magnani. La compianta Nannarella fu cantante solo ai primordi della carriera quando faceva avanspettacolo. Ma come cantante lasciò il segno in ‘La sciantosa’ di Alfredo Giannetti, pellicola nella quale un’artista di varietà mandata in un teatro delle retrovie del fronte della Grande Guerra, commuove una platea di giovani invalidi con ‘O surdato ‘nnamurato’. Ispirandosi a quella interpretazione rimasta nella storia per la straordinaria carica di umanità, Silva Mezzanotte ha regalato emozione. Emozione doppia se ricordiamo che quest’anno ricorre il centenario dell’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale, strage gratuita nella quale seicentomila giovani innocenti divennero carne da cannone.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Marzo 2015

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