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“Situazione economica pugliese meno peggio della media nazionale”

E’ una situazione in chiaro-oscuro quella dell’economia pugliese del 2020 secondo il rapporto annuale presentato da Bankitalia sulle Economie regionali. Infatti, la crisi generata dalla pandemia ha avuto pesanti ripercussioni sull’economia della nostra regione anche se in maniera leggermente inferiore a quella della media nazionale, perché l’attività economica pugliese ha registrato una contrazione di circa l’8% nel 2020, a fronte di un calo medio nazionale del 9%. In Puglia, secondo quanto riferito nel rapporto di Bankitalia, “il calo, iniziato nel primo trimestre, è stato più pronunciato nel secondo in corrispondenza delle restrizioni più stringenti, per poi ridursi in quello successivo e tornare nuovamente ad ampliarsi nel quarto”. Nel dettaglio, i principali indicatori di attività della Puglia analizzati in detto rapporto dicono che le esportazioni nel 2020 hanno avuto una contrazione del 9,4% rispetto al 2019; il valore aggiunto dell’industria è calato del 10,7%, mentre quello delle costruzioni edilizie ha registrato un -6,2%. Anche le compravendite immobiliari nella nostra regione sono diminuite del 7,6% ed il valore prodotto dai servizi in genere è sceso del 7,9% insieme a quello dell’agricoltura che però è stato leggermente inferiore (-7,1%) rispetto ai dati dell’anno precedente. Il calo economico nel 2020 a causa del Covid ha riguardato nella nostra regione anche il settore turistico perché, nonostante un recupero nel periodo estivo, il saldo finale ha registrato un calo del 34,4% delle presenze rispetto al 2019. “Le vendite delle imprese industriali pugliesi – si legge sempre nella relazione di Bankitalia – sono risultate in forte calo in tutti i comparti, ad eccezione che nell’alimentare e nelle utilities” ed “un andamento particolarmente negativo è stato registrato nel siderurgico” che “è riconducibile principalmente allo stabilimento ex-Ilva di Taranto”. Anche le esportazioni sono calate notevolmente (-9,4% a prezzi correnti), però la dinamica è migliorata a fine 2020. Il valore aggiunto è diminuito anche nelle costruzioni (-6,2%), risentendo del forte calo delle compravendite nel primo semestre del 2020 (-23% rispetto allo stesso periodo del 2019), e nei servizi (-7,9% includendo anche quelli finanziari e pubblici). “Nel terziario un andamento particolarmente negativo è stato registrato nei comparti legati al turismo e alla ristorazione”. In forte calo gli investimenti aziendali, con gli imprenditori più propensi ad accumulare liquidità. Infatti, a fine anno le disponibilità liquide delle imprese erano in forte aumento rispetto a quelle del 2019.Pertanto, il direttore generale della sede di Bari della Banca d’Italia, Pietro Sambati, durante la presentazione del report “L’Economia della Puglia”, ha affermato: “La pandemia ha aggravato i ritardi accumulati in passato. Certo le misure di sostegno al reddito varate dal Governo e dagli enti locali hanno contrastato il disagio sociale e l’allargarsi delle disuguaglianze”, rimanendo quindi per Sabati “centrale il tema della povertà delle persone e delle famiglie”, poiché “non abbiamo recuperato i livelli di occupazione e reddito pre-crisi.” “Un dato su tutti – ha sottolineato il direttore della sede barese di Benkitalia – ci mancano 57mila occupati”, ossia “una città come Molfetta”. “Il ricorso alla cassa integrazione – ha proseguito – è esploso e le ore autorizzate sono aumentate di sette volte nel 2020. Le misure hanno mitigato il maggior bisogno di liquidità, sono cresciuti i finanziamenti alle imprese e i finanziamenti arrivati al fondo di garanzia al 14 giugno 2021, per la nostra regione, ammontano a 7 miliardi e mezzo, pari al 4,3% della quota nazionale”. Però, questa “liquidità è rimasta nei depositi bancari”. Infatti, ha riferito ancora