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Situazione drammatica per i produttori olivicoli pugliesi

Situazione drammatica per l’olivicoltura pugliese e potrebbe anche peggiorare, se non intervenissero misure urgenti da parte delle Istituzioni competenti, per evitare un collasso del comparto a campagna olivicola in corso. Infatti, quest’anno l’annata olivicola in Puglia sta subendo non solo gli effetti negativi della forte siccità che ha caratterizzato la stagione estiva, e quindi con la conseguenza di un prodotto avente una resa di olio inferiore alla media degli anni passati, ma vi sono anche difficoltà nel reperire la manodopera necessaria ad effettuare la raccolta nei tempi previsti. E, quasi non bastassero tali inconvenienti, si registra un calo nei prezzi di vendita delle olive, che risultano molto bassi rispetto a costi effettivi di produzione e senza contare, poi, i danni che nella nostra regione continua a provocare la Xylella fastidiosa. Questi sono stati i principali temi affrontati nell’ultima seduta della IV Commissione regionale, ossia quella all’Agricoltura ed Attività produttive, dove sono stati ascoltati sul tema anche i rappresentanti di alcune associazioni sindacali agricole (Cia Puglia, Coldiretti Puglia, Confagricoltura e Copagri Puglia), ed al termine della quale l’assessore pugliese all’Agricoltura, Donato Pentassuglia (Pd), ha garantito: “La Puglia non starà ferma e in silenzio perchè parliamo di un sistema economico produttivo decisivo per la nostra economia”. Mentre il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro, ha dichiarato che “la Pac, se non modificata, mette a rischio non solo le aziende ma anche migliaia di posti di lavoro del comparto agroalimentare. E di questi tantissimi sono nel settore olivicolo”. Infatti, ha spiegato Lazzàro: “In merito alla riforma della Politica agricola comune serve lavorare con la Commissione europea all’eliminazione della convergenza e del pagamento redistributivo per le aziende a prevalenza olivicole, programmare con il Mipaaf l’introduzione di eco-schemi olivicoli, riequilibrare la ripartizione degli aiuti accoppiati nei pagamenti diretti a favore dell’olivicoltura”. Il presidente di Confagricoltura Puglia si è anche soffermato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e rimarcando un tema di assoluta attualità in Puglia, ha sottolineato la necessità di inserire premialità per le aziende della trasformazione e commercializzazione che pagano i prodotti a un prezzo etico. Inoltre, Lazzàro ha evidenziato la necessità di attivare il bando per i contributi allo stoccaggio e trasformazione delle materie prime anche con fondi regionali, di promuovere l’innovazione nella meccanizzazione e l’ammodernamento degli impianti di molitura delle olive, di investimenti dell’agrosistema irriguo, per una migliore gestione delle risorse idriche e nello sviluppo del biometano. Lazzàro ha infine evidenziato la necessità di “emanare il regolamento europeo per il bando dello stoccaggio privato dell’olio con un accordo tra beneficiari e produttori per la retrocessione di una parte del contributo comunitario”.Il rappresentante di “Confagricoltura-Puglia” nel corso dell’audizione in IV Commissione regionale ha toccato anche i temi dei prestiti per i produttori olivicoli e la filiera a tassi agevolati, l’attivazione di corsi di specializzazione nel settore. Invece, sul piano della normativa è stato posto l’accento sulla riapertura del Pegno rotativo a valersi su Extravergine, Dop e Igp. Sul tema è intervenuto con una nota anche il presidente di Copagri Puglia, Tommaso Battista, per chiedere al Mipaf la ripresa dei lavori, interrotti a gennaio del 2020, per l’istituzione della Cun (Commissione unica nazionale) al fine di evitare varie speculazioni in itinere. Difatti, ha rilevato il presidente di Copagri: “Anche quest’anno prima di cominciare la raccolta delle olive (qualità ottima anche se carenti di resa, dovuta a siccità, ma assenza completa di attacchi parassitari) stiamo assistendo al crollo del prezzo dell’olio extra vergine di oliva”, nonostante dai dati resi noti dal Mipaf  al 31 ottobre scorso emerge che in Italia a tale data erano presenti 194.741 tonnellate di olio d’oliva e di questo 138.000 tonnellate di olio Evo , del quale appena 64.572 tonnellate di Evo italiano, pari a circa il 30% del totale. Quindi, sulla scorta di questi dati è evidente che il crollo in corso dei prezzi dell’olio d’oliva di nuova produzione non è altro che il frutto di una campagna di speculazione. Una campagna di speculazione – ha rilevato Copagri – analoga a quella che si verificò a novembre 2019. Il presidente della IV Commissione, Francesco Paolicelli (Pd), ha annunciato che la Regione Puglia ha ottenuto “la disponibilità per la convocazione di un tavolo tecnico, già la prossima settimana, con tutte le associazioni di categoria del comparto olivicolo” e che  l’assessore all’Agricoltura, Pentassuglia, a breve incontrerà i rappresentanti della Gdo (Grande distribuzione organizzata) per tentare di raggiungere un’intesa sui prezzi di acquisto all’ingrosso dell’ olio extra vergine in Puglia da parte di questi. Intanto, la Regione Puglia e l’associazione “Città dell’olio” hanno siglato il protocollo d’intesa per la promozione e la valorizzazione dei territori e della cultura dell’extravergine di oliva. Detto protocollo servirà a promuovere progetti specifici in tema di turismo dell’olio e recupero degli oliveti abbandonati. Il protocollo è stato siglato a Noci, nel Barese. “Città dell’olio” raggruppa circa 400 Comuni, di cui 35 pugliesi. Inoltre, tale protocollo mira a promuovere la cultura dell’olio extra vergine di oliva, ponendo “le basi affinchè tra la Regione Puglia e le Città dell’olio della Puglia si possa convenire all’attivazione di specifici progetti, anche attraverso il coinvolgimento degli enti territoriali”. Infatti, si spiega nella nota dell’Associazione, il fine principale è quello di definire un Piano regionale olivicolo che “affronti le tematiche di sviluppo e innovazione per il miglioramento della competitività e nel rispetto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica e del paesaggio”. E le altre finalità vi è anche la promozione di progetti e strategie di sviluppo per il recupero degli oliveti abbandonati anche in seguito a calamità naturali o incendi; diffondere la conoscenza dell’olio extra vergine di oliva e dei suoi territori di origine, a sostegno della filiera olivicola e dei consumatori. Insomma, il principale settore produttivo del comparto agricolo pugliese, ossia quello olivicolo ed oleario, senza adeguati sostegni resta ancora una “cenerentola” delle lobby speculative dell’olio d’oliva e di chi detiene il controllo del mercato di vendita al dettaglio.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Novembre 2021

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