Cronaca

“Sindaco, l’Aca non teme di perdere le sovvenzioni dal Comune…”

 
L’ex consigliera comunale Anna Dalfino e la sua Associazione Cani Abbandonati Onlus non credono più nella politica barese, però credono ancora nella ‘Giustizia’ che possa dar seguito al ricorso rivolto al Tribunale Regionale Amministrativo della Puglia contro il Comune di Bari per ripagarla delle tante ingiustizie subite sino ad oggi. Quante volte nei mesi scorsi l’ex consigliera e presidentessa Aca s’è rivolta al Sindaco, al Direttore Generale e agli assessori competenti? In qualità  di Presidente Aca onlus ed ex consigliere comunale nella prima legislatura Emiliano (2004-2009) con delega all’Ufficio Diritti degli animali, certamente, ma anche come cittadina comune innamorata degli animali che ora ci tiene a tutelare la sua dignità. Ma andiamo con ordine. Anna Dalfino è arrabbiata col primo cittadino barese perché egli ha offeso un’associazione presente sul territorio a difesa di migliaia di animali randagi, abbandonati, ammalati e maltrattati, sin dal 1988, facendola apparire (in una dichiarazione su Facebook del 1° Luglio 2011) un’Associazione che teme di perdere le sovvenzioni del Comune di Bari. Ente che ha sempre indicato la ‘Mapia srl’ quale struttura ordinaria convenzionata con lo stesso Comune di Bari. Ma nel post facebook si prosegue dicendo che questa struttura viene considerata dall’ACA una struttura lager, peraltro sospettata di essere favorita dall’Amministrazione comunale. “Signor Sindaco, forse ignora che l’ACA dal 1995 al 1998 ha gestito più di settecento cani randagi di proprità  del Comune di Bari all’ex Macello comunale di Via Oreste, di cui solo quattrocento erano in Convenzione (Delibera di G.M.5161/ 95) in attesa del canile comunale progettato dall’Amministrazione Di Cagno Abbrescia””, spiega la Dalfino. Nel frattempo la soc. Mapia, subdorando un cospicuo guadagno, s’era adoperata a realizzare un canile privato in Via Caldarola, dove, per Ordinanza sindacale, fu necessario trasferire i settecento cani che sino  ad allora erano stati curati con amore dai volontari Aca dopo essere sterminati, vaccinati, sterilizzati con tanto di nome e codice d’identificazione, in mancanza dell’anagrafe canina informatizzata. “Naturalmente, dato che al momento non c’erano altre soluzioni, pretesi,con un accordo di programma tra Comune, Mapia e Aca stessa (1998) che i miei volontari potessero, quotidianamente, essere presenti nella struttura  della  Mapia”, spiega ancora l’ex consigliera. All’inizio fu tutto rose e fiori, ma appena termino’ il trasferimento dei cani, i gestori della struttura cominciarono a venir fuori allo scoperto togliendo i nomi e i relativi codici di riconoscimento, affermando che “…non dovevamo più considerarli nostri”. Anna Dalfino da quel  giorno ricorda che cominciarono a spostarli dai recinti in cui erano stati inseriti, in altri, insieme a cani nuovi, rompendo cosi’ un  equilibrio che era stato creato nel branco all’ex Macello comunale. “Purtroppo da quel giorno, quasi ogni mattina, trovavamo cani sbranati,cuccioli di appena un mese bagnati perchè gli operai addetti alla pulizia dei recinti , per paura di essere aggrediti dalla loro mamma, aggressiva per difendere i suoi cuccioli, li lavavano dal di fuori, per cui l’indomani li trovavamo morti; oppure cuccioli che, date le reti di recinzione a maglie larghe, riuscivano a passare nei recinti accanto per cui venivano sbranati da cani che non gradivano che si invadesse il loro territorio  e  cosi’  via. Di fronte al nostro “disappunto” –ricorda ancora l’ex consigliera della Lista Emiliano- i proprietari della Mapia  ci comunicarono che, da quel giorno, la nostra presenza all’interno della loro struttura non era più gradita  come attività di volontariato. E  e che potevamo vedere i “nostri “ cani  solo fuori dai recinti”. E’ da immaginarsi  la disperazione di quelle povere bestie che per tanti anni erano state accarezzate dai volontari, curate, chiamate per nome e tutto ad un tratto diventavano ‘oggetto’ nelle mani di soggetti privati che lucravano sulla loro pelle. A questo punto l’ACA ha ritenuto opportuno denunciare la Mapia srl alla Procura della Repubblica ed il Comune di Bari al TAR Puglia con un Ricorso (2002) vinto con Sentenza n.° 21 del 9/01/03 affinchè si attenesse agli obblighi di legge a riguardo della realizzazione del Canile  Comunale.(L.281/91 e L.12/95). “E ‘più chiaro adesso, Signor Sindaco, il motivo per cui l’Aca si rifiuta di “regalare” altri 150 cani alla Mapia e non perchè, come afferma lei su Facebook,in maniera “ diffamatoria” teme di perdere le sovvenzioni del Comune? Spero che abbia visionato  tutti i bilanci dell’Aca dalla sottoscritta inviati, dall’anno 2000 ad oggi, e che possa avere l’onestà intellettuale di chiedere scusa prendendo una volta per sempre in mano la situazione”. Come? “Programmando sin d’ora la sospirata Convenzione con l’ACA per i centocinquanta cani  custoditi al Vassallo  che saranno  trasferiti, per diritto di prelazione a breve  (a Gennaio?)  nel primo Rifugio”, conclude la presidentessa Aca Onlus. Non appena terminati i lavori nel territorio del Consorzio Asi. (fdm)         
 
 
 
 
 
 
 
                                                                                                                                          
  


Pubblicato il 4 Novembre 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio