Cultura e Spettacoli

Sinisi e la maledizione della matrioska

Se al suo debutto, novantanove anni fa, mise paura a tutti, oggi ‘Sei personaggi in cerca d’autore’ produce un effetto anche peggiore : infonde disagio…. Le ultime conquiste della fisica teorica suggeriscono ipotesi destabilizzanti : La realtà non esiste, è illusione, oppure esiste, ma è contenuta dentro una seconda realtà, la quale a sua volta…. Accostarsi all’opera più imprendibile di Pirandello è per varie ragioni operazione da artificieri. Michele Sinisi ci prova e gli va bene. Molto applaudita questa produzione Elsinor che in collaborazione con Festival Castel dei Mondi di Andria ha riempito il Kismet nell’ultimo fine settimana. Sostenuto da una rilettura curiosa e prudente del testo, in ciò aiutato da Francesco Asselta, il teatrante andriese varca la soglia fatale e mette piede nel limbo dell’essere e del non essere. Buon per lui, non si smarrisce nel labirinto delle realtà parallele e fa ritorno come stordito dall’idea di un teatro-matrioska che non conosce limiti : (in)cubi dentro (in)cubi…  Spogliata l’opera della sottile grandeur che, ben mascherata, la innerva, Sinisi ne fa occasione per una riflessione ‘informale’, persino brusca, comunque efficace e disperatamente profonda sulla solitudine dell’uomo che si interroga, che osa spingere il pensiero oltre il palmo del naso. Una messinscena che scappa di mano, in cui stasi e frenesia, scherzo e tragedia, lucidità e follia si avvolgono a vicenda, si fondono pur restando inspiegabilmente separati come lo Yin e lo Yang. Questo ‘Sei Personaggi’ ispira  l’idea di un guanto che senza sosta viene girato e rigirato senza che mai si possa stabilire quale dei due sia il verso giusto. La sensazione che ciò non abbia alcuna importanza, come un’ombra funesta accompagna lo spettatore all’uscita. Un lavoro a più facce, che per il suo pendolare tra toni convulsi e picchi accidiosi dà a più riprese di disordine, persino di caduta in amnesia, quando invece a sostenerlo è un pensiero lucido, sempre coerente. Non mancano acuti spettacolari, come la riproduzione del rapporto incestuoso tra padre e figliastra – affidata a gigantesche marionette rappresentate soltanto dalla cintola in giù – e, soprattutto, l’apparizione di Madame Pace in stile teatro di varietà. Sinisi è in platea presenza muta, attenta e pensosa, vistosa, eppure discreta. Presenza che insinua il sospetto (infausto) che da qualche ‘altra parte’ un altro Sinisi osservi e diriga, a sua volta osservato e diretto da un terzo Sinisi… come nel gioco degli specchi contrapposti in cui l’immagine si replica indefinitamente in un verso e nell’altro. E siamo alle scatole cinesi, all’effetto matrioska di cui sopra. Un grande sforzo produttivo ripagato da un risultato lusinghiero, per quanto di non facile fruizione.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 3 Marzo 2020

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