Cronaca

Sindacati e fuori sede: “Così Bari non è e non sarà mai città universitaria”

Sarebbero secondo alcune stime oltre 4mila gli alloggi destinati a locazioni per studenti a Bari e nei Comuni interessati da sedi universitarie distaccate. E come sempre in questa ampia fetta di mercato regna sovrana l’illegalità: Il Sindacato degli Inquilini ‘Sunia’, difatti, ha stimato che circa il 90% di queste locazioni sono in disprezzo della Legge 431/98 art. 5, che disciplina le locazioni per studenti. I problemi si pongono sia in relazione al fatto che le abitazioni locate spesso sono vetuste e non risultano a norma ed in sicurezza, sia rispetto alle formule contrattuali. Il contratto per studenti, così come il contratto transitorio, è una formula contrattuale vincolata alle disposizioni degli Accordi comunali per il canone concordato. Il canone medio delle locazioni per studenti a Bari? Come già riportato su queste colonne la settimana scorsa, siamo a circa 300 euro mensili per stanza. I locatori, su questi canoni, hanno agevolazioni fiscali comunali e nazionali ed è stato calcolato che il Comune di Bari, in relazione a queste agevolazioni, non incassa circa 1,5 milioni di euro. Al danno alle tasche dei poveri studenti universitari fuori sede e famiglie annesse, insomma, si aggiunge il solito buco di bilancio pubblico. E’ chiaro che i sindacati da anni conducono una fiera battaglia contro “”…illegalità e sprechi, in coerenza con la Legge che disciplina i contratti per studenti””. Ecco, dunque, la opportunità d’intervenire al più presto per ripristinare la legalità su questo tema, come hanno chiesto ovviamente a più riprese in prima battuta i rappresentanti degli studenti, desiderosi di intervenire su un contesto cittadino che sta vedendo di anno in anno lo spopolamento degli abitanti dei centri cittadini a vantaggio della stipula di locazioni brevi anche -…e forse soprattutto – a scopo turistico che aggirano il fisco, che si aggiungono ai meccanismi di evasione che agiscono sui contratti di tipo transitorio e studentesco. E un altro colpo al diritto allo studio a Bari, dopo che è calato il sipario su quella “casa dello studente” in costruzione a Mungivacca che Università di Bari e Politecnico dovevano acquistare coi fondi stanziati dal CIPE e che invece sembrerebbe finito nel più remunerativo mercato immobiliare privato e residenziale. E per non essere da meno l’Adisu, ovvero l’agenzia regionale che dovrebbe tutelare il diritto allo studio in Puglia, da parte sua, tempo fa ha comunicato all’ex Istituto Case Popolari di Bari di non essere interessato all’acquisto di un altro stabile a poca distanza dal Campus universitario, da destinare anch’esso a residenza per studente fuori sede, essendo interessati alla ristrutturazione dell’ex Nautico del rione Libertà, ridotto a rudere. Ma dopo i primi proclami e comunicati stampa, lo stato di progetti e lavori non sono stati portati alla luce del sole. E così la Bari-universitaria annega come detto negli affitti a nero di piccoli/medi proprietari immobiliari che ‘strozzano’ fuori sede e loro famiglie (provenienti perlopiù da Calabria e Basilicata) con affitti a peso d’oro, anche in periferia. A tutto ciò si aggiunga l’insufficienza di alloggi per gli studenti fuori sede in città, problema che ogni anno si aggrava e coinvolge sempre più studenti, nonostante la possibilità di alleviarlo grazie a fondi statali e comunitari e la misura è colma. Insomma, ogni anno gli studenti universitari si incontrano in vari presidi dinanzi al Consiglio regionale, proprio per denunciare l’alto numero di esclusi dai collegi e studentati baresi, ma senza ottenere granchè. Restano le cifre spauracchio di almeno due studenti su cinque non hanno un posto letto per questo anno accademico, nella Città di Bari: verrebbe da chiedersi se per la Regione Puglia, per il suo presidente e per gli alti papaveri di un’agenzia senza presidente a causa delle solite beghe, questo sia ancora “diritto” allo studio”.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 31 Agosto 2021

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