Cronaca

S’infiamma la guerra delle assunzioni tra mozioni e ricorsi

Niente da fare: questioni del personale sempre in primo piano, alla Regione Puglia. A far parlare, da un bel po’ di tempo a questa parte, oltre alla rivoluzione mancata della burocrazia interna attraverso il Piano M.A.I.A., già in officina per una revisione totale, sono le ultime vicende riguardanti il concorso “Ripam”, con un occhio particolare alle assunzioni. La prima, in effetti, sarebbe una non-notizia, come dicono – ma senza scherzarci troppo – i diretti interessati e cioè i vincitori e idonei all’ultimo concorso per funzionari amministrativi e tecnici indetto dalla Regione. Per i quali ci si attendeva, come indicato nella ‘mozione 64’ approvata dalla stessa maggioranza in Aula l’anno scorso, un atto di Giunta. Meglio, un provvedimento che, concretamente, indirizzasse le future assunzioni all’interno delle agenzie e degli enti cosiddetti strumentali. Insomma, anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale (che ha escluso la stabilizzazione del personale delle agenzie), si attende (ancora…) un impegno dell’Assessore alle Risorse Umane Antonio Nunziante e del Presidente dell’esecutivo, Michele Emiliano a favore dei vincitori/idonei di Cat. D. Intanto la graduatoria decorre e per gli idonei le speranze si riducono al lumicino, nonostante le proroghe del governo. Nel frattempo è stato approvato uno “straccetto” di piano assunzionale dalla stessa giunta, qualche mese fa: esso prevede praticamente l’assunzione di novantaquattro vincitori e di un precario. La presenza nel piano assunzionale di un solo precario è stata giustificata “pubblicamente” dall’ assessore al Personale con l’intento di scongiurare eventuali ricorsi da parte degli altri precari. Insomma, Nunziante dice: la legge regionale “salva-precari” parla di una quota da stabilizzare, quindi assumendone anche uno solo ho rispettato l’obbligo di legge ed evito i ricorsi. Peccato che questo intento sia stato puntualmente disatteso dopo qualche giorno. È stato presentato da circa trecento precari in servizio oramai da anni nell’Ente, appunto, un ricorso al Giudice del Lavoro col quale è stato impugnato proprio il piano 2016. In attesa di conoscerne l’esito, per sintetizzare al massimo, i precari chiedono (si legga pag 34 e 35 del ricorso) che – delle assunzioni da effettuare – i 2/3 (vale a dire sessantadue su novantaquattro) o la metà (quarantasette sempre su novantaquattro) dei posti previsti nel nuovo organigramma della burocrazia regionale approvato dalla giunta, siano destinati a loro. A questo proposito, però, bisogna anche ricordare che tra i novantaquattro già assunti ci sono già un bel po’ di precari (circa la metà) in virtù dei punteggi attribuiti loro dal bando (2 punti per ogni anno di servizio), tipo corsia preferenziale. Un caso eclatante è quello di un “precario” – categoria tecnica – che ha preso il voto minimo agli orali e che si ritrova in un’ottima posizione nella graduatoria (infatti ha firmato il contratto a tempo indeterminato) solo grazie ai tanti punti di titoli: se non avesse avuto titoli, sarebbe stato un idoneo molto basso nella graduatoria. Il paradosso? Il Presidente Emiliano condivide in pieno tutto questo, salvo negarlo il giorno dopo, magari ‘cinguettando’ sullo stesso social. Ma tornando ai fatti concreti, sulla sarabanda del personale regionale sempre più diviso tra precari, idonei, vincitori e storici, recentemente la Corte di Cassazione a Sezioni Unite si è espressa a favore del concorso pubblico come unico strumento per il reclutamento di personale nella pubblica amministrazione e, parallelamente, ha negato l’esistenza di un diritto alla conversione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato (cioè stabilizzazione). Per chi volesse informarsi meglio: sentenza n. 5072 del 2016.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 20 Gennaio 2017

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