Cultura e Spettacoli

Slam! Dentro o fuori non fa differenza

Tutto esaurito al Teatro Kismet per l’ultimo lavoro di Antonio Rezza e Flavia Mastrella

Una porta che sia seria fa da frontiera fra Dentro e Fuori, due concetti ben chiari e intorno ai quali si è consolidato un sistema d’idee che da sempre mette tutti d’accordo. Poi arriva quella carognetta di Antonio Rezza dietro incitamento della sua eminenza grigia (Flavia Mastrella) e le coordinate se ne vanno in gloria, Dentro e Fuori si scambiano la pelle ad ogni sbattere di porta e il pensiero va in capogiro. Questo in sostanza ‘Hybris’ (produzione Rezzamastrella, La Fabbrica dell’Attore, Teatro Vascello, Teatro di Sardegna) che fra sabato e domenica ha di nuovo riempito il Kismet. Un altro allestimento imprendibile di cui si può dire tutto e il contrario di tutto, un’altra di quelle cose da far agitare di gioia nella tomba Beckett, Ionesco e Campanile. ‘Hibris’ ruota intorno ad un gesto brusco : l’apertura e la chiusura – puntualmente rumorose – di una porta mobile, con stipite e basamento incorporato, una cosa piuttosto pesante che nel corso dello spettacolo viene spostata un centinaio di volte, al prezzo di uno sforzo fisico presumibilmente stremante, considerato che chi la manovra – Rezza – deve pure recitare ed agitarsi senza pressoché prender fiato per novanta minuti. Prendendo a prestito una nota onomatopea da fumetto, slam! è il leit motiv di questo (anti)spettacolo in cui senza sosta si bussa, si entra, si esce per questo architrave portatile in cerca di un’identità, una collocazione, un ordine di pensieri che sfuggono. Raccontare ‘Hybris’ è una sfida. C’è tutto quello che serve per andare in scena, un testo, una regia, interpreti. Manca solo una storia, ma non potrebbe essere diversamente per il semplice motivo che ‘Hybris’, come d’altra parte accade in tutti i testi della Mastrella, non ne ha bisogno. In mezzo a schegge abilmente assemblate, alle quali l’unico interprete di fatto consacra energie al limite dell’umano, una sola idea si agita, sprizza scintille, innesca risate a iosa. Anzi, più che un’idea è una considerazione : Per pigrizia mentale, ci lasciamo ingabbiare dalla paura. Il pensiero resta così circoscritto ad un ‘dentro’ che non ammette un ‘fuori’, che lo teme e lo respinge macinando ipocrisia e codardia. Servirebbe invece un mutamento di prospettiva che porti all’azzeramento di tale soffocante dicotomia. Tutto ciò viene ‘raccontato’ in Hybris con l’arma dell’ironia più corrosiva e l’adozione degli stilemi del teatro dell’assurdo. Ne scaturisce una comicità irresistibile, tuttavia ‘malata’, sì che alla lunga ispira un senso d’ossessione.  Il bravo Rezza non è solo. Oltre al fido Ivan Bellavista, sodale d’altri consimili elogi della follia, gli fanno cornice altri sei interpreti, per lo più bersaglio o testimoni passivi d’una insofferenza rabbiosa e che – va detto – talora sconfina nella volgarità o nel più imbarazzante esibizionismo.

Italo Interesse


Pubblicato il 27 Aprile 2023

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