Cronaca

Sistema Edotto: “Che aspettiamo a usare le tessere elettroniche per i celiaci?”

Cosa fare per evitare altri disagi a chi soffre di particolari malattie? Per esempio trasformare i buoni cartacei che la Regione Puglia riconosce ai circa 11mila cittadini celiaci pugliesi in tessere elettroniche consentendo un risparmio stimato in circa 400mila euro, assicurando strumenti più efficaci di gestione e libertà negli acquisiti. Ma anche verifica e monitoraggio delle prestazioni erogate, peraltro liberando risorse umane ed economiche che potrebbero essere destinate ad interventi a favore del miglioramento dei servizi per il paziente celiaco. Questo l’obiettivo di una mozione presentata ieri dal consigliere regionale penta stellato Mario Conca, mozione che chiede altresì che la Giunta regionale porti all’attenzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sia la questione relativa all’allineamento tra i sessi del valore dei buoni per l’acquisto di prodotti per celiaci, sia la necessità di dotare il soggetto affetto da celiachia di un codice personale valido su tutto il territorio nazionale da inserire elettronicamente nella tessera sanitaria o altro sistema informatico. “In Puglia, infatti, l’attribuzione dei buoni mensili ai pazienti aventi diritto è ancora subordinata alla documentazione cartacea – ha dichiarato Conca – con conseguente spreco di risorse e disagi per chi beneficia del servizio. È quindi necessario procedere, entro gennaio 2017, alla dematerializzazione dei buoni cartacei mediante utilizzo di strumenti elettronici, onde evitare i problemi derivanti da stampa, distribuzione, rendicontazione manuale, custodia, inquinamento ambientale, etc. Tale procedura è già in atto in altre regioni italiane, tra cui le vicine Basilicata e Umbria, e garantisce la sostenibilità dell’assistenza alla terapia dei celiaci con indubbi vantaggi per tutti gli attori coinvolti nel processo”. E ora entriamo nei dettagli. I circa 11mila pugliesi affetti da celiachia percepiscono buoni per un ammontare complessivo di 15 milioni di euro l’anno, una cifra importante che oggi non consente ai pazienti di essere liberi nello spenderli. Ogni cittadino celiaco pugliese riceve mensilmente un buono cartaceo di importo pari ad euro 140,00 euro per gli uomini (dai 10 anni in su) ed euro 110,00 per le donne (dai 10 anni in su), divisi rispettivamente in 4 parti di 35 euro per gli uomini e in 3 parti da 27,00 euro + 1 parte da 29,00 per le donne. Il valore di ogni singola parte del buono non è ulteriormente frazionabile, per cui l’avente diritto è costretto a spendere la cifra indicata (35 o 27 o 29 euro) in un’unica soluzione presso lo stesso punto vendita o farmacia. Che fare, dunque, per migliorare la situazione, alleviando i disagi dei malati nostri cronici? “Attraverso un software collegato al sistema sanitario regionale – ha precisato Conca  in Puglia il sistema “Edotto” è già predisposto per la gestione di tale processo, che metta in rete la struttura sanitaria con i punti vendita convenzionati e i pazienti, si consentirebbe all’utente di accedere direttamente  ai propri buoni, visualizzare il credito disponibile sulla propria tessera sanitaria o altra carta magnetica e utilizzarlo immediatamente per i relativi acquisti di prodotti alimentari presso i punti vendita convenzionati (farmacia, negozi, G.d.O.). In tal modo il credito verrebbe scalato ad ogni spesa, sì che non dovrà essere rispettata la spesa minima e gli acquisti potranno essere effettuati su tutto il territorio regionale”. La tecnologia è utile se viene utilizzata, magari anche a fin di bene, oltre che per risparmiare, specie se si tratta di salute e sofferenza…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Settembre 2016

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