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Sindaco Decaro, sarebbero questi i controlli antiprostituzione?

 

Non conosciamo i gusti musicali del Sindaco di Bari, Antonio Decaro,anche se sembrerebbe  che il primo cittadino barese sia un fan sfegatato dell’affascinate Mina , grande interprete della musica leggera italiana sin dagli anni ’60. Fra le canzoni più celebri di questa splendida cantante c’è ne una che la stessa Mina interpretava con l’indimenticabile Alberto Lupo , brano dal titolo ” Parole, parole, parole”. Erano gli inizi degli anni ’70 ,e Decaro in termini anagrafici  era , platonicamente parlando, ancora nel mondo delle idee, e non solo politicamente. L’ingegnere, però ,sembra conoscere a menadito tutto il testo della canzone. Purtroppo non sappiamo neppure se Decaro  sappia cantare o se,al contrario, sia stonato come una campana, fatto sta che in termini di altisonanti dichiarazioni sarebbe meglio che mettesse  in pratica un’altra perla di saggezza popolare che invita, prima di sproloquiare, alla riflessione ed alla prudenza, onde evitare magre figure. Il riferimento è all’arcinota emergenza cittadina in tema di contrasto al pubblico meretricio , un fenomeno presente da decenni sulle strade  dei rioni periferici cittadini. Una autentica piaga ,anche in termini di pubblica moralità,  alla quale  l’amministrazione locale non ha saputo, e forse non ha voluto, dare risposte concrete e risolutive nel corso degli anni. Infatti, a parte qualche sporadico intervento,a contrasto della succitata  emergenza, negli anni,si è fatto veramente poco o nulla. Come i baresi  sanno,qualche settimana fa l’amministrazione  Decaro , a seguito di numerose segnalazioni , spesso partite dal nostro giornale,e denunce riguardanti lo sconcio in parola, ha deciso di intervenire avviando un tavolo di concertazione. In altre occasioni abbiamo manifestato qualche  perplessità sull’utilità dei comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica che si svolgono periodicamente in Prefettura, essendo i risultati di queste riunioni istituzionali , in termini concreti ed operativi, inefficaci e improduttivi; rimanendo nell’ambito della  specifica emergenza della prostituzione, le foto che abbiamo scattato ieri mattina sulle complanari di Japigia, ancora gremite di prostitute, dimostrano la bontà del nostro assunto. Nello scorso  incontro in Prefettura si era discusso di periodici interventi da parte delle forze dell’ordine, di associazioni e tavoli anti tratta, ma se i risultati sono quelli che migliaia di automobilisti vedono quotidianamente quando percorrono la statale 16, in entrambi sensi di marcia ,forse sarebbe meglio evitare inutili sprechi di energie per siffatti incontri . Qualche blitz effettuato nei quartieri più “hot” alla periferia di Bari, alcuni giorni fa ha portato alla identificazione ed all’allontanamento di una ventina di squillo di varie nazionalità, ma poi come sempre è avvenuto ( la cosa era stata ampiamente prevista) tutto è ritornato allo status quo ante , se non è addirittura peggiorato, come è accaduto sulle suddette complanari di Japigia dove, per assurdo, si è registrato un incremento delle ragazze che  quotidianamente si prostituiscono. Ieri mattina verso le ore 11, giusto per la cronaca, su un breve tratto di strada c’erano oltre una dozzina di giovani squillo. La nostra presenza, al solito, non è passata inosservata, tanto che le lolite alla vista della macchina fotografica hanno cominciato ad inveire nei nostri confronti ( la scena si è ripetuta ogni volta che nel corso degli anni abbiamo voluto documentare lo squallido mercimonio) , e il tutto mentre erano  in pieno svolgimento focose contrattazioni con gli automobilisti di passaggio. Una di loro, seduta sotto un ombrellone, ci ha invitato ad andar via minacciando di lanciare  contro la nostra auto  una  pietra che stringeva tra le mani. Le altre sue amiche di disgrazia ,causa caldo asfissiante, erano tutte quasi nude e prive di indumenti intimi, inducendo gli automobilisti in transito, potenziali clienti, a pericolosissime frenate.  Per non incorrere in guai  ci siamo allontanati in fretta dalla zona. Abbiamo ,quindi,  invocato l’intervento salvifico della  auspicata “rete sociale”  tante volte osannata empiricamente da Decaro : nulla anche questa volta. Siamo alle solite chiacchiere?  Può darsi . Resta da capire se gli interventi antiprostituzione effettuati alcuni giorni fa siano serviti solo come effetto placebo, una liturgia per telecamere,  giusto per dare il classico fumo negli occhi alla pubblica opinione ,oppure siano   il serio incipit  verso una volontà di cambiamento.  Siamo purtroppo più propensi a sostenere la prima ipotesi. L’idea di una ordinanza ad hoc, nonostante sia stata adottata dai sindaci di Lecce, Foggia e Barletta, non incontra i favori anche di qualche componente della Giunta comunale, che in perfetta intesa con il Sindaco sostiene l’inutilità di spostare una prostituta da una zona ad un’altra della città.  E’ appena il caso di sottolineare  che con l’auspicata, specifica ordinanza si dovrebbe prevedere anche un meccanismo di punizione nei confronti  del cosiddetto “utilizzatore finale”, a carico del quale, oltre ad una pesantissima ammenda, si dovrebbe prevedere pure il sequestro ” dell’alcova mobile ” .Questo sarebbe un  valido e forse unico deterrente a contrasto della prostituzione su strada. Una nota a margine: le complanari di Japigia distano dal comando della Polizia municipale poco più di un chilometro. Come ricordato altre volte, tempo fa bastò la presenza costante di una pattuglia di vigili sul ponte di collegamento delle due stradine, per fare cessare temporaneamente la vergognosa esibizione ,con buona pace (momentanea) dei residenti della zona. Con la stagione estiva basterebbe la presenza anche di un paio di poliziotti municipali in sella ad una bici  per ottenere  una duplice finalità: tenere contento Decaro ,promotore della mobilità alternativa ( ovviamente sempre a …parole ) ,e  impedire la menzionata indecenza.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 5 Luglio 2016

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