Sambati, “le imprese hanno aumentato la propria raccolta del 36% a marzo, per motivi precauzionali”. E questo, per il direttore barese dell’Istituto, è sicuramente “un fatto positivo se si accompagna a una adeguata ripresa di investimenti e attività economiche”. Quindi nel 2021, per Bankitalia, le previsioni economiche per la nostra regione “sono di segno positivo per il fatturato e gli investimenti”, potendo recuperare in due anni la caduta del 2020. Sarà necessario passare però ad una crescita robusta e di qualità, ma servirà realizzare investimenti e attuare le riforme. “La risposta dunque arriverà dal Pnrr”, secondo Sambati, che ha aggiunto: “per ripartire con forza e realizzare un sentiero di sviluppo occorre guardare alle persone, non dimenticandoci quali sono i nostri punti di forza. Dobbiamo recuperare i nostri vantaggi comparati nel turismo, nell’agroalimentare, nelle costruzioni così da trovarci tra qualche anno con la pancia più piena, ma capaci di competere perchè riusciti a fare sistema”. “Dagli imprenditori – ha concluso il massimo dirigente della sede locale di Bankitalia – stiamo recependo un leggero clima di positività”. Però, “dobbiamo recuperare le competenze” e “dobbiamo essere tutti più rispettosi dell’ambiente, della sicurezza, della legalità”. In definitiva, per Sambati: “Dobbiamo iniziare ora, davvero, a fare sistema altrimenti ci ritroveremo tra poco a non essere in grado di competere”. Il presidente di Confindustria-Puglia, Sergio Fontana, nel commentare il rapporto annuale di Bankitalia sull’economia pugliese, ha tra l’altro dichiarato: “Tuttavia, nonostante permangano segnali di forte criticità, condivido il cauto ottimismo che emerge dalle analisi della Banca d’Italia, che prevede per il 2021 una crescita del fatturato e degli investimenti”. E, continuando, ha affermato: “la Puglia mantiene un suo dinamismo che, nonostante la crisi, sta reagendo e, in prospettiva futura, deve agganciare una sia pur debole ripresa che si consoliderà grazie all’impatto che verrà dagli investimenti finanziati dal Piano europeo” ed “in questo quadro la fiducia delle imprese è di fondamentale importanza”. Tuttavia, per Fontana, “bisogna intervenire con urgenza per rilanciare la competitività del sistema infrastrutturale, asset strategico fondamentale per l’economia pugliese così come è necessario un ulteriore sforzo affinché tutti i fondi europei siano spesi interamente e bene, perché da qui può provenire la spinta ad una ripresa stabile e duratura”. Difatti, ha affermato inoltre il presidente di Confindustria-Puglia, “la sfida è quella di portare a sistema il rilancio degli investimenti pubblici e privati attraverso Next Generation Ue, con una politica ordinaria che troppo a lungo si è disimpegnata dal suo compito di perseguire l’obiettivo del riequilibrio territoriale e con una politica di coesione europea e nazionale che nell’attuale ciclo di programmazione molto dovrà apprendere dai suoi limiti”. “Questa azione – ha concluso il presidente Fontana –  dovrebbe seguire alcune direttrici fondamentali, come stiamo ribadendo da mesi”, ossia “ rilancio degli investimenti privati in chiave di ricerca, innovazione tecnologica e sostenibilità, in vista delle trasformazioni digitali e green, nonché di quelli pubblici, per un potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali, sostegno alla riorganizzazione del lavoro, all’occupazione e alla formazione del capitale umano e rafforzamento della capacità amministrativa ed efficienza della spesa pubblica”. Quindi, anche in Puglia per una ripresa economica consolidata, pur non mancando i segnali, occorrerà comunque attendere il prossimo anno e, soprattutto, imboccare il binario giusto per non perdere il “treno” delle fonti di finanziamento post-Covid.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 18 Giugno 2021

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