Cronaca

Situazione molto complicata per l’industria molitoria italiana

Situazione molto complicata per l’industria molitoria italiana (dunque pugliese) e di riflesso per chi produce pane e pasta i cui prezzi sono aumentati. Lo ricaviamo da questa intervista che ci ha rilasciato il dottor Pieluigi Pianu, Direttore di Italmopa (Associazione Industriali Mugnai di Italia) aderente a Confindustria.

Dottor Pianu: la farina schizza di prezzo: a che si deve?

“Indubbiamente al conflitto in atto, visto che due paesi tradizionalmente esportatori come Russia e Ucraina in questo momento sono fuori dal mercato e questo ha bloccato una buona quantità di prodotto. Ovvero,  Russia e Ucraina non sono presenti sul mercato e questo si sente e incide sul costo”.

In Italia?

“Dobbiamo però sfatare una credenza abbastanza diffusa. Noi in realtà da Russia e soprattutto Ucraina importiamo appena il 5 per cento del grano tenero. Il problema grave invece è quello del blocco alle esportazioni scelto e decretato in modo assolutamente fuori legge dall’Ungheria. Gli ungheresi, che sono tra i nostri maggiori fornitori, hanno deciso di bloccare l’ esportazione del loro grano a tutela del mercato nazionale, una sorta di protezionismo difensivo. Ovviamente questa cospicua fetta del grano tenero ungherese oggi mancante non può essere sostituita con facilità su altre piazze. Invece, poche turbolenze per il grano duro che importiamo da Usa, Canada, Australia, Francia, Spagna e Grecia”.

Qual è la quota esatta bloccata dagli ungheresi?

“Il 25 per cento e come le dicevo, è una decisione che va contro le normative europee. Speriamo che questa situazione si sblocchi al più presto possibile perchè bisogna rispettare il principio sacrosanto della libera circolazione delle merci”.

Che cosa fa lievitare (è il caso di dirlo) il prezzo della farina?

“I costi energetici. Quella molitoria lo è per eccellenza. Oggi scontiamo rincari del 500 per cento in termini di luce e di gas, aumenti che risultano proibitivi, mentre quello del grano tenero è del 100 per cento. Fate voi i conti e vedete qual è il momento negativo del comparto. Siamo davanti a un doppio terribile aumento che mette in crisi il nostro settore”.

In sintesi quali i problemi?

” Possiamo sinterizzarli in tre. Da un lato il conflitto che erode fette consistenti di mercato, dall’ altro la decisione contro legge dell’Ungheria che ha bloccato la sua esportazione e infine l’ aumento esponenziale delle fonti energivore che rendono tutto molto, ma molto più complicato per noi e ovviamente per i consumatori”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 16 Marzo 2022

